sabato 24 ottobre 2009

Le panchine anti barbone deturpano il paesaggio

La storia si ripete sempre diversa e sempe uguale.
Nel 1939 il governo fascista di allora era impegnato a risolvere quello che presentava come il problema dell'Italia: la "questione giudaica".
Si diceva allora, i giornali, la radio, i ministri, le autorità, i punti di riferimento sociali e culturali, che bisognava ripulire l'Italia dagli ebrei. Gli ebrei erano circa l'1 per mille degli abitanti dell'Italia, circa 45.000 (altre fonti dicono 75.000, ma la sostanza non cambia) a fronte di circa 40/45 milioni di italiani non ebrei. Ma attenzione anche gli ebrei erano italiani, italiani di una religione diversa da quella di Stato: la cattolica.
Quindi da una parte 45 milioni di persone e dall'altra 45 mila ebrei.
Ma erano quei 45 mila che minacciavano i 45 milioni: questo l'incredibile messaggio che era stato fatto passare nella società italiana di allora e che tutti, tranne rare eccezioni, condividevano o non contrastavano.
Oggi ci sono circa 60 milioni di abitanti da una parte e qualche decina di migliaia di barboni dall'altra.
Qual' è la nuova minaccia che ci pende sulla testa? Il fatto che i barboni deturpino il paesaggio, il fatto che i barboni si possano sdraiare sulle panchine per dormire.
E' questa la minaccia al vivere civile, ai 60 milioni di italiani.
In alcune città d'Italia sono state messe panchine "anti-bivacco". In questi giorni a Roma è scoppiata la polemica perchè ci si è accorti che nell'elegante quartiere Prati ci sono panchine anti-bivacco che non per mettono cioè ai barboni di sdraiarsi per dormire.
L'attuale Sindaco di Roma - nipote, sè dicente pentito, di quei fascisti che nel 1939 hanno prima inventato e poi applicato le leggi razziste contro gli ebrei, uccidendoli prima civilmente e poi fisicamente - ha detto di non saperne nulla e comunque di non essere d'accordo. Ma le panchine ci sono da due anni, dall'estate del 2007, non da oggi.
Il Sindaco di Roma non ha detto o fatto l'unica cosa che poteva fare: cioè sostituire immediatamente le panchine anti-barbone.
Segni, tracce, graffiti. I nuovi eleganti graffitari che deturpano la città sono quelli che mettono le panchine anti barbone: sono quelle panchine, non chi non ci può più dormire sopra, che deturpano il paesaggio.

venerdì 23 ottobre 2009

IRAP e Federalismo fiscale

Uno dei primi atti del governo in carica che ha come programma il federalismo fiscale è stato quello di togliere ai comuni l'ICI una tassa locale, con la quale i Comuni coprivano molta parte delle loro entrate.
Oggi è stata annunciata l'abolizione dell'IRAP una tassa che toglie alle Regioni una buona parte delle loro entrate.
E' tutto chiaro: in nome del federalismo e della secessione saltuariamente esibita, si sta consolidando uno stato sempre più centralista al quale le comunità locali di varia grandezza dovranno sempre più rivolgersi e chiedere denaro per la loro sopravvivenza.
I cittadini non si accorgono che togliere soldi a comuni e regioni equivale togliere servizi dalla loro vita e quindi soldi dalle loro tasche.
Da chi sventola il federalismo fiscale bisognerebbe esigere che togliesse tasse nazionali e lasciasse tasse regionali e comunali. Ma il cittadino quando diventa popolo, diventa spesso anche bue.
Popolo è una porola che utilizzata con libertà e democrazia può formare una miscela populista e demagogica che può annebbiare e permettere a chi accentra i poteri nelle proprie mani di passare per un federalista od un secessionista!
Al grido di "Roma ladrona" si concentrano a Roma tutte le risorse finanziarie dello stato.
Un capolavoro!

sabato 8 agosto 2009

Anniversario fucilazione di UGO BASSI 8 agosto 1849

8 agosto 1849
8 agosto 2009

160esimo

anniversario della fucilazione a Bologna di

UGO BASSI

"A DI' 8 AGOSTO 1849 - UGO BASSI - CITTADINO ITALIANO - E SACEDOTE DI CRISTO - CADEVA - FUCILATO DALLE MILIZIE DELL'IMPERATORE AUSTRIACO - PER SENTENZA DELLA FAZIONE SIGNOREGGIANTE - NEL NOME DEL PONTEFICE ROMANO"
Giosuè Carducci


queste parole ho lasciato oggi, assieme ad un piccolo mazzo di rose, là dove Ugo Bassi è stato fucilato, là dove ha trascorso l'ultima notte e là dove c'è la sua statua in Bologna.

