La storia si ripete sempre diversa e sempe uguale.
Nel 1939 il governo fascista di allora era impegnato a risolvere quello che presentava come il problema dell'Italia: la "questione giudaica".
Si diceva allora, i giornali, la radio, i ministri, le autorità, i punti di riferimento sociali e culturali, che bisognava ripulire l'Italia dagli ebrei. Gli ebrei erano circa l'1 per mille degli abitanti dell'Italia, circa 45.000 (altre fonti dicono 75.000, ma la sostanza non cambia) a fronte di circa 40/45 milioni di italiani non ebrei. Ma attenzione anche gli ebrei erano italiani, italiani di una religione diversa da quella di Stato: la cattolica.
Quindi da una parte 45 milioni di persone e dall'altra 45 mila ebrei.
Ma erano quei 45 mila che minacciavano i 45 milioni: questo l'incredibile messaggio che era stato fatto passare nella società italiana di allora e che tutti, tranne rare eccezioni, condividevano o non contrastavano.
Oggi ci sono circa 60 milioni di abitanti da una parte e qualche decina di migliaia di barboni dall'altra.
Qual' è la nuova minaccia che ci pende sulla testa? Il fatto che i barboni deturpino il paesaggio, il fatto che i barboni si possano sdraiare sulle panchine per dormire.
E' questa la minaccia al vivere civile, ai 60 milioni di italiani.
In alcune città d'Italia sono state messe panchine "anti-bivacco". In questi giorni a Roma è scoppiata la polemica perchè ci si è accorti che nell'elegante quartiere Prati ci sono panchine anti-bivacco che non per mettono cioè ai barboni di sdraiarsi per dormire.
L'attuale Sindaco di Roma - nipote, sè dicente pentito, di quei fascisti che nel 1939 hanno prima inventato e poi applicato le leggi razziste contro gli ebrei, uccidendoli prima civilmente e poi fisicamente - ha detto di non saperne nulla e comunque di non essere d'accordo. Ma le panchine ci sono da due anni, dall'estate del 2007, non da oggi.
Il Sindaco di Roma non ha detto o fatto l'unica cosa che poteva fare: cioè sostituire immediatamente le panchine anti-barbone.
Segni, tracce, graffiti. I nuovi eleganti graffitari che deturpano la città sono quelli che mettono le panchine anti barbone: sono quelle panchine, non chi non ci può più dormire sopra, che deturpano il paesaggio.
sabato 24 ottobre 2009
Le panchine anti barbone deturpano il paesaggio
venerdì 23 ottobre 2009
IRAP e Federalismo fiscale
Uno dei primi atti del governo in carica che ha come programma il federalismo fiscale è stato quello di togliere ai comuni l'ICI una tassa locale, con la quale i Comuni coprivano molta parte delle loro entrate.
Oggi è stata annunciata l'abolizione dell'IRAP una tassa che toglie alle Regioni una buona parte delle loro entrate.
E' tutto chiaro: in nome del federalismo e della secessione saltuariamente esibita, si sta consolidando uno stato sempre più centralista al quale le comunità locali di varia grandezza dovranno sempre più rivolgersi e chiedere denaro per la loro sopravvivenza.
I cittadini non si accorgono che togliere soldi a comuni e regioni equivale togliere servizi dalla loro vita e quindi soldi dalle loro tasche.
Da chi sventola il federalismo fiscale bisognerebbe esigere che togliesse tasse nazionali e lasciasse tasse regionali e comunali. Ma il cittadino quando diventa popolo, diventa spesso anche bue.
Popolo è una porola che utilizzata con libertà e democrazia può formare una miscela populista e demagogica che può annebbiare e permettere a chi accentra i poteri nelle proprie mani di passare per un federalista od un secessionista!
Al grido di "Roma ladrona" si concentrano a Roma tutte le risorse finanziarie dello stato.
Un capolavoro!