venerdì 27 febbraio 2009

Ecclesia Mater et magistri del virtuale

Il Vescovo Williamson ha porto le scuse al Papa per le sue dichiarazioni che negavano la Shoah, non per averla negata, ma per il "danno e il dolore che avrebbero arrecato, soprattutto alla Chiesa", aggiungendo un "ma anche" per i sopravissuti che avrebbero subito "ingiustizie" - la morte di sei milioni di ebrei sono "ingiustizie"? - "sotto il Terzo Reich".
Un marziano catapultato sulla Terra potrebbe credere che il Papa, cioè colui a cui sono dirette le scuse, sia la massima autorità ebraica, il capo di quella comunità che ha ricevuto "le ingiustizie" dal Terzo Reich.
Invece no, è chiaro, che il Papa non è affatto il capo della comunità mondiale ebraica, ma è il successore dei papi che hanno visto nascere, crescere e compiersi la Shoah, cioè Pio XI e Pio XII. Papi che hanno sottoscritto "Concordati" - Eugenio Pacelli il futuro Pio XII collaborando fattivamente con Pio XI - con i teorici ed i realizzatori della Shoah: in Italia Mussolini, in Germania Hitler.
Quindi queste sono scuse tanto virtuali quanto è stata reale la Shoah.
Il mondo virtuale non ha storia quindi facendolo entrare nella storia, la può cambiare, la può in qualche modo rendere virtuale e fare diventare apparente realtà ciò che invece è virtuale. E' la traduzione pratica del virtuale e teologico "Siamo in questo mondo ma non siamo di questo mondo", che consente alla Chiesa di benedire (quando la segue), o maledire (quando non la segue) "questo mondo".
Il nostro Governo ha seguito questa traccia creando lo "sciopero virtuale". La delega del governo prevede "l'istituto dello sciopero virtuale, che può essere obbligatorio per determinate categorie". Per scioperare in questo modo servirà un referendum consultivo a meno che non si rappresenti più del 50% dei lavoratori. Non è specificato chi stablirà che un dato sindacato rappresenta o meno il 50% dei lavoratori (di quali lavoratori?). Ma nel mondo virtuale questo si può stabilire "a prescindere" dalla percentuale reale stessa.
Non solo ma chi vorrà scioperare virtualmente lo dovrà dichiarare preventivamente. L'unica cosa reale in tutto questo è il fatto che realmente il lavoratore dovrà preventivamente dichiarare che parteciperà ad uno sciopero virtuale, cioè ad una cosa che non ci sarà.
Ogni settimana ci danno un compito virtuale su cui dibattere scegliendo, da fiore in fiore, ciò che offre il mercato dell'informazione.
Venti giorni fa erano le intercettazioni telefoniche, poi è stato il triste caso di Eluana Englaro, quindi le ronde ed ora il diritto di sciopero.
Bloccando le intercettazioni telefoniche vogliono fare diventare virtuale la realtà agghiacciante che molte di esse rivelano sulla vita dei potenti di turno.
Bloccando la volontà di persone in stato vegetativo, vogliono fare diventare reale una vita che è virtuale e che è stata giudicata tale dal diretto interessato.
Bloccando la possibilità di scioperare, vogliono fare diventare virtuale, un diritto elementare di manifestazione responsabile e di difesa e miglioramento delle condizioni di vita di chi lo sciopero lo fa: cioè di volta in volta la maggioranza e non la minoranza dei cittadini.
Ma chi può vincere una partita contro un giocatore che a seconda delle carte che ha in mano cambia il valore delle carte stesse?
E' questo che ci fa passare da una emergenza all'altra. E' questo che ci lascia disarmati con le nostre carte che sono evidentemente sempre perdenti.
Da questo chi ci può salvare? All'orizzonte non si vedono personalità morali che possano svelare questo colossale imbroglio. Forse la classe intellettuale come quella dirigente per diventare visibile e acquistare quindi un peso mediatico, ha dovuto passare tante e tali selezioni che la visibilità ed autorevolezza sono anch'esse virtuali?
C'è da augurarsi - mentre si sopravvive in questa trincea che è diventata la vita nella quale ci dobbiamo difendere non dai nemici ma dai nostri governanti - che questi governanti passino presto.
Dal fiume che scorre vicino a questa nostra trincea prima o poi passeranno buone notizie.

lunedì 23 febbraio 2009

Il vescovo negazionista Williamson espulso dall'Argentina

"L'Argentina espelle Williamson"

La Sata Sede si è affrettata a precisare:

"Su Buenos Aires nessuna pressione del Vaticano".

Ne eravamo certi!

sabato 21 febbraio 2009

EX-Stato

Ex-democristiani, ex-comunisti, ex-socialisti, ex-fascisti hanno votato la legge che istituisce le ronde fatte da ex-agenti di pubblica sicurezza.
Mai che si potenzino le istituzioni super partes, quali dovrebbero essere gli organi di polizia in uno stato di diritto.
Ma da uno stato di ex, non può che uscire un EX-Stato.

giovedì 19 febbraio 2009

Un disastroso "già visto"

Le ronde sono l'argomento del giorno.
In Italia abbiamo avuto negli anni '20 del XX secolo le nere ronde fasciste che distribuivano dosi di credere-obbedire-combattere a suon di manganelli e ci hanno regalato la dittatura e la seconda guerra mondiale.
Negli anni '70 del XX secolo le rosse ronde proletarie che distribuivano dosi di Viva Marx-Viva Lenin-Viva Mao Tze Tung a suon di sprangate e ci hanno regalato gli anni di piombo.
In questi primi anni del XXI secolo abbiamo le verdi ronde leghiste che distribuiscono dosi di "Viva il Po, via il rom, ce lo abbiamo duro, il dito medio innalzato verso il cielo, il gesto dell'ombrello, la bandiera italiana usata come carta igienica" e tante altre amenità del genere.
Questo mondo decelebrato c'è da augurarsi rimanga circoscritto alle rive del Po, sperando in uno straripamento, sia pure ideale.

mercoledì 18 febbraio 2009

Frigoriferi, automobili, televisori e cervelli

C'è crisi, non ci sono soldi, bisogna selezionare gli investimenti. Avere delle priorità.
Il nostro Governo dà contributi a fondo perduto per comperare frigoriferi, automobili, televisori.
Questo in un paese come l'Italia dove, per esempio il numero è di 35.700.000. auto. Un'auto ogni 1,6 abitanti, su un totale di circa 59.000.000. di abitanti.
Contemporaneamente toglie soldi alla scuola primaria, così che in qualche anno ci saranno in Italia più frigoriferi, auto e televisori e decine di migliaia di insegnanti in meno.
Gli italiani pensano di rottamare auto, frigo, tv ed invece stanno rottamando il cervello loro e dei loro figli.
Quando tutto ciò diventa normale non crea rifiuto ma consenso verso il governo che fa queste scelte vuole dire che è in atto una mutazione che ha cambiato la scala di valori a cui si fa riferimento. E la nuova scala serve per scendere e non certo per salire.