(Buona notte Jacopo!)

mercoledì 10 giugno 2009

Una democrazia della farsa

Ieri sera a tavola mentre mangiavano e bevevano i due che ci governano hanno deciso che al prossimo referendum gli italiani non devono ritirare la scheda referendaria.
Veramente è stato il leader della Lega che, forte del successo elettorale, ha chiesto al leader del PdL di cambiare la sua posizione che prima era favorevole al referendum. Ha offerto in cambio il suo voto ai prossimi ballottaggi di comuni e province che si svogeranno il 21.6.2009 prossimo.
Così chi detiene il 6,20% dei voti degli Elettori (3.126.915. voti ottenuti alle Europee infatti è il 6,2% dei 50.341.790. di elettori, anche se tutti dicono che la Lega è al 10,20%) è in grado di dettare gli orientamenti sul referendum.
Al referendum precedente erano stati i Vescovi ed il Vaticano ad invitare i cattolici ad andare al mare e comunque e non votare, oggi è un signore che ogni anno va alle sorgenti del Po e riempie una ampollina di acqua per poi portarla sulla laguna di Venezia e versarla in quel mare.
Rendono ogni cosa alla loro misura.
Di farsa, appunto!

martedì 9 giugno 2009

Il voto del vuoto

In questi giorni si perpetua una usanza tanto radicata quanto invisibile: quella delle percentuali nelle elezioni. Raramente si parla dei voti numericamente presi dalle varie liste e la sola percentuale che si cita è quella rispetto al numero dei votanti e mai quella rispetto al numero degli Elettori.
Esaminiamo le percentuali come sono riportate nel sito del Ministero dell'Interno delle Elezioni Europee appena concluse.
Fissiamo prima i dati di partenza, di riferiento:
Elettori 50.341.790.- 100,00%
Votanti 32.747.722.- 65,05%
(dei quali
schede bianche 990.689.-
schede nulle 1.103.519.-
schede non ass. 7.749.-)
Non hanno votato 17.594.068.- 34,95%
Nella specifica dei votanti divisi per voti assegnati ad ogni lista, quel 65,05% che si riferisce al numero dei votanti rispetto agli elettori, diventa come per magia un 100%, come se percentualmente avessero votato tutti e non il 65,05%.
Se si percentualizzano i votanti rispetto ai votanti la percentuale è sempre 100%. E' evidente infatti che qualunque numero rispetto a se stesso è sempre il 100% del numero stesso.
Per brevità si riportano le percentuali indicate dal Ministero solo dei due partiti maggiori:
PDL voti 10.807.327. = 35,26%
PD voti 8.007.854. = 26,13%
Il vero valore percentuale dei voti del PDL e del PD è invece il seguente:
PDL voti 10.807.327. = 21,45%
PD voti 8.007.854. = 15,90%
Con questo semplice giochino percentuale il PDL aumenta il suo peso elettorale - si dice non a caso elettorale e non votavorale - del 64,45% (21,45 x 64,45% = 13,81 + 21,45 = 35,26).
Lo stesso vale per il PD che lo aumenta ugualmente del 64,45% (15,90 x 64,45% = 10,23 + 15,90 = 26,13).
La reale rappresentatività
del PDL è dunque di circa 1 italiano su 4,6 e NON di circa 1 italiano su 2,8
quella del PD è di circa 1 italiano su 6,2 e NON di circa 1 italiano su 3,8.
Così fatti i conti tornano:
10.807.327 di voti del PDL x 4,6 danno il numero dei votanti,
gli 8.007.854 di voti del PD x 6,2 danno il numero dei votanti
(la leggera differenza è dovuta ai decimali)

Quindi chi governa in Italia chiunque sia la coalizione od il partito, rimane sempre una, sia pure consistente, minoranza che in quanto tale dovebbe essere meno arrogante.
In primis non arrogarsi rappresentatività inesistenti.
I 17.594.068.- di italiani che non hanno espresso il proprio voto rappresentano poco meno del totale degli elettori dei due principali partiti e quasi il doppio del maggior partito italiano.
E' vero chi non vota non conta. Ma una democrazia che è indifferente a 17 milioni di cittadini che non trovano rappresentatività nelle sue istituzioni, sta diventando un simulacro di democrazia.
Ed i leader politici che non si pongono questo problema, se non lo sono già, molto probabilmente diventeranno teatranti e quando si recita per esistere, siamo già in un teatro.

