Tra
ieri e oggi una parte dell’intellighenzia italiana che ci vuole fare credere
che un fascista ed un antifascista sono la stessa cosa, si è indignata per le
proteste e le manifestazioni contrarie al funerale del criminale
nazista morto a 100 anni la scorsa settimana.
Si
è gridato alla vendetta barbara e si è parlato di mancanza di pietà come era
stato per Mussolini a piazzale Loreto il 29 aprile 1945.
È
utile ricordare i fatti.
I primi
ad essere esposti a Piazzale Loreto non furono i corpi dei fascisti, ma quelli
di 15 patrioni antifascisti.
Il 10
agosto 1944 a piazzale Loreto vennero infatti uccisi lì in mezzo alla strada 15
partigiani antifascisti da un plotone della fascista legione Muti che collaborava con i
tedeschi occupanti.
I corpi
ammucchiati a terra come spazzatura vennero sputacchiati, calciati e pestati
dai fascisti e dai tedeschi. Fu una esibizione di pura ferocia.
Infatti
in quel tempo piazzale Loreto era il punto di convergenza del pendolarismo
milanese verso le fabbriche della Brianza e di quello della provincia verso
Milano; quindi i nazisti e i fascisti lo scelsero per puro terrorismo sia verso
la popolazione sia verso la Resistenza antifascista. Il maggior numero
possibile di persone doveva vedere e sapere. Quella di piazzale Loreto fu una
strage compiuta con scelte cinicamente studiate. Le vittime non furono scelte a caso. Tra i quindici
è rappresentato l’intero arco delle forze che partecipò alla Resistenza:
azionisti, socialisti, comunisti, cattolici.
In onore della loro memoria i loro
nomi sono:
Antonio
Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani,
Umberto Fogagnolo, Giovanni Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio
Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo
Soncini, Libero Temolo, Vitale Vertemati.
Questa
barbarie è avvenuta a piazzale Loreto prima di quella dell’esposizione del
corpo di Mussolini e dei suoi fascisti.
Questa
barbarie non la raccontano mai i pietosi che oggi fremono per il corpo dell’assassino
nazista.
Se
i fascisti e nazisti non volevano subire vere o presunte “barbare vendette” si dovevano andare a
leggere il significato di vendetta:
“offesa
che si fa ad altri in contraccambio di offesa patita. Di grandi misfatti e
scelleratezze si dice gridano vendetta, che cioè invocano la punitiva
giustizia di Dio”.
Avessero
evitato ieri di offendere la vita di innocenti internandoli, gasandoli, uccidendoli,
e oggi evitassero di offendere la memoria di quegli stessi innocenti, nessuno
avrebbe avuto e avrà motivo di vendetta.
Agli immensi delitti compiuti dai fascisti e dai nazisti in Italia bisogna quindi aggiungere anche
quello di non avere lasciato alcun spazio alla possibilità di esprimersi della
pietà umana nelle vittime della loro infinita barbarie.
E
anche questo è un grande delitto.
Ognuno
la pietà la riversa sul corpo che si merita: l’Italia antifascista non si
merita il corpo dell’assassino nazista. La poca pietà rimasta la riserva a quel
che rimane dei corpi dei suoi troppi morti uccisi dalla barbarie nazifascista.
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