martedì 17 febbraio 2009

Quando la Parola non ha più alcun significato: il caso di Eluana Englaro

Lo Stato
"il criterio di base di un'autentica democrazia non è il potere della maggioranza, il diritto del più forte. E' esattamente il suo contrario: il criterio di base di una democrazia è il rispetto dei diritti della minoranza - fino, dico io, a quell'estrema minoranza che è rappresentata dal singolo individuo. [applausi]
Questa è la nostra visione politica ed è la visione politica dell'autentico liberalismo: il potere politico ha la sua ragion d'essere in tanto e per quanto protegge e garantisce i diritti individuali. [...] Questo significa che la politica e lo Stato non devono invadere nè la sfera dei diritti inviolabili della persona.....". (i discorsi "a braccio" di Silvio Berlusconi, L'Italia che ho in mente, Ed. Mondadori, Milano, 2000, discorso al Congresso Nazionale Giovani di Forza Italia 11 dicembre 1999, pag. 105, 106)
Il Sig. Beppino Englaro ha per circa 17 anni lottato per vedere riconosciuta la volontà di sua figlia. Dopo 17 anni la Cassazione si è pronunciata riconoscendo la volontà di Eluana essere quella riferita dal padre in tutti questi anni. Se lo Stato è intervenuto è quindi per riconoscere il diritto individuale di Eluana, diritto che coinvolgeva e coinvolge solo la sua persona.E' questa la elementare evidenza. Il diritto individuale è quindi sempre una scelta individuale su se stessi, lo Stato può solo riconoscerlo senza dettare una norma che obbliga tutti a seguirla: lo Stato non deve invadere la sfera dei diritti inviolabili della persona.
Nei giorni scorsi lo Stato invece è stato convocato dal Presidente del Consiglio, d'urgenza nella concretezza delle assemblee del Senato e della Camera per impedire che i diritti inviolabili di Eluana Englaro venissero riconosciuti. E' evidente che si può o meno essere d'accordo con ciò che la coscienza di un individuo vuole applicare a sè, ma ciò non ha nulla a che fare con la possibilità che quel diritto venga negato.

La Chiesa
"O morte, è gradita la tua sentenza
all'uomo indigente e privo di forze,
al vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
a colui che è indocile e ha perduto ogni speranza.
Non temere la sentenza della morte,
ricordati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.
Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perchè ribellarsi al volere dell'Altissimo?"
Questo non è come potrebbe sembrare, il testo di un testamento biologico, ma è un passo de La Bibbia, Nuova versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, uscita proprio nei giorni "dell'assassinio per sentenza di Eluana Englaro", in questo triste mese di febbraio 2009.
Più esattamente si tratta del libro Siracide 41,3,4; libro meglio conosciuto così come era chiamato fino a poco tempo fa, col nome di Ecclesiastico "per l'ampio uso che la Chiesa ne faceva in quanto fonte di insegnamenti pratici".
La morte è quì persino bramata dal sofferente ormai indigente, vecchio decrepito, che ha perduto ogni speranza. Aggiornata al linguaggio di oggi è la descrizione nella quale Eluana aveva scelto, qualora si fosse verificata, di non voler vivere.
Ai tanti Cardinali, vescovi, importanti uomini politici cattolici, nonchè all'Editoriale del 10.2.2009 del quotidiano Avvenire della Conferenza Episcopale Italiana (la stessa CEI dell'edizione della Bibbia sopra riportata), hanno gridato ripetutamente che "Eluana è stata uccisa" si è aggiunto anche Don Cristiano Cavedon che ha dichiarato: "Nessuna etica: questo è omicidio, puro e semplice"(Il Foglio, 10.2.2009).

L'insignificanza
Qui non si tratta di incoerenza su ciò che si dice o si crede rispetto a ciò che si pratica. E' piuttosto il contrario qui siamo di fronte alla massima coerenza. La coerenza di chi pratica l'insignificanza della parola.
Viene così svuotata la Parola che è sempre sacra quando si pronuncia. Svuotata di tutto ciò che la sostiene: il senso che dovrebbe esprimere e che non esprime più.
E allora bisogna ridere molto, essere simpatici, raccontare barzellette. Trattare gli interlocutori come gente che crede a parole vuote, parole insignificanti.
Parlare in astratto di libertà, commozione, cuore, vita, sollecitare le più elementari pulsioni, per comprendere = prendere dentro, tutto.

