La Fiat è proiettata verso il futuro e verso i suoi operai italiani vuole applicare gli standard polacchi.
Forte della sparizione del comunismo - con il quale per altro faceva lauti affari ricordiamo Togliattigrad in URSS - che ha messo sul mercato milioni di lavoratori non sindacalizzati a disposizione della globalizzazione, la Fiat oggi può rivolgersi ai propri dipendenti italiani da una posizione di forza.
La Fiat - Fabbrica Italiana Automobili Torino - negli anni '60 e '70 del XX secolo ha fatto spostare migliaia e migliaia di meridionali a Torino con costi sociali e umani pagati unicamente da essi.
Oggi la Fiat minaccia di portare le fabbriche fuori dall'Italia se i lavoratori italiani non accettano di tornare indietro di molti decenni.
Sono lontani i tempi in cui i capitalisti erano anche liberali illuminati che nel concetto di progresso facevano andare in parallelo gli standard produttivi con gli standard umani.
Il libero mercato di oggi è il libero arbitrio del più forte.
La mitica concorrenza è una menzogna che copre cartelli di assicurazioni, banche, petrolieri e così via.
La flessibilità così come praticata rischia di diventare l'anticamera di un nuovo schiavismo.
Fiat voluntas tua. Amen
1 commento:
Buongiorno a tutti, vorrei sapere che cosa pensate di questa notizia che ho trovato:
UNIONE INDUSTRIALI DI NAPOLI – LETTIERI: PIANO FIAT PER POMIGLIANO E’ OPPORTUNITA’ DI RILANCIO DA NON PERDERE
“Il Piano Fiat per l’impianto di Pomigliano d’Arco, presentato ieri dall’Amministratore delegato, Sergio Marchionne, rappresenta un impegno concreto per il rilancio e il consolidamento di una delle più importanti realtà produttive della Campania e di tutto il Mezzogiorno. Perdere questa opportunità equivarrebbe dire addio alla possibilità di mantenere gli attuali livelli occupazionali e a sfruttare le ricadute positive in termini di sviluppo per tutto l’indotto”. E’ quanto afferma il presidente dell’Unione industriali di Napoli, Gianni Lettieri, a margine della presentazione del piano industriale della Fiat e delle prospettive di sviluppo per l’impianto di Pomigliano d’Arco.
“L’intenzione di concentrare la produzione della Panda, con la previsione di 250mila vetture l’anno entro il 2014, si tradurrà in un maxi investimento in innovazioni tecnologiche e impiantistiche che faranno dello stabilimento di Pomigliano un polo produttivo di eccellenza, nonché un modello di riferimento per tutte le aziende del settore auto motive. In un quadro contraddistinto da una crisi economica largamente diffusa occorre prendere esempio da quanto succede all’estero, dove, proprio in questo momento si stanno effettuando grandi sforzi per la realizzazione di investimenti produttivi capaci di invertire la tendenza in atto”.
“La sfida lanciata dalla casa di Torino – conclude Lettieri – è accolta e sostenuta attivamente da tutta l’Unione industriale di Napoli, che da due anni promuove e partecipa agli incontri tra i vertici della Fiat e le principali sigle sindacali coinvolte, per il raggiungimento di un accordo che garantisca la salvaguardia e la prosecuzione dell’attività dell’impianto di Pomigliano”.
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