Ieri sera a tavola mentre mangiavano e bevevano i due che ci governano hanno deciso che al prossimo referendum gli italiani non devono ritirare la scheda referendaria.
Veramente è stato il leader della Lega che, forte del successo elettorale, ha chiesto al leader del PdL di cambiare la sua posizione che prima era favorevole al referendum. Ha offerto in cambio il suo voto ai prossimi ballottaggi di comuni e province che si svogeranno il 21.6.2009 prossimo.
Così chi detiene il 6,20% dei voti degli Elettori (3.126.915. voti ottenuti alle Europee infatti è il 6,2% dei 50.341.790. di elettori, anche se tutti dicono che la Lega è al 10,20%) è in grado di dettare gli orientamenti sul referendum.
Al referendum precedente erano stati i Vescovi ed il Vaticano ad invitare i cattolici ad andare al mare e comunque e non votare, oggi è un signore che ogni anno va alle sorgenti del Po e riempie una ampollina di acqua per poi portarla sulla laguna di Venezia e versarla in quel mare.
Rendono ogni cosa alla loro misura.
Di farsa, appunto!
mercoledì 10 giugno 2009
Una democrazia della farsa
martedì 9 giugno 2009
Il voto del vuoto
In questi giorni si perpetua una usanza tanto radicata quanto invisibile: quella delle percentuali nelle elezioni. Raramente si parla dei voti numericamente presi dalle varie liste e la sola percentuale che si cita è quella rispetto al numero dei votanti e mai quella rispetto al numero degli Elettori.
Esaminiamo le percentuali come sono riportate nel sito del Ministero dell'Interno delle Elezioni Europee appena concluse.
Fissiamo prima i dati di partenza, di riferiento:
Elettori 50.341.790.- 100,00%
Votanti 32.747.722.- 65,05%
(dei quali
schede bianche 990.689.-
schede nulle 1.103.519.-
schede non ass. 7.749.-)
Non hanno votato 17.594.068.- 34,95%
Nella specifica dei votanti divisi per voti assegnati ad ogni lista, quel 65,05% che si riferisce al numero dei votanti rispetto agli elettori, diventa come per magia un 100%, come se percentualmente avessero votato tutti e non il 65,05%.
Se si percentualizzano i votanti rispetto ai votanti la percentuale è sempre 100%. E' evidente infatti che qualunque numero rispetto a se stesso è sempre il 100% del numero stesso.
Per brevità si riportano le percentuali indicate dal Ministero solo dei due partiti maggiori:
PDL voti 10.807.327. = 35,26%
PD voti 8.007.854. = 26,13%
Il vero valore percentuale dei voti del PDL e del PD è invece il seguente:
PDL voti 10.807.327. = 21,45%
PD voti 8.007.854. = 15,90%
Con questo semplice giochino percentuale il PDL aumenta il suo peso elettorale - si dice non a caso elettorale e non votavorale - del 64,45% (21,45 x 64,45% = 13,81 + 21,45 = 35,26).
Lo stesso vale per il PD che lo aumenta ugualmente del 64,45% (15,90 x 64,45% = 10,23 + 15,90 = 26,13).
La reale rappresentatività
del PDL è dunque di circa 1 italiano su 4,6 e NON di circa 1 italiano su 2,8
quella del PD è di circa 1 italiano su 6,2 e NON di circa 1 italiano su 3,8.
Così fatti i conti tornano:
10.807.327 di voti del PDL x 4,6 danno il numero dei votanti,
gli 8.007.854 di voti del PD x 6,2 danno il numero dei votanti
(la leggera differenza è dovuta ai decimali)
Quindi chi governa in Italia chiunque sia la coalizione od il partito, rimane sempre una, sia pure consistente, minoranza che in quanto tale dovebbe essere meno arrogante.
In primis non arrogarsi rappresentatività inesistenti.
I 17.594.068.- di italiani che non hanno espresso il proprio voto rappresentano poco meno del totale degli elettori dei due principali partiti e quasi il doppio del maggior partito italiano.
E' vero chi non vota non conta. Ma una democrazia che è indifferente a 17 milioni di cittadini che non trovano rappresentatività nelle sue istituzioni, sta diventando un simulacro di democrazia.
Ed i leader politici che non si pongono questo problema, se non lo sono già, molto probabilmente diventeranno teatranti e quando si recita per esistere, siamo già in un teatro.