domenica 15 febbraio 2009

Culturismo teologico del corpo e sparizione dell’anima

L’amore per la vita che i cattolici oggi ad ogni occasione manifestano può essere definito una sorta di culturismo teologico del corpo che va ad affiancarsi al vero e proprio culto del corpo che oggi pervade la società, ed a confondersi con esso.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio “La nostra è una cultura della vita e della libertà, dall’altra parte c’è la cultura della morte e dello statalismo” (Il Tempo.it del 8.2.2009) va in parallelo con la nota della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana: “Cei: non venga meno la passione per la vita”. (Avvenire 10.02.2009, pag. 7).
Queste asserzioni lasciano disarmati gli interlocutori.
Sarebbe come contestare chi dicesse: “La nostra è la cultura dell’aria”, oppure chi predicasse “non venga meno la passione per l’acqua che ci disseta”.
Impossibile ribattere senza passare per pazzi assassini.
Ma la vita, così come l’aria e l’acqua non è un concetto astratto che vive di vita propria.
La vita, la nostra vita è legata indelebilmente al nostro corpo mortale, un corpo inserito nella storia.
Il confine, quindi “la misura” della vita sono inevitabilmente cambiati con il tempo, seguendo il confine e “la misura” del corpo.
Il cardinale Josè Saraiva Matins che in questi giorni ha detto sulla morte di Eluana, secondo quanto riportato da Avvenire: “è stato un omicidio” (Avvenire 10.2.2009, pag. 7), negli anni ’60 del XX secolo avrebbe preso lui stesso dell’”omicida” se all’epoca avesse accettato – come accetta oggi la Chiesa alla quale appartiene – l’espianto di organi da un corpo che ha ancora il cuore che batte. Così a ritroso si può continuare quasi all’infinito.
Portare la vita nell’astrazione è portare la morte nell’astrazione. Con l’astratto e continuo grido alla vita la Chiesa così facendo va ad affiancarsi all’edonismo culturale che ha messo al bando la morte come politicamente scorretta, così come ha messo al bando il corpo che la vita stessa corrompe con il suo trascorrere e che lo rende vecchio e acciaccato. La vita, come il corpo, deve essere così senza rughe, inamidata, fresca, sorridente. Così come pure i vestiti che ricoprono il corpo.
Senza rughe, fresca, sorridente come è stata presentata Eluana Englaro dal quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Avvenire negli ultimi giorni della sua drammatica esistenza.
Fotografia che in quanto tale ha fermato in un determinato attimo di venti anni fa il volto di Eluana.
Quella foto non ha fermato però la vita di Eluana a quel felice momento, né poteva cambiare la tragica realtà della vita di Eluana da quella foto in poi.
La ripetitività di quella foto ha solo evidenziato la tecnica di comunicazione che è quella di chi crede che la ripetitività è verità e che la ripetitività è potere, raggiungendo purtroppo in molti casi l’obbiettivo. Così come questo culturalismo ideologico pare evidenziare dove porti l’adottare, da parte della Chiesa, contenuti e codici di linguaggio che si trovano nel secolo. Nel nostro caso in questo XXI secolo.
Porta a dimenticare che per i cristiani la vera vita non è questa, perché loro sono in questo mondo ma non sono di questo mondo. Concetti che si trovano nel Nuovo Testamento così come nei Padri della Chiesa. Tertulliano dice agli interlocutori romani che: “Innanzi tutto perché nulla nel mondo ci interessa se non la prospettiva di uscirne al più presto”.( Tertulliano, Apologetico, Ed. Laterza, Bari, 1972, pag. 221).
Sant’Ignazio scrive ai Romani del giorno della sua morte: “Ecco, è vicino il momento in cuoi io sarò partorito.” (I Padri apostolici, parte II, Soc. Edit. Internaz., Torino, 1942, VI, 1, pag. 108).
Sì perché per la tradizione cristiana il giorno della morte è il dies natalis, il giorno della nascita in Dio.
Per il cristiano non ha valore la vita tout court, ma la vita finalizzata alla nascita in Dio. Ha valore quindi la vita battesimale, la vita da cristiano, la vita del battezzato, la grazia di Dio, tutto ciò che porta a vivere eternamente in Lui.
Il vero e proprio inno alla vita che la Chiesa in questi giorni ha accentuato si trasforma in un inno pagano alla vita poiché dimentica ciò che per il cristiano dà vita e cioè l’anima. Non c’è stato alcun Cardinale, sacerdote e cattolico impegnato che in questi giorni ci abbia raccontato e ricordato dell’esistenza dell’anima.
L’anima è la grande assente dal dibattito sulla vita.
L’anima che è giustificazione stessa della vita. Esistenza dell’anima che è stata così spiegata:
Se i giovani fossero fatti solamente per imparare a leggere, scrivere e far dei mestieri; se avessero solo un corpo da diventare più agile e robusto, avreste ragione.
Ma essi hanno un’anima, la portano con sé anche quando vanno a scuola e ad esercitarsi nello sport. Ora quest’anima deve coltivarsi sempre, e crescere in bontà…
”.
Ed alla domanda: - “noi conosciamo dei nostri compagni, che non vanno mai dai religiosi, né in Chiesa. Studiano, imparano come professori; e saltano svelti come caprioli. Li chiamereste dei ragazzi morti? - E’ stata data questa risposta:
Purtroppo: morti spesso al buon costume, e perfino alla cortesia più umana; morti, in ogni modo, alla grazia di Dio, al Paradiso. E questi poveri morti non fanno che crescere, con gli anni, nella corruzione, nuocendo alle altre anime con il loro contagio, e preparando rovine e morti anche materiali alla stessa patria. Siate sinceri: fareste a baratto con loro, voi che andate in chiesa e vi regolate in tutto, anche negli studi e nella ricreazione, col santo timor di Dio? Cambiereste la vostra coscienza, la vostra condotta, con la loro bravura a scuola, e alla palestra ginnastica? [Crociata Eucaristica dei Fanciulli, Febbraio 1928, pag. 29,30. Sotto alla testata vi era raffigurato Pio XI seduto in trono circondato da fanciulli vestiti da crociati e questa frase: “In questo apostolato della preghiera stanno in prima fila i piccoli crociati (Pio XI discorso 3 dicembre 1923)].
Tutti concentrati nell’adorazione del corpo i cattolici hanno forse perso l’anima. L’hanno forse dimenticata sfilando davanti al corpo di Padre Pio ricostruito per l’occasione e l’hanno forse persa davanti alla foto di Eluana sorridente, una Eluana che non esisteva più da quasi vent’anni, così come non esiste più da tempo il corpo di Padre Pio presentato alla venerazione dei fedeli.
Tutto il d’affare cristiano si riassume in questa essenza della passività: “La salvezza viene dalla morte di Cristo, non dalle nostre opere”. (Monsignor Bruno Maggioni, Introduzione all’epistolario paolino, in La Bibbia, Ed. San Paolo, 2009, pag. 2331).
Tutto questo copre il proclamato amore per la vita: un universo di anime, demoni, morte letteralmente impresentabile all’uomo del XXI secolo.
Se i cattolici non vogliono fare il baratto con i loro, lascino, i cattolici, la libertà ai loro di non fare il baratto con i cattolici.
I loro che non sanno di avere un'anima, sanno che la vita è fragile, finita e quindi immensamente preziosa ed i loro su questi temi non si azzarderebbero neppure a proporre di decidere per voi, di voi. E se c'è qualcuno dei loro che lo fa state certi che è dei vostri o che prima o poi lo diventerà.
Grazie.

venerdì 13 febbraio 2009

Generi di prima necessità: lavori Teatro S. Carlo di Napoli e contributi ai giornali di partito

Due vere e proprie emergenze nazionali sono state affrontate.
La prima. E’ ripresa la programmazione lirica al Teatro San Carlo di Napoli. Infatti nonostante siano in corso i lavori di restauro gli stessi sono divisi in tre semestri (da luglio a dicembre), dal 2008 al 2010 in modo da consentirne l’attività.
Un Comunicato Stampa del Teatro San Carlo, informa che:
“Stucchi, dipinti, ori, bassorilievi, poltrone, tende riacquisteranno l’antico colore, rinasceranno sotto le cure di esperte mani che lavorano incessantemente giorno e notte, da agosto, per consegnare puntualmente la sala rinfrescata.
Sì, perché tra le novità c’è un nuovissimo e modernissimo impianto di climatizzazione che permetterà una programmazione di spettacoli anche nei mesi più caldi.”
Il Comunicato ci informa pure che:
“Le prime due fasi costeranno 50 milioni di euro, stanziati dalla Regione Campania.”
Finalmente una buona notizia.
Chi vive ai margini della società – ed anche qualche clandestino se educato - avrà così modo di non interrompere l’abitudine di frequentare il Teatro San Carlo. D’estate potrà, tra stucchi, dipinti e ori usufruire del modernissimo impianto di climatizzazione e trovare refrigerio. D’inverno potrà scaldarsi e, finito lo spettacolo, andare a dormire su una panchina o in un dormitorio pubblico.
La seconda. Il governo ha posto la fiducia sul maxi-emendamento “milleproroghe”, che è stato approvato e che contiene, tra l’altro, una norma che garantisce gli aiuti di Stato ai giornali di partito:
“anche senza il requisito della rappresentanza parlamentare, che – si legge nel nuovo testo - «non è richiesto per le imprese e per le testate di quotidiani o periodici che risultano essere giornali od organi di partiti o movimenti politici, che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi».
Ancora una buona notizia quindi. Questi soldi a tutti i giornali di partito contribuiranno, siamo certi, alla pacificazione nazionale. Infatti anche se ci sono molti giornali di partito, se vivono del medesimo finanziatore c’è speranza che stemperino le intemperie e preparino il terreno per giungere alla pacificazione totale, quella in cui non ci saranno più divisioni tra il popolo, perché ci sarà un solo partito, il partito del PU, il partito del Popolo Unico.