giovedì 28 maggio 2009

Di papy ce n'è uno solo

Una volta si diceva "di mamma ce n'è una sola", oggi si può dire seguendo le vicende familiari del Capo del Governo italiano di "papy ce n'è uno solo".
Quando al nascere di questa vicenda sul quotidiano "Libero", diretto da un amico del Capo del Governo, sono state pubblicare le fotografie della moglie del Capo del Governo con il seno di fuori, nessun figlio è intervenuto: nè figli, nè figliastri a dire "vergogna!".
Non sono intervenuti neppure quando il Capo del Governo ha detto che la loro madre, per tre, e matrigna, per due, doveva chiedergli scusa per quello che aveva detto e scritto e che quello che aveva scritto era stata indotta a farlo, quasi che non avesse la capacità di intendere e di volere.
Nessun figlio o figliastro ha speso pubblicamente una parola in difesa della propria madre o matrigna.
Ieri il leader dell'apposizione - che il centro destra se non ci fosse dovrebbe inventare - con la domanda rivolta agli italiani che diceva "fareste educare i vostri figli da un uomo così?", è riuscito in un solo momento a oscurare le pesanti considerazioni che proprio ieri molta stampa estera - Financial Times, El Pais etc.. - faceva sul nostro Capo del Governo, e fare insorgere i fino ad oggi silenti figli delle due moglie del Capo del Governo.
E' lui che li fa vivere come vivono: non possono altro che ringraziarlo.
Non sono più i tempi nei quali i figli dei super ricchi contestavano il padre e la sua ricchezza che portava in sè ancora quell'ombra di ingiustizia e di condanna dell'evangelico "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli".
Non sono più i tempi in cui quel disagio era percepito dai figli dei ricchi che cercavano una propria strada al di fuori dei valori del padre, valori che lo avevano portato ad accumulare tanto denaro da fargli credere che gli altri potessero solo invidiarlo.
Non sono più i tempi nei quali si intravedeva un più stretto rapporto tra la montagna di denari di questi padri e il deserto di povertà che c'era intorno a quella montagna.
Nella giornata di ieri assieme a queste diatribe che qualificano la qualità umana e "divina" dei protagonisti, era in corso in Sardegna uno sciopero per la morte, la giornaliera morte, di tre operai, uno dei quali aveva quattro figli.
Non una parola, anche solo a testimonianza di una vicinanza umana, nè da parte di "papy" ne dei figli di "papy", tutti intenti a celebrarsi a vicenda, in attesa di andare a passare tutti insieme un fine settimana in una delle ville in Sardegna: senza mamme si intende.
No, Capo del Governo, Lei, non si illuda, non è un uomo da invidiare.

lunedì 4 maggio 2009

Cose private

Il Presidente del Consiglio in carica ha ricevuto la notizia che sua moglie vuole divorziare da lui.
In due interviste ai direttori del Corriere della Sera e Stampa, ha detto:
"Queste sono cose private, privatissime, che non dovrebbero finire sui giornali".
Il rapporto tra lui e sua moglie è una cosa privatissima. Nel rapporto fra Eluana Englaro ed Eluana Englaro invece lui non ci ha visto nulla di privato e ne ha fatto prima argomento per un dibattito durato settimane e settimane aggiornato di ora in ora e che ha avuto per oggetto perfino le eventuali mestruazioni di una donna in stato vegetativo da 19 anni, e poi oggetto di una legge dello Stato.
C'è però una costante nel Presidente del Consiglio in carica: la sua assenza di considerazione per le donne che non hanno, per lui, evidentemente capacità di intendere e di volere.
La volontà di Eluana Englaro non era quella che lei aveva espresso in vita, ed ora la moglie Veronica Lario, non ha deciso lei ma: "Veronica è caduta in un tranello. E io so da chi è consigliata. Meglio, sobillata."
Con buona pace per il 76% degli italiani che il Presdiente del Consiglio in carica dice lo gradiscano.

