sabato 24 ottobre 2009

Le panchine anti barbone deturpano il paesaggio

La storia si ripete sempre diversa e sempe uguale.
Nel 1939 il governo fascista di allora era impegnato a risolvere quello che presentava come il problema dell'Italia: la "questione giudaica".
Si diceva allora, i giornali, la radio, i ministri, le autorità, i punti di riferimento sociali e culturali, che bisognava ripulire l'Italia dagli ebrei. Gli ebrei erano circa l'1 per mille degli abitanti dell'Italia, circa 45.000 (altre fonti dicono 75.000, ma la sostanza non cambia) a fronte di circa 40/45 milioni di italiani non ebrei. Ma attenzione anche gli ebrei erano italiani, italiani di una religione diversa da quella di Stato: la cattolica.
Quindi da una parte 45 milioni di persone e dall'altra 45 mila ebrei.
Ma erano quei 45 mila che minacciavano i 45 milioni: questo l'incredibile messaggio che era stato fatto passare nella società italiana di allora e che tutti, tranne rare eccezioni, condividevano o non contrastavano.
Oggi ci sono circa 60 milioni di abitanti da una parte e qualche decina di migliaia di barboni dall'altra.
Qual' è la nuova minaccia che ci pende sulla testa? Il fatto che i barboni deturpino il paesaggio, il fatto che i barboni si possano sdraiare sulle panchine per dormire.
E' questa la minaccia al vivere civile, ai 60 milioni di italiani.
In alcune città d'Italia sono state messe panchine "anti-bivacco". In questi giorni a Roma è scoppiata la polemica perchè ci si è accorti che nell'elegante quartiere Prati ci sono panchine anti-bivacco che non per mettono cioè ai barboni di sdraiarsi per dormire.
L'attuale Sindaco di Roma - nipote, sè dicente pentito, di quei fascisti che nel 1939 hanno prima inventato e poi applicato le leggi razziste contro gli ebrei, uccidendoli prima civilmente e poi fisicamente - ha detto di non saperne nulla e comunque di non essere d'accordo. Ma le panchine ci sono da due anni, dall'estate del 2007, non da oggi.
Il Sindaco di Roma non ha detto o fatto l'unica cosa che poteva fare: cioè sostituire immediatamente le panchine anti-barbone.
Segni, tracce, graffiti. I nuovi eleganti graffitari che deturpano la città sono quelli che mettono le panchine anti barbone: sono quelle panchine, non chi non ci può più dormire sopra, che deturpano il paesaggio.

venerdì 23 ottobre 2009

IRAP e Federalismo fiscale

Uno dei primi atti del governo in carica che ha come programma il federalismo fiscale è stato quello di togliere ai comuni l'ICI una tassa locale, con la quale i Comuni coprivano molta parte delle loro entrate.
Oggi è stata annunciata l'abolizione dell'IRAP una tassa che toglie alle Regioni una buona parte delle loro entrate.
E' tutto chiaro: in nome del federalismo e della secessione saltuariamente esibita, si sta consolidando uno stato sempre più centralista al quale le comunità locali di varia grandezza dovranno sempre più rivolgersi e chiedere denaro per la loro sopravvivenza.
I cittadini non si accorgono che togliere soldi a comuni e regioni equivale togliere servizi dalla loro vita e quindi soldi dalle loro tasche.
Da chi sventola il federalismo fiscale bisognerebbe esigere che togliesse tasse nazionali e lasciasse tasse regionali e comunali. Ma il cittadino quando diventa popolo, diventa spesso anche bue.
Popolo è una porola che utilizzata con libertà e democrazia può formare una miscela populista e demagogica che può annebbiare e permettere a chi accentra i poteri nelle proprie mani di passare per un federalista od un secessionista!
Al grido di "Roma ladrona" si concentrano a Roma tutte le risorse finanziarie dello stato.
Un capolavoro!