Lapsus freudiani: posticipata la Class Action al giorno del mai.

Class Action - Slitta l’entrata in vigore dell’azione risarcitoria collettiva che viene ora posticipata al 31 giugno”.

(così la notizia in Il Resto del Carlino, 12 febbraio 2009, pag. 25)

giovedì 12 febbraio 2009

Gli Atti degli Apostoli e la cultura della vita.

Ieri l’altro sul quotidiano Avvenire della Conferenza Episcopale Italiana, si potevano leggere tra le altre, le parole dei successori degli Apostoli a commento della morte della povera Eluana Englaro.
Il Cardinale Josè Saraiva Martins ha detto: “è stato un omicidio, provo un immenso dolore davanti alla violenza con cui è stata soppressa questa vita umana”.
Monsignor Albert Malcom Ranjith, segretario della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti ha dichiarato: “in Italia, un Paese che si dice cristiano, in nome di una falsa pietà, si sta invece uccidendo questa inerme ragazza nel peggiore dei modi”.
Su quel numero di Avvenire c’era poi l’editoriale dal titolo: “Non morta, ma uccisa”. L’affermazione “Eluana è stata uccisa”, nel testo diventava quasi un intercalare così che il lettore l’avesse sempre presente.
Toni così gravi e definitivi farebbero pensare che la vita dunque per la Chiesa deve essere al di sopra di tutto, se si chiama omicidio il calvario durato 17 anni della povera Eluana e della sua famiglia, finito lunedì sera.
Ma non è così.
La vita umana è al di sopra di tutto per la Chiesa, ma con una eccezione, una grande eccezione descritta negli Atti degli Apostoli al cap. 5 versetti 1, 11.
Questo episodio ha per protagonista Pietro che interroga e giudica Anania e sua moglie Saffira:
Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: "Anania, perché mai Satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio".
All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono.
Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto". Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te". D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.”
Durante i secoli si sono fatte diverse considerazioni circa l’eccessiva severità verso Anania e Saffira morti per non avere consegnato l’intero ricavo della vendita di un podere.
E’ un episodio comunque sconcertante poiché Anania donò una parte del suo denaro a Pietro ed alla Chiesa non avendo alcun obbligo verso di loro, ed invece di acquistare un merito, venne punito con la morte sua e di sua moglie.
In questa sede per brevità, si può solo osservare che è la prima volta che negli Atti è usato il nome di Chiesa, ed è accostato a “timore”, “paura”.
Nell’edizione de La Bibbia uscita proprio in questi giorni che è la “Nuova versione ufficiale della conferenza Episcopale Italiana”, Ed. San Paolo, è fugato ogni dubbio. Si può leggere a pag. 2280, tra l’altro, nel commento al brano degli Atti 5,1-11:
Il peccato di Anania e Saffira è visto come un attentato contro la santità e l’integrità della comunità cristiana, che si fonda sullo Spirito. Per questo porta alla morte fisica, ma soprattutto spirituale: poiché essi si sono contrapposti allo Spirito che dà vita.”
Eternamente grati per quel “ma soprattutto spirituale”, rimane il fatto che Anania e Saffira sono morti senza aggettivi. L’Autore degli Atti che poi si premura di specificare che Anania venne immediatamente sepolto, così pure come la moglie Saffira, non si premura di informarci se eventuali parenti dei due siano stati avvertiti della loro morte.
E sono morti perché attentavano all' “integrità della comunità cristiana”, cioè della Chiesa dentro la quale si diffuse “un grande timore”.
Timore che diventa panico e si diffonde anche fuori dalla Chiesa leggendo che Anania e Saffira sono morti perché si sono “contrapposti allo Spirito che dà vita”.
Abbiamo capito. L'intangibilità e santità della vita umana è al di sopra di tutto fuorchè di chi è indicato come chi attenta "la santità e l'integrità della comunità cristiana", infatti questo "peccato" porta "alla morte fisica, ma soprattutto spirituale".

mercoledì 11 febbraio 2009

11 febbraio 2009, 80° anniversario del Patti Lateranensi

La Santa Sede, Cardinali e Vescovi cattolici non potevano festeggiare, da parte loro, nel migliore dei modi gli 80 anni trascorsi dalla sottoscrizione dei Patti Lateranensi.
Nel 1929 misero la loro firma accanto a quella di Benito Mussolini che già potente padrone assoluto del governo dell’Italia, diventava per Pio XI l’uomo della Provvidenza.
Un uomo della Provvidenza che aveva nel suo studio attaccato al muro uno stendardo nero raffigurante un teschio bianco con stretto tra i denti un pugnale.
Un uomo della Provvidenza che aveva sulla sua scrivania a mo’ di ferma carte, una pistola e bombe a mano.
Un uomo della Provvidenza che si era assunta, tra le altre cose, la responsabilità politica dell’assassinio di Giocano Matteotti.
Nel 2009 Cardinali, Vescovi nonché il giornale della CEI Avvenire, hanno messo la firma sotto le accuse di assassinio di Eluana Englaro, infierendo così su un uomo, Beppino Englaro, debolissimo uomo devastato dal dolore ormai da quasi due decenni.
Ma questo è un comportamento di routine per la Santa Sede.
Benedetto XVI nel recente viaggio negli Stati Uniti, Paese nel quale vige la pena di morte comminata dallo Stato, non ha rivolto verso il potente presidente USA nessun anatema, né ha affermato che lo Stato non può togliere la vita sia pure ad un assassino.
Benedetto XVI rientrato in Italia ha ritrovato la sua cultura per la vita che evidentemente aveva lasciato sopra la sua scrivania prima di partire, scaricando questo amore sulle spalle di Beppino Englaro.
Nell’anniversario dei Patti Lateranensi la Santa Sede non poteva spiegare meglio il suo amore per la vita.


Didascali Originale: Lo studio del Duce, visto dalla sala dei redattori. Infondo il Suo tavolo.