venerdì 10 aprile 2009

Funerali di Stato della Città del Vaticano

Tutti credono di stare assistendo ora a funerali di Stato, dello Stato italiano. No stanno assistedo a funerali organizzati e presieduti da autorità dello Stato della Città de Vaticano.
Con rara sensibilità la cerimonia è infatti presieduta dal Segretario di Stato della Città del Vaticano Mons. Bertone e partecipa anche il Segretario particolare di Benedetto XVI quale segno di massima attenzione da parte del Papa.
La cerimonia ci hanno informato i telecronisti è stata preparata ieri in Vaticano.
I rappresentanti dello Stato italiano anche oggi ascolteranno l'omelia del Segretario di Stato vaticano Bertone e non l'omelia del Vescovo della Chiesa locale o di qualche sacerdote rappresentante la comunità direttamente colpita dal terremoto.
Gli abruzzesi sono stati espropriati della casa dal terremoto e dei funerali dalle autorità italiane e di un altro Stato.
Gli abruzzesi vedranno alla fine di questi funerali di Stato vaticano, i vari elicotteri, quello del Capo del Governo, quelli di altre autorità alzarsi in cielo ed andarsene e tornarsene da dove sono venuti, lontani anni luce dalle loro condizioni attuali di terremotati.
Ora ha iniziato il Segretario di Stato vaticano Cardinale Bertone la sua omelia con la quale siamo certi ci insegnerà ancora una volta come bisogna vivere ma soprattuto come bisogna morire.

Specialisti in funerali di Stato

Poco prima delle 11,00 è giunto in elicottero il Capo del Governo, quello che ha dichiarato "Non credo al dolo". E' stato inquadrato mentre si aggirava tra le bare con le mani congiunte e l'aria affranta. Poi è passato davanti ai parenti confortando gli uni e gli altri.
Quello del "Non credo al dolo" può dichiarare questo e contemporaneamente abbracciare quelli che sono morti di "Non dolo", ma evidentemente per "grazia ricevuta".
Sono certo che quello del "Non credo al dolo" non ha incontrato tra i parenti i genitori nè la sorella di uno degli studenti che è morto nello studentato universitario.
Poi sono giunti uno ad uno i politici. Specialisti nel frequentare funerali di Stato. Specialisti del "Non dolo". Non si fermano davanti a nulla, non si fanno da parte davanti a nulla, nemmeno davanti a bare e bare allineate.

Il non credente

Abbiamo visto, due esempi fra tutti, edifici pubblici come alcuni reparti dell'ospedale dell'Aquila e la casa dello studente, gravemente danneggiati o crollati.
Abbiamo visto interi paesi rasi al suolo, come bombardati.
Il nostro Capo del Governo, rispetto a questo, ha dichiarato "Non credo al dolo".
E' questo l'uomo che ha in mano il Governo italiano, che pensa continuamente per noi, che ci garantisce, uno che non crede al dolo.

giovedì 9 aprile 2009

Abruzzo: il palinsesto che fa vincere in TV

L'Abruzzo e l'Aquila sono diventati luoghi dove si aggirano decine e decine di troupe televisive che producono ore e ore di programmazione e quindi di pubblicità a costo irrisorio.
Infatti l'evento, il terremoto e gli attori, i terremotati, sono gratis.
La normale programmazione è stata infatti stravolta. I programmi in palinsesto non sono andati in onda, sostituiti da ore e ore di giornalisti che si aggirano tra i terremotati importunandoli con domande demenziali tipo "Non ha mangiato perchè non ha appetito?", oppure "Come si sente ad avere perso la casa?". E poichè i programmi vanno avanti anche fino all'una ed oltre della notte, questi giornalisti vanno a svegliare bussando ai finistrini, persone che dormono in auto per chiedere "Perchè dormite in auto?" o cose del genere.
Una giornalista su RAIUNO al TGUNO ha fatto l'elenco dei grandi ascolti che hanno avuto le trasmissioni Rai dedicate al terremoto, citanto cifre, programmi, record di ascolti, primati raggiunti.
Il grande set d'Abruzzo frutta giorno dopo giorno trasmissioni televisive, ore ed ore di pubblicità che diversamente dalla normale programmazione non è stata sospesa.
Si passa così dal vedere il dramma della morte e della distruzione al messaggio pubblicitario: "Diarrea, flatulenza......" o cose del genere.
Il terremoto è diventato un contenitore pubblicitario potentissimo che produce ascolti che non si raggiungono con la normale programmazione.
Programmazione che viene spostata in avanti così da avere già materiale pronto per le prossime settimane ancora da mandare in onda e già ammortizzato.
Il terremoto una vera e propria disgrazia per gli abruzzesi, una vera e propria manna per i network televisivi.

