La Deutsche Bank ha creato un nuovo prodotto finanziario: si investe sulla vita o la morte delle persone.
Scrive Stefano Rodotà: "Il caso si può così riassumere. Si individua negli Stati Uniti un gruppo di cinquecento persone tra i 72 e gli 85 anni, si raccolgono con il loro consenso le informazioni sulle condizioni di salute, e si propone di investire sulla durata delle loro vite. Più rapidi sono i decessi, maggiore è il guadagno dell'investitore, mentre il profitto della banca cresce con la sopravvivenza delle persone appartenenti al campione" (la Repubblica 8.2.2012).
Questo nuovo prodotto finanziario ci suggerisce alcune riflessioni e domande.
Questa è la qualità dell'economia che produce scommesse, con le quali non si mangia come specie umana, ma si arricchisce come singoli.
Questa è la qualità delle persone che pensano questi prodotti e quella delle banche che li vendono.
Qual è la considerazione del lavoro e della vita, oggi che ci riempiono di meritocrazia e concorrenza e poi producono scommesse sulla morte?
E' questo che esprime la concorrenza?
Cosa c'è di meritevole in tutto ciò?
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