Didascali Originale: La scrivania alla quale per molti anni Benito Mussolini ha lavorato.




martedì 10 febbraio 2009

Eluana Englaro

s i l e n z i o

lunedì 9 febbraio 2009

La Menzogna

I termini.
La famiglia Englaro procedendo come ha proceduto in questi anni ha cercato di rispettare la volontà della figlia rispetto alla situazione tragica in cui si trova.
Poichè Eluana ormai da 17 anni non può più esprimere alcun tipo di volontà, suo padre ne è il tutore legale.
Il padre e la madre, hanno atteso fino ad ora che la volontà della figlia venisse riconosciuta. Ciò è avvenuto al più alto grado con il pronunciamento della Corte di Cassazione.
Il pronunciamento della Cassazione è stato il nulla osta perchè la volontà di Eluana Englaro fosse rispettata.
Contro il pronunciamento della Cassazione che sanciva il rispetto della volontà di Eluana, il Ministro Sig. Sacconi ha avvertito delle conseguenze negative cui sarebbero andate incontro le strutture sanitarie che avessero accolto Eluana. Ma l'intervento non ha sortito l'effetto da lui voluto.
Alla vigilia dello spostamento definitivo di Eluana per poterne rispettare la volontà, visto che nè l'intervento del Ministro Sig. Sacconi nè gli interventi della Chiesa a vari livelli, vaticani ed italiani hanno sortito l' effetto voluto, c'è stato l'intervento del Presidente del Consiglio che è andato ad affiancare quelli della Chiesa e del mondo cattolico.
A questo punto bisognava decostruire la figura del padre di Eluana. Dividere il Sig. Beppino Englaro, dalla figlia Eluana e di conseguenza dalla volontà di sua figlia per poter affermare che il Sig. Englaro non riporta la volontà della figlia.
E così è stato fatto.
Il Presidente della Regione Lombardia Sig. Formigoni ha detto:
"Eluana rischia dunque di morire sulla base di una volontà solo presunta....." (il Giornale.it n. 34 8.2.2009).
Il Presidente del Consiglio Sig. Silvio Berlusconi:
"La nostra è la cultura della vita e della libertà, dall'altra parte c'è la cultura della morte e dello statalismo" (Il Tempo.it 8.2.2009).
Ma la primogenitura di questo tipo di argomentazioni non è stata nè del Sig. Formigoni, nè del Sig. Berlusconi ma è stata de l'Avvenire, quotidiano dei Vescovi italiani, del 5 febbraio 2009 pag. 7, che non solo squalifica il padre di Eluana, ma sollecita la moglie Saturna Englaro a dissociarsi dal marito e convincerlo che sbaglia. (Ma l'unità della famiglia non era un valore?).
L'articolo è presentato così:
"il caso
Le persone a lei vicine si rivolgono a Saturna, la mamma di Eluana. "Non crediamo che vorrebbe vederla spegnersi per la fame e la sete. Non ha mai parlato finora: lo faccia adesso. Convinca il marito". E spuntano altre testimonianze di conoscenti della giovane: "Con lei non si parlava di morti o di incidenti: amava la vita".
SOFFERENZE DI FAMIGLIA
"La volontà del padre. E la madre? il mistero di una presenza assente. Le sue amiche: andava da lei fino a 2-3 anni fa."
Si legge della Signora Saturna che:
"In questi anni, Saturna non è mai apparsa, non ha mai rilasciato interviste; ha sempre lasciato andare avanti il marito del quale (così almeno dicono le carte e gli appelli lanciati persino al presidente della Repubblica) avrebbe condiviso l'operato. Ma qual è davvero la sua volontà?"
Con una tecnica da pedagogo più che da giornalista che vuole formare più che informare, si butta là un "così almeno dicono le carte..." ed un "avrebbe condiviso l'operato".
Il diritto alla privacy a cui il nostro Presidente del Consiglio è tanto sensibile in questo articolo è del tutto ignorato. Si scrive della vita famigliare degli Englaro, non si sa con quale titolo, dei bei tempi andati, delle vacanze al mare con Eluana fino ad arrivare a farsi questa domanda:
"Ma adesso vorrebbe vederla morire di fare e di sete?", ed a darsi questa risposta incredibilmente in nome delle donne, delle mamme di Lecco, nonchè delle amiche più care della Signora Saturna:
"Le donne, le mamme di Lecco, le sue amiche più care sono certe di no, perchè è impossibile che una di loro, una che abita a pochi metri dalle loro case, una "signora tanto fine e gentile", possa chiedere - di più, invocare - una fine tanto terribile per la figlia amatissima. Perchè Saturnia, e su questo le testimonianze sono concordi, non ha mai smesso di amare Eluana. E di sperare."
Poi è descritta la differenza di qualità tra l'amore paterno e quello materno:
"Perchè, certo, il papà ti stringe tra le sue braccia forti, ma è la mamma che ti avvolge, che ti copre con un calore che, quando lo provi, non lo dimentichi più. E Saturna faceva cosi' con Eluana.''
Si descrive poi il rapporto di Eluana bambina con la madre, sempre secondo le donne di Lecco e le sue amiche piu' care:
''No, le donne di Lecco, le sue amiche piu' care (che vogliono mantenere il riserbo pubblico sulla loro identita'), non credono che adesso la voglia vedere morire di fame e di sete. Lei che, quando Eluana e' nata, le ha offerto il proprio latte, l'ha cullata quando non stava bene e coccolata con tenerezza, provando una gioia grande nel sentire quel tipico "odore di neonato" che dura poco ma non si scorda piu'. Un legame che ha unito sempre piu' madre e figlia. Con Beppino spesso in viaggio per lavoro, la casa era riempita dalle loro ......".
L'articolo termina con queste parole:
"Le carte dicono che approva l'operato del marito, ma continua a comperare vestiti a Eluana. Forse, in cuor suo, spera che le possano ancora servire.''
Con questo tipo di articoli non si entra solo nella vita delle persone ma sacrilegamente persino nella loro coscienza.
Si vuole mettere in dubbio le dichiarazioni del Sig. Englaro sottoscritte dalla moglie, con le credenze ''non credono che adesso la voglia vedere morire di fame...'' delle non meglio definite ''donne di Lecco'' e di persone anonime che vengono definite da chi ha scritto l'articolo ''le sue amiche piu' care''. Queste sono le credenziali inesistenti di questo articolo.
Ma per chi ''detiene la Verita' '' questi sono dettagli inutili.
La Menzogna piu' grande infatti non e' il ''dire bugie'' ma il ''detenere la Verita' ''.

domenica 8 febbraio 2009

Eluana come padre Pio, si vede quello che si crede

Sul quatidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, ieri c'era scritto a proposito di Eluana Englaro:
''...se si entrasse nella sua stanza nottetempo,mentre dorme, niente ci rivelerebbe la sua disabilita'....Non pelle e ossa ma un corpo sano e florido, non membra rattrappite in posizione fetale ma la naturale postura del riposo, non piaghe ma una pelle freschissima, non ghigni di dolore ma un viso tranquillo...''(Avvenire 7.2.20099.)
pare la descrizione dell'immagine di padre Pio che i telespettatori hanno visto quando e' stata esposta e che i fedeli vedono quando gli sfilano davanti a San Giovanni Rotondo.
Ma Padre Pio e' morto.