Abruzzo: un Salvatore si aggira fra le macerie

C'è un Salvatore che si aggira fra le macerie dell'Aquila, vola sui borghi distrutti, veglia per tutti noi.
Un Salvatore che dice "Garantisco io per la ricostruzione", evidentemente credendosi immortale, vista la sua età e visti anche i tempi di ricostruzione dopo precedenti sismi.
Un Salvatore che in quanto tale prescinde dalla legge. Infatti in uno Stato di diritto la sola garanzia è data dalla legge e non da quella personale e metafisica di "Un Salvatore".
Un Salvatore che da ieri,aveva detto,sarebbero iniziati i sopraluoghi dei paesi e delle case lesionate "stanza per stanza, crepa per crepa", mentre ancora oggi la terra trema quasi come lunedì notte. Se non si è in grado di prevedere l'inizio dei terremoti, difficilmente se ne può prevedere la fine. Che crepe si possono valutare fino a che non cessa la causa di quelle crepe?
Un Salvatore che abbraccia vecchiette terremotate che gli si abbandonano contro, lui protetto con l'elmetto dei vigili del fuoco e le vecchiatte senza nulla in testa.
Un Salvatore che fa votare leggi in cui si parla di federalismo e che annuncia di avere pensato di dividere per 100 le zone terremotate e di affidarne ognuna, per la ricostruzione, ad altrettante Province italiane, Province all'oscuro di tutto.
Il Salvatore penza che federalismo sia il sistema con il quale il centro distribuisce alla periferia ciò che decide il centro. E' invece esattamente il contrario. In una federazione si uniscono le volontà o meno dei federati: lo vada a chiedere agli svizzeri.
Il Salvatore non manca di fare avere la sua diuturna presenza nei luoghi terremotati, una presenza che penserà evidentemente taumaturgica.
Per fortuna che a Capo del Governo c'è un Salvatore.

Abruzzo: terremoto anche sulle scuole

In Abruzzo, come quasi tutti gli edifici pubblici costruiti da privati, anche le scuole sono inagibili dopo il terremoto.
Il terremoto naturale era stato però preceduto da un terremoto governativo che ha tagliato per l'anno scolastico 2009/2010 per la sola scuola primaria, cioè le elementari, 9.967 di insegnanti.
Per l'Abruzzo in particolare i tagli sono di 300 insegnanti.
Quindi prima del terremoto in Abruzzo il Governo aveva reso inagibili 300 insegnanti, tagliandoli dal corpo docente.
In Abruzzo ha fatto più danni il Ministero dell'Istruzione alla scuola primaria che il terremoto.

martedì 7 aprile 2009

Il sesso dei terremoti

Striscia la Notizia, Canale 5, e Porta a Porta, RaiUno, uniti nella lotta nel proporci la domanda: "qual'è il sesso dei terremoti?".
Striscia e Porta a Porta ieri sera hanno mandato in onda, quel ricercatore che dice di avere previsto questo e di poter prevedere in generale i terremoti.
Vale a dire, allo stato delle cose, si tratta di impostare una discussione che ha la stessa consistenza di quella di alcuni secoli fa sul sesso degli angeli.
Una cosa è invece incontrovertibile e cioè quella che l'ingegneria edilizia è in grado di costruire edifici che resistono ai terremoti.
Partendo da questo assunto è facilissimo individuare le responsabilità per esempio, di chi pochi anni fa ha fatto costruire - istanza politica - ed ha costruito - istanza tecnica - per esempio l'ospedale dell'Aquila che dopo il terremoto è quasi del tutto inagibile.
E' facile individuare nome, per nome, carica per carica, responsabiltà per responsbilità di chi ha avuto un qualsiasi ruolo riguardante una qualsiasi costruzione pubblica.
E poichè i nostri politici hanno una vita politica mediamente molto lunga sono presumibilmente troppo pochi gli attivi sul territorio nazionale, che possono prendere le distanze da tutto ciò.
Stiamo pur certi che nessun media si prenderà la briga di andare a chiedere conto a chi ha avuto a che fare a qualsiasi titolo e livello con la costruzione dell'ospedale dell'Aquila, oppure dello studentato universitario, dove sono morti giovani studenti, e così via.
Questo è uno dei casi in cui si comprende molto bene perchè i politici non fanno una legge che vieti di presentarsi alle elezioni, dopo due mandati di un qualsiasi carica elettiva. Più stanno a capo degli organi di governo o di amministrazioni pubbliche e meno ci sarà la possibilità che qualcuno chieda loro conto del loro operato, poichè quel qualcuno sono sempre loro.
Oggi utilizzano perfino le elezioni europee per farsi pubblicità, per moltiplicare la propria immagine, sapendo fin da ora che se eletti dovranno dimettersi per incompatibilità con le cariche che ricoprono in Italia.
Così raggiungono due obiettivi: la pubblicità sul proprio nome e la gratitudine perpetua di chi metteranno al loro posto.
Per questo, e non solo, nei prossimi giorni vedremo il trionfo della retorica del dolore, della mistica del dolore, rappresentata con la diffusione delle immagini di funerali celebrati dal Vescovo, con le autorità unite nella lotta ad una emergenza che è un'altra occasione per vederli.
Il vero dolore senza retorica e senza mistica, lo vivranno nel loro intimo e sole - come sono state lasciate vivere sole nelle loro case che erano già loro bare - quelle persone che hanno perduto altre persone a loro care.
Per questo già da ora e - ma speriamo di no - nei prossimi giorni si parla e si parlerà del sesso dei terremoti.

