martedì 17 febbraio 2009

Quando la Parola non ha più alcun significato: il caso di Eluana Englaro

Lo Stato
"il criterio di base di un'autentica democrazia non è il potere della maggioranza, il diritto del più forte. E' esattamente il suo contrario: il criterio di base di una democrazia è il rispetto dei diritti della minoranza - fino, dico io, a quell'estrema minoranza che è rappresentata dal singolo individuo. [applausi]
Questa è la nostra visione politica ed è la visione politica dell'autentico liberalismo: il potere politico ha la sua ragion d'essere in tanto e per quanto protegge e garantisce i diritti individuali. [...] Questo significa che la politica e lo Stato non devono invadere nè la sfera dei diritti inviolabili della persona.....". (i discorsi "a braccio" di Silvio Berlusconi, L'Italia che ho in mente, Ed. Mondadori, Milano, 2000, discorso al Congresso Nazionale Giovani di Forza Italia 11 dicembre 1999, pag. 105, 106)
Il Sig. Beppino Englaro ha per circa 17 anni lottato per vedere riconosciuta la volontà di sua figlia. Dopo 17 anni la Cassazione si è pronunciata riconoscendo la volontà di Eluana essere quella riferita dal padre in tutti questi anni. Se lo Stato è intervenuto è quindi per riconoscere il diritto individuale di Eluana, diritto che coinvolgeva e coinvolge solo la sua persona.E' questa la elementare evidenza. Il diritto individuale è quindi sempre una scelta individuale su se stessi, lo Stato può solo riconoscerlo senza dettare una norma che obbliga tutti a seguirla: lo Stato non deve invadere la sfera dei diritti inviolabili della persona.
Nei giorni scorsi lo Stato invece è stato convocato dal Presidente del Consiglio, d'urgenza nella concretezza delle assemblee del Senato e della Camera per impedire che i diritti inviolabili di Eluana Englaro venissero riconosciuti. E' evidente che si può o meno essere d'accordo con ciò che la coscienza di un individuo vuole applicare a sè, ma ciò non ha nulla a che fare con la possibilità che quel diritto venga negato.

La Chiesa
"O morte, è gradita la tua sentenza
all'uomo indigente e privo di forze,
al vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
a colui che è indocile e ha perduto ogni speranza.
Non temere la sentenza della morte,
ricordati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.
Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perchè ribellarsi al volere dell'Altissimo?"
Questo non è come potrebbe sembrare, il testo di un testamento biologico, ma è un passo de La Bibbia, Nuova versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, uscita proprio nei giorni "dell'assassinio per sentenza di Eluana Englaro", in questo triste mese di febbraio 2009.
Più esattamente si tratta del libro Siracide 41,3,4; libro meglio conosciuto così come era chiamato fino a poco tempo fa, col nome di Ecclesiastico "per l'ampio uso che la Chiesa ne faceva in quanto fonte di insegnamenti pratici".
La morte è quì persino bramata dal sofferente ormai indigente, vecchio decrepito, che ha perduto ogni speranza. Aggiornata al linguaggio di oggi è la descrizione nella quale Eluana aveva scelto, qualora si fosse verificata, di non voler vivere.
Ai tanti Cardinali, vescovi, importanti uomini politici cattolici, nonchè all'Editoriale del 10.2.2009 del quotidiano Avvenire della Conferenza Episcopale Italiana (la stessa CEI dell'edizione della Bibbia sopra riportata), hanno gridato ripetutamente che "Eluana è stata uccisa" si è aggiunto anche Don Cristiano Cavedon che ha dichiarato: "Nessuna etica: questo è omicidio, puro e semplice"(Il Foglio, 10.2.2009).

L'insignificanza
Qui non si tratta di incoerenza su ciò che si dice o si crede rispetto a ciò che si pratica. E' piuttosto il contrario qui siamo di fronte alla massima coerenza. La coerenza di chi pratica l'insignificanza della parola.
Viene così svuotata la Parola che è sempre sacra quando si pronuncia. Svuotata di tutto ciò che la sostiene: il senso che dovrebbe esprimere e che non esprime più.
E allora bisogna ridere molto, essere simpatici, raccontare barzellette. Trattare gli interlocutori come gente che crede a parole vuote, parole insignificanti.
Parlare in astratto di libertà, commozione, cuore, vita, sollecitare le più elementari pulsioni, per comprendere = prendere dentro, tutto.


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