Alcide De Gasperi: la coscienza di un politico cattolico

Molti dei politici di oggi, non fa differenza se cattolici, atei, atei credenti o atei papisti - si sono inventati pure questo - hanno spesso come prerogativa di vita personale, giunti alla mezza età, di divorziare e di risposarsi, con donne di molto più giovani di loro, così sperando -diminuita forse la speranza nella vita eterna - di crearsela in qualche modo su questa terra.
Nonostante questa loro condotta certo legittima ma che li colloca, per la Chiesa, nell'area dei "pubblici peccatori", hanno un comportamento sensibile ai dettami della Chiesa stessa, o meglio della Santa Sede, non distinguendo né facendo così più distinguere dove finisce la Santa Sede e dove comincia la Repubblica Italiana.
Alcide De Gasperi cattolico praticante non assomiglia per nulla a questo tipo di politici.
De Gasperi, leader prima del Partito Popolare e poi della Democrazia Cristiana, rispettivamente prima e dopo il ventennio fascista, sapeva esattamente dove finiva la Santa Sede e dove iniziava la Repubblica Italiana. Per questo suo comportamento ha pagato duramente sia politicamente che personalmente:
"Nel giugno del 1952 in occasione del suo trentesimo anniversario di matrimonio e dei voti perpetui della figlia suor Lucia, De Gasperi e sua moglie chiesero attraverso l’ambasciata italiana in Vaticano, un’udienza pontificia. La risposta che dovette portare a De Gasperi l’ambasciatore italiano Mameli fu negativa. Così rispose per iscritto De Gasperi

Come cristiano accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla; come presidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, m’impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento."
(da Giorgio Solmi, Charlie Brown sarebbe nato nel 1950...", capitolo "Il De Gasperi uomo solo", pag. 210).

Questa era la consistenza di questi uomini politici al di la dell'essere più o meno d'accordo sulle loro posizioni politiche. Uomini come De Gasperi assicuravano almeno il "minimo vitale" sul quale una nazione può esistere.
Gli uomini politici di questo inizio di terzo millennio hanno come primo punto di assicurare il "massimo vitale" a loro stessi, anche facendoci discutere nelle piazze su embrioni e stati vegetativi, quando di embrioni e stati vegetativi e di altri temi che riguardano la vita e la morte di ognuno di noi, l'unico sovrano siamo noi stessi.
Se non si vota su Dio, non si vota neppure sull'uomo.

Andreotti sul caso Englaro: "Il governo non deve impicciarsi

Si riporta per intero ad uso dei cattolici e dei nostri governanti l'intervista rilasciata dal Senatore a vita Sig. Giulio Andreotti a La Stampa:
"Senatore Giulio Andreotti, ha fatto bene Napolitano a non firmare il decreto «salva-Eluana»?
«Sì, credo che la contrarietà del capo dello Stato sia pienamente motivata. Il problema che si può risolvere d’autorità come voleva fare il governo. Può darsi, se lo si riterrà necessario, che si possa approvare una legge in Parlamento sul fine vita e il testamento biologico. Oggi, però, secondo le regole giuridiche che sono in vigore, non c’è nessun diritto né dovere di intervenire d’urgenza da parte del governo. Perciò condivido appieno la condotta del presidente Napolitano e non mi riconosco nelle critiche che ingiustamente gli vengono mosse».
Ma la vita non è sempre sacra?
«Secondo me un governante non può impicciarsi in una vicenda totalmente privata. Qui, nel dettaglio, il governo sul delicato tema del fine vita ha inizialmente imboccato la strada sbagliata. Senza valide motivazioni, ha optato per un decreto legge nonostante il parere negativo espresso preventivamente dal Presidente della Repubblica. Poi dopo che il capo dello Stato ha ufficializzato il suo giusto no, il governo ha ripiegato su un disegno di legge da portare in tempi rapidi all’esame del Senato. Berlusconi doveva regolarsi diversamente. In questo tipo di situazioni, se eventualmente un’interferenza può esserci, può arrivare soltanto dai genitori o dai familiari. Non è una questione politica e poi, piaccia o non piaccia, è difficile ignorare la drammatica oggettività della condizione di Eluana Englaro».
Cioè?
«Non esiste una regola obiettiva e ogni caso è un caso a sé, però la possibilità teorica che Eluana risorga dalla sua tragica situazione è una su mezzo milione. Capita pure che si risvegli chi ha l’encefalogramma piatto, ma mi sembra effettivamente forzato interpretare la vicenda sotto questo aspetto, aggrappandosi a una possibilità che scientificamente resta solo sulla carta».
Come deve regolarsi un cattolico praticante come lei?
«Credo che sia un problema che ognuno debba risolversi come crede. Non esiste una regola generale. Mi sembra un modo troppo sbrigativo quello di rifarsi a pronunciamenti esterni alla coscienza. Tanto più che se la Chiesa non fissa espressamente una norma nel proprio magistero, noi cattolici non siamo esposti né tenuti a conformarci. Quindi, fissare il limite di ciò che è o non è vita, è una questione che ognuno di noi deve affrontare nel proprio io».
Eppure sembra in atto uno scontro senza precedenti tra Vaticano e Quirinale per il no al decreto...
«Non ci sono reali nodi da sciogliere, anzi dalla Santa Sede nei mesi scorsi sono arrivati attestati di stima per il presidente Napolitano, assieme al riconoscimento di frequenti concordanze di vedute. Non condivido le critiche di alcune associazioni cattoliche al Colle, né tanto meno quelle di esponenti politici che si richiamano alla Chiesa in un modo strumentale. In queste ore di Santa Sede e di Concilio Vaticano II ne parla anche molta gente che non sa neppure dove stanno di casa. L’esasperazione dei toni è nemica della verità ed è una pessima consigliera».
Dal mondo cattolico si è arrivati a chiedere la revoca della tutela al padre di Eluana. E’ d’accordo?
«No, anzi ritengo che tutti dovrebbero fare un passo indietro di fronte al dolore della famiglia Englaro. C’è un dovere di rispetto e anche una delimitazione degli ambiti che occorre salvaguardare. E’ una tutela dalla quale non si può prescindere in una condizione così dolorosa. Qui non si tratta di una questione pubblica. Il calvario di Eluana non deve diventare un caso politico, altrimenti lo si snatura colpevolmente. Ci sono vicende nelle quali la politica deve fermarsi sulla soglia di casa delle persone. Abbiamo a che fare con una famiglia già duramente provata da una tragedia e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere d’imperio».
Si profila un conflitto istituzionale tra governo e presidenza della Repubblica?
«Non ne vedo gli estremi, sinceramente. E non mi sembra che si vada verso un epilogo di questo genere. Anche perché mi sembra difficile negare la fondatezza dei motivi addotti dal capo dello Stato per non firmare il decreto. Se si vuole approvare una norma, si segua la via parlamentare, ma poi si deve essere disposti a verificare l’effettivo consenso sulla proposta di legge. Rimane, però, che nel quadro giuridico attuale il governo non avrebbe potuto decretare su questa materia. Perciò non vedo francamente quali accuse o rilievi critici possano essere mossi a Napolitano».
Cosa la turba di più nella mobilitazione cattolica?
«Non credo che attorno al dramma della famiglia Englaro si possano inscenare proteste pubbliche o manifestazioni di piazza. Se c’è una situazione in cui sia necessario abbassare i toni del dibattito e meditare ognuno singolarmente è proprio il caso Englaro. In situazioni del genere e in assenza di una palese prescrizione ecclesiastica, sarebbe opportuno decidere ciascuno per sé, in modo pacato, equilibrato, senza isterismi. Per sensibilità umana ma anche per correttezza di credenti dovremmo confinare la riflessione al livello della coscienza individuale. Non farne una bandiera da innalzare nei cortei di piazza». " (La Stampa.it 8.2.2009)

Formigoni: "Un ateo farebbe come me"

Intervenendo sulla vicenda Englaro, il Presidente della Regione Lombardia Sig. Formigoni ha dichiarao: "Se al mio posto ci fosse un ateo.......avrebbe dovuto fare le medesime scelte che ho fatto io".
C'è da chiedersi per quale ragione sarebbe morto Gesù Cristo sulla croce se dopo 2000 anni di cristianesimo il comportamento tra un ateo ed un cattolico è lo stesso?