lunedì 6 aprile 2009

Macerie!

Sono quasi dieci ore che L'Aquila e dintorni ha subito un terribile terremoto di magnitudo 5.8.
Ora si viene a sapere che a L'Aquila era dal dicembre 2008 che si manifestavano scosse, via via intensificatesi fino ad una scossa di magnitudo 4, che ha preceduto quella odierna, avvenuta nei giorni scorsi.
Di queste scosse, di questi allarmi in Abruzzo a livello nazionale nessuno ha detto nulla. Gli italiani, tranne quelli che di volta in volta sono interessati, non debbono sapere mai nulla.
Gli italiani non debbono essere distratti dall'attenzione sul luccichio delle biglie di vetro che i politici e i religiosi attivi sul territorio nazionale, continuamente ci fanno girare davanti agli occhi.
Biglie di vetro, luccichii che di volta in volta si materializzano in continue fondazioni di nuovi partiti. Finte liti tra politici dello stesso schieramento per rappresentare tutte le posizioni possibili così da avere il massimo consenso. Liti vere tra politici di schieramenti opposti su finti problemi: pericolo comunista, il sesso delle cellule staminali, l'altezza dell'uno, la calvizie dell'altro, il sedere di una velina, ed altre amenità del genere.
Macerie!
Le macerie che ora si vedono in televisione sono corrispondenti alle macerie dell'informazione che fuoriescono giornalmente dagli studi televisivi sotto forma di servizi su l'ombelico del panda cinese, sull'adozione di cani, sullo stress di alcuni vegetali, o su un extraterrestre con la faccia da extraterrestre.
Ora ci sarà la sollecitazione al politicamente corretto, la corsa alla lacrima da reality.
Si chiuderà la bocca a chi si farà domande sui tre mesi di scosse telluriche in Abruzzo, con frasi come: "Ora bisogna pensare ad aiutare non a fare polemiche".
Come se non si potesse donare sangue, fare il volontario, dare una mano e nel contempo farsi delle domande sull'accaduto.
Macerie!
Si vedono macerie dentro i nostri teleschermi, sono le stesse macerie che ad ogni terremoto ci accompagnano da quasi un secolo. Macerie di case che cadono ora 2009, come sono cadute all'inizio del secolo XX a Messina.
Stesso terremoto, stesse case, stesse macerie.
Quando vi è un terremoto in Giappone della stessa intensità di quello oggi manifestatosi in Abruzzo i ricordi che lascia non sono di macerie e di morti, ma spavento e curiosità nel vedere gli oggetti che si spostano. Passata la scossa si raccolgono da terra gli oggetti ceduti e poi si continua a vivere senza pianti, nè macerie.
Il Giappone come l'Italia è una terra di terremoti. Ma diversamente dall'Italia quando ci sono terremoti non crolla nulla o quasi nulla.
Noi in Italia sappiamo chi ringraziare per queste macerie che ogni qualche anno, ci vengono regalate.
Noi sappiamo che dobbiamo ringraziare, partedo dal dopoguerra, la Democrazia Cristiana che per alcuni decenni ha espresso il Capo del Governo, il Partito Socialista Italiano, che per alcuni anni ha espresso il Capo del Governo, il Partito Comunista Italiano che per alcuni anni ha teorizzato e praticato il "compromesso storico" con la Democrazia Cristiana.
Tutti questi uniti nella lotta, non sono stati capaci, essendo su una terra altamente sismica, di mettere al primo posto di qualsiasi loro programma, che tutto ciò che si costruiva da allora in poi doveva avere come prima caratteristica di essere antisismico. In primis ed in particolare tutti gli edifici pubblici: scuole, ospedali, università etc.
Dobbiamo anche ringraziare il vari Movimenti per la Vita e la Chiesa cattolica che ha benedetto con i suoi sacerdoti scuole, ospedali, case, chiese che sarebbero crollate.
Dobbiamo ringraziare ancora la Chiesa cattolica che redarguisce continuamente i politici italiani sul dove e come si debbono mettere i preservativi, su come fare la fecondazione assistita, alimentare una persona in stato vegetativo, ma non ha mai redarguito di terremoto in terremoto, di strage in strage, di lutto, in lutto, alcun governo perchè non aveva avviato un piano per la messa in sicurezza delle case degli italiani. Quelle case in cui alla sera e alla notte vanno a trovare ricovero le famiglie italiane. Famiglie italiane che, ci dicono, essere al primo posto nel cuore del Papa.
Macerie!
Una spiegazione a questo comportamento si può trovare nel fatto che:
- la Democrazia Cristiana ha assicurato la Chiesa per 45 anni che l'Italia aveva come unico riferimento la Chiesa stessa = potere.
- il Partico Comunista Italiano ha regalato alla Chiesa il Concordato dentro la Costituzione Italiana, operazione che non era riuscita neppure a Mussolini = potere.
- Il Partito Socialista Italiano ha regalato alla Chiesa un nuovo Concordato e con esso l'8 per mille = denaro.
Chi ti regala potere e denaro è al di sopra di ogni critica, è al di sopra del bene e del male.
Macerie storiche!
Non resta che il dolore per le vittime vive e morte, mentre di lontano si vede già il volo lento e deciso degli avvoltoi che vengono a pasteggiare con il dolore degli altri.