Se io fossi il padre di Eluana Englaro....

Ieri è stata la giornata del "Se io fossi.....".
Il Presidente del Consiglio Sig. Silvio Berlusconi ha detto: "Ho pensato" e se fosse mia figlia. come mi comportei? ....non me la sentirei proprio di staccare la spina...." (Il Tempo. it 8.2.2009).
Formigoni Presidente della Regione Lombardia ha detto: "Se al mio posto ci fosse un ateo...."
(il Giornale.it 8.2.2009).
Adriano Celentano, cantante ed attore, ha detto: "Avrei fatto come Berlusconi....." (il Giornale.it 8.2.2009).
I tre insigni dovrebbero ringraziare chi meglio credono di non essere nella situazione di Beppino Englaro. La differenza non è però solo nel dramma che i tre insigni non vivono e che il Sig. Englaro vive. La differenza sta anche nel fatto che i tre insigni vanno contro la volontà del Sig. Englaro e che lui a situazione rovesciata rispetterebbe la loro scelta.
Il "Se io fossi....." lo fanno i bambini nei loro giochi.
Il "Se io fossi....." è un gioco, appunto. Ma Beppino Englaro da 17 anni fa tutto fuorchè giocare.

sabato 7 febbraio 2009

Omissione di soccorso

Il Presidente del Consiglio dei Ministri è in Parlamento dal 1994, ed è stato a capo, dal 1994 al 2009, di quattro governi per un totale di circa 7 anni.
In tutti questi anni non si ricorda una sua particolare dedizione a quanti si trovavano nelle condizioni tragiche di Eluana Englaro, nè un intervento legislativo su questo argomento.
Dopo 14 anni di Parlamento e circa 7 anni a capo di un governo il Sig. Silvio Berlusconi ieri ha preso coscienza del problema e vuole risolverlo in poche ore o pochi giorni, dopo che ha avuto a disposizione anni per farlo.
Da ieri per fare ciò è in atto uno scontro istituzionale fra Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica.
Ieri Berlusconi ha detto che:
Non possiamo far ricadere su di noi la responsabilità della morte di Eluana»
Mi sentirei responsabile per omissione di soccorso nei confronti di un persona in pericolo di vita»
Se non ci fosse la possibilità di ricorrervi tornerei dal popolo a chiedere il cambiamento della Costituzione e del governo».(frasi come riportate da Il Tempo del 7.2.2009).
E' chiara la sproporzione tra l'indifferenza legislativa durata anni verso il problema del Capo del Governo e l'interessamento legislativo improcrastinabile di oggi.
E' un comportamento che fa porre, tra le altre, una domanda: in ballo c'è la vita di Eluana oppure c'è l'utilizzo della vita di Eluana per legiferare in fretta su una materia che riguarda personalmente ognuno di noi, su quello che oggi L'Osservatore Romano chiama "fine vita?

Dagli embrioni al coma vegetativo:
chi controlla l’inizio e la fine
controlla tutta la vita

La Santa Sede, i vescovi italiani e il mondo cattolico che lo ha fatto, dopo avere invitato gli italiani a non andare a votare per il referendum che aveva per oggetto la procreazione assistita con ciò che implicava, ed avere colto l’obbiettivo del non raggiungimento del quorum per potere ritenere valido il referendum, ora Santa Sede, vescovi italiani e mondo cattolico si dedicano ad Eluana Englaro per affermare la loro potestà su di essa, in questo trovando una interfaccia viva e attiva nel Sig. Berlusconi Capo del Governo italiano e di tutti i ministri uniti con lui.
Dentro a questo disegno, responsabilità individuale, facoltà di intendere e di volere, l’amore e il rispetto per gli altri non sono più elementi normali della condizione dell’uomo, ma altrettanti ostacoli.
Su un tema come quello che oggi si dibatte e sul quale in fretta si vuole legiferare, cioè di voler togliere la possibilità ad una persona di poter decidere della qualità della sua morte e di consegnare tale facoltà allo Stato con la benedizione del Papa e dei vescovi uniti con lui, si cancellano le facoltà giuridiche e esistenziali della responsabilità individuale dell’intendere e del volere assimilandoci tutti ad embrioni ed allo stato vegetativo.
Ma non siamo né embrioni né in stato vegetativo.

Testamento biologico o legislazione di fine vita?

Monsignor Eugenio Betori nel suo ultimo intervento in qualità di Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana il 30.9.2008, ha fatto una importante precisazione:
Preferisco non parlare di testamento biologico, ma di legislazione sul fine vita”.
Pare una scelta di poco conto, invece e una scelta cardinale, anche se fatta da un vescovo ed è un nuovo tratto del disegno atto ad espropriarci della possibilità personale di decidere.
Infatti testamento vuole dire che la persona dispone di se liberamente. Come chi scrive un testamento manifesta la propria volontà sovrana di consegnare le proprie sostanze a questo od a quello - per esempio anche alla Chiesa – e nessuno può decidere altrimenti, così con il testamento biologico si manifesta la propria volontà sovrana di decidere del proprio corpo.
Con la legislazione sul fine vita è invece qualcun altro – lo Stato - che decide per me. Gli atti che si stanno consumando in questo ore e giorni vanno quindi nella direzione di cancellare dall’orizzonte legislativo il testamento biologico. Di conseguenza di testamento biologico il Papa, i vescovi e il Capo del Governo con tutti i ministri uniti con lui, non vogliono sentire assolutamente parlare.

Berlusconi: “Parla di Eluana come di una ragazza «che potrebbe anche in ipotesi generare un figlio».

Tra le varie considerazioni che ha fatto il Capo del Governo c’è stata anche questa. Riferendosi ad Eluana Englaro ha detto che è una ragazza “che potrebbe anche in ipotesi generare un figlio” (da Il Tempo.it 7.2.2009).
A parte il carattere macabro dell’esempio portato a prova del fatto che Eluana è “viva e attiva” pur nel coma nel quale si trova che,unica consolazione, la salva da sentire simili argomentazioni, si può dire che, non solo per ipotesi ma realmente, esistono oramai moltissime migliaia dei così detti “figli della provetta” nella quale provetta cioè è avvenuto il loro concepimento. Dal che si dovrebbe dedurre che la provetta è “viva ed attiva” poiché è in grado di “generare un figlio”?

venerdì 6 febbraio 2009

Berlusconi, Fisichella, Bertone, simulacri

Il Presidente della Repubblica Signor Giorgio Napolitano ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri di non presentare alcun decreto legge che intervenisse ulteriormente nella vita di Eluana Englaro.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Signor Silvio Berlusconi ha ignorato la lettera del Quirinale ed ha riunito il CdM ed ha fatto approvare all'unanimità un decreto d'urgenza per impedire la sospensione della nutrizione artificiale ad Eluana Englaro.Così facendo, è intervenuto a bloccare una sentenza della Cassazione, arrivata dopo un’altra d’appello, che stabilisce il diritto costituzionale della famiglia Englaro ad interpretare il volere della figlia, in stato vegetativo da diciassette anni.
Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita Signor Rino Fisichella è intervenuto dicendo: «Il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini».
Il Signor Giorgio Napolitano sappiamo che lo ha eletto il Parlamento italiano in seduta comune.
Il Signor Silvio Berlusconi sappiamo è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini italiani sia pure con una legge definita dallo stesso che ne ha la paternità "una porcata".
Il Signor Rino Fisichella è stato eletto dal Capo dello Stato della Città del Vaticano.Certo il Sig. Fisichella ha il diritto di dire ciò che vuole. Se lo dice come Sig. Fisichella, nessuno lo ascolterebbe. Non ha alcun diritto di dirlo come Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ed in tale veste interpretare la volontà dei cittadini italiani.
Il Presidente del Consiglio italiano ha deciso di seguire la strada dettata dalla Citta del Vaticano, uno Stato estero e non la strada indicata dal suo Capo dello Stato. Ha così innescato una grave crisi istituzionale. Un Capo di Governo che dipende nelle sue decisioni da un altro Stato è un simulacro di Capo di Governo.
Intanto dalla Città del Vaticano ci informano di cosa NON hanno fatto:
"13:06 - ELUANA ENGLARO: SANTA SEDE, NESSUN “COLLOQUIO TELEFONICO” CARD. BERTONE - BERLUSCONI
“Si smentisce nel modo più categorico quanto pubblicato, con evidenza, questa mattina da un quotidiano italiano a proposito di un presunto colloquio telefonico incorso fra il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ed il Presidente del Consiglio italiano, On. Silvio Berlusconi”. È quanto dichiara il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi".
Ormai sono simulacri. Sono simulacri che non vivendo di vita propria per esistere si inseriscono nelle tragedie degli altri.

giovedì 5 febbraio 2009

Angela Merkel parla Berlusconi tace

Le dichiarazioni dei giorni scorsi del cancellire tedesco Angela Merkel hanno fatto pensare il Vaticano e lo hanno finalmente costretto a chiedere una ritrattazione completa sulla negazione dell'esistenza dei forni crematori nazisti da parte del vescovo Williamson.
Il capo del governo italiano Silvio Berlusconi tace, così come i politici italiani che evidentemente attendono istruzioni dal Vaticano.
Al nostro capo del governo non interessa onorare le migliaia di cittadini italini di religione ebrea che sono morti nei forni crematori nazisti.
Al nostro capo del governo interessa invece la vicenda di Eluana Englaro. La sua azione si intensifica tutte le volte che si prospetta la fine del calvario di questa donna in coma irreversibile da 17 anni. Sulla stampa di oggi troneggiano titoli come "Berlusconi "Sul caso Eluana lavoriamo per intervenire" (IlSole24Ore 5.2.2009).
Il paladino del Popolo delle Libertà che come capo del governo interviene in qualche cosa che più privato e personale non può essere.
Il sedicente liberale, amante della libertà - le parole oramai le usa e le rende insignificanti - fa intervenire il governo a cui è a capo in una materia davanti alla quale ci si dovrebbe fermare, tacere, annullarsi nel rispetto del dolore per una persona e per una famiglia che non decide per altri ma solo per sè.
Faccia altrettanto anche il governo italiano.

L'infallibile in stato confusionale

Oggi L'Osservatore Romano pubblica la nota della Segreteria di Stato vaticana nella quale si ribadisce che il decreto del 21 gennaio 2009 con cui il Papa ha revocato la scomunica "è stato un atto con cui il Santo Padre veniva benignamemnte incontro a reiterate richieste da parte del Superiore Generale della Fraternità San Pio X" e che ora il Papa "si attende che uguale disponibilità venga espressa dai quattro vescovi".
Non doveva essere il contrario?
Prima ci doveva essere la disponibilità della comunità di San Pio X - cioè il penimento e l'abiura della causa della scomunica - e poi il Papa che, riconosciuto attendibile il pentimento, revoca la scomunica?
Infatti per rientrare nella comunione della Chiesa, prima ci si confessa e ci si pente dei peccati e poi si può accedere alla comunione.
L'infallibile è forse in stato confusionale?

mercoledì 4 febbraio 2009

Il vescovo Williamson e Benedetto XVI: imitazioni di se stessi

La scorsa settimana il portavoce vaticano dichiarava che:
"la revoca della scomunica e le dichiarazioni di Williamson sono "due questioni del tutto indipendenti".(Avvenire 26.1.2009, pag. 25).
Oggi una nota della Segreteria di Stato vaticano ci informa che "il Papa non era al corrente delle dichiarazioni negazioniste del vescovo Williamson". (Corriere della Sera, 4.02.2009).
Bisognerebbe informare Benedetto XVI che è infallibile!
Ma è lui od una imitazione di se stesso?

martedì 3 febbraio 2009

Gran Bretagna: il senso della storia ed il senso del ridicolo

E' accaduto che in Gran Bretagna un centinaio di lavoratori italiani non possa lavorare per la realizzazione di una costruzione dentro uno stabilimento dell'azienda francese Total.
Contro questi lavoratori sono insorti i lavoratori inglesi accusando gli italiani di portargli via il lavoro.
Le dimensioni del problema sono ridicole: un centinaio di lavoratori italiani che oltre tutto realizzato il manufatto se ne torneranno a casa loro.
Questa reazione socialmente nazionalista ed economicamente protezionista, in un Paese come la Gran Bretagna culla del capitalismo e del libero mercato, che fondato l'Impero inglese, ha governato sulle popolazioni locali di Nord America, India, Austraia, Sud africa etc.
Nel Lincolnshire hanno perso il senso della loro storia e sono sprofondati nel senso del ridicolo.
Quando gli inglesi che hanno commerciato in schiavi per secoli, sono approdati nel Nord America hanno sloggiato fisicamente le popolazioni locali, così come hanno fatto in Australia ed in Sud Africa.
Questo è lo scenario storico dentro il quale protestano quei lavoratori inglesi.
Ridicoli.
Ridateci Mister Bean.