venerdì 27 febbraio 2009

Ecclesia Mater et magistri del virtuale

Il Vescovo Williamson ha porto le scuse al Papa per le sue dichiarazioni che negavano la Shoah, non per averla negata, ma per il "danno e il dolore che avrebbero arrecato, soprattutto alla Chiesa", aggiungendo un "ma anche" per i sopravissuti che avrebbero subito "ingiustizie" - la morte di sei milioni di ebrei sono "ingiustizie"? - "sotto il Terzo Reich".
Un marziano catapultato sulla Terra potrebbe credere che il Papa, cioè colui a cui sono dirette le scuse, sia la massima autorità ebraica, il capo di quella comunità che ha ricevuto "le ingiustizie" dal Terzo Reich.
Invece no, è chiaro, che il Papa non è affatto il capo della comunità mondiale ebraica, ma è il successore dei papi che hanno visto nascere, crescere e compiersi la Shoah, cioè Pio XI e Pio XII. Papi che hanno sottoscritto "Concordati" - Eugenio Pacelli il futuro Pio XII collaborando fattivamente con Pio XI - con i teorici ed i realizzatori della Shoah: in Italia Mussolini, in Germania Hitler.
Quindi queste sono scuse tanto virtuali quanto è stata reale la Shoah.
Il mondo virtuale non ha storia quindi facendolo entrare nella storia, la può cambiare, la può in qualche modo rendere virtuale e fare diventare apparente realtà ciò che invece è virtuale. E' la traduzione pratica del virtuale e teologico "Siamo in questo mondo ma non siamo di questo mondo", che consente alla Chiesa di benedire (quando la segue), o maledire (quando non la segue) "questo mondo".
Il nostro Governo ha seguito questa traccia creando lo "sciopero virtuale". La delega del governo prevede "l'istituto dello sciopero virtuale, che può essere obbligatorio per determinate categorie". Per scioperare in questo modo servirà un referendum consultivo a meno che non si rappresenti più del 50% dei lavoratori. Non è specificato chi stablirà che un dato sindacato rappresenta o meno il 50% dei lavoratori (di quali lavoratori?). Ma nel mondo virtuale questo si può stabilire "a prescindere" dalla percentuale reale stessa.
Non solo ma chi vorrà scioperare virtualmente lo dovrà dichiarare preventivamente. L'unica cosa reale in tutto questo è il fatto che realmente il lavoratore dovrà preventivamente dichiarare che parteciperà ad uno sciopero virtuale, cioè ad una cosa che non ci sarà.
Ogni settimana ci danno un compito virtuale su cui dibattere scegliendo, da fiore in fiore, ciò che offre il mercato dell'informazione.
Venti giorni fa erano le intercettazioni telefoniche, poi è stato il triste caso di Eluana Englaro, quindi le ronde ed ora il diritto di sciopero.
Bloccando le intercettazioni telefoniche vogliono fare diventare virtuale la realtà agghiacciante che molte di esse rivelano sulla vita dei potenti di turno.
Bloccando la volontà di persone in stato vegetativo, vogliono fare diventare reale una vita che è virtuale e che è stata giudicata tale dal diretto interessato.
Bloccando la possibilità di scioperare, vogliono fare diventare virtuale, un diritto elementare di manifestazione responsabile e di difesa e miglioramento delle condizioni di vita di chi lo sciopero lo fa: cioè di volta in volta la maggioranza e non la minoranza dei cittadini.
Ma chi può vincere una partita contro un giocatore che a seconda delle carte che ha in mano cambia il valore delle carte stesse?
E' questo che ci fa passare da una emergenza all'altra. E' questo che ci lascia disarmati con le nostre carte che sono evidentemente sempre perdenti.
Da questo chi ci può salvare? All'orizzonte non si vedono personalità morali che possano svelare questo colossale imbroglio. Forse la classe intellettuale come quella dirigente per diventare visibile e acquistare quindi un peso mediatico, ha dovuto passare tante e tali selezioni che la visibilità ed autorevolezza sono anch'esse virtuali?
C'è da augurarsi - mentre si sopravvive in questa trincea che è diventata la vita nella quale ci dobbiamo difendere non dai nemici ma dai nostri governanti - che questi governanti passino presto.
Dal fiume che scorre vicino a questa nostra trincea prima o poi passeranno buone notizie.

lunedì 23 febbraio 2009

Il vescovo negazionista Williamson espulso dall'Argentina

"L'Argentina espelle Williamson"

La Sata Sede si è affrettata a precisare:

"Su Buenos Aires nessuna pressione del Vaticano".

Ne eravamo certi!

sabato 21 febbraio 2009

EX-Stato

Ex-democristiani, ex-comunisti, ex-socialisti, ex-fascisti hanno votato la legge che istituisce le ronde fatte da ex-agenti di pubblica sicurezza.
Mai che si potenzino le istituzioni super partes, quali dovrebbero essere gli organi di polizia in uno stato di diritto.
Ma da uno stato di ex, non può che uscire un EX-Stato.

giovedì 19 febbraio 2009

Un disastroso "già visto"

Le ronde sono l'argomento del giorno.
In Italia abbiamo avuto negli anni '20 del XX secolo le nere ronde fasciste che distribuivano dosi di credere-obbedire-combattere a suon di manganelli e ci hanno regalato la dittatura e la seconda guerra mondiale.
Negli anni '70 del XX secolo le rosse ronde proletarie che distribuivano dosi di Viva Marx-Viva Lenin-Viva Mao Tze Tung a suon di sprangate e ci hanno regalato gli anni di piombo.
In questi primi anni del XXI secolo abbiamo le verdi ronde leghiste che distribuiscono dosi di "Viva il Po, via il rom, ce lo abbiamo duro, il dito medio innalzato verso il cielo, il gesto dell'ombrello, la bandiera italiana usata come carta igienica" e tante altre amenità del genere.
Questo mondo decelebrato c'è da augurarsi rimanga circoscritto alle rive del Po, sperando in uno straripamento, sia pure ideale.

mercoledì 18 febbraio 2009

Frigoriferi, automobili, televisori e cervelli

C'è crisi, non ci sono soldi, bisogna selezionare gli investimenti. Avere delle priorità.
Il nostro Governo dà contributi a fondo perduto per comperare frigoriferi, automobili, televisori.
Questo in un paese come l'Italia dove, per esempio il numero è di 35.700.000. auto. Un'auto ogni 1,6 abitanti, su un totale di circa 59.000.000. di abitanti.
Contemporaneamente toglie soldi alla scuola primaria, così che in qualche anno ci saranno in Italia più frigoriferi, auto e televisori e decine di migliaia di insegnanti in meno.
Gli italiani pensano di rottamare auto, frigo, tv ed invece stanno rottamando il cervello loro e dei loro figli.
Quando tutto ciò diventa normale non crea rifiuto ma consenso verso il governo che fa queste scelte vuole dire che è in atto una mutazione che ha cambiato la scala di valori a cui si fa riferimento. E la nuova scala serve per scendere e non certo per salire.

martedì 17 febbraio 2009

Quando la Parola non ha più alcun significato: il caso di Eluana Englaro

Lo Stato
"il criterio di base di un'autentica democrazia non è il potere della maggioranza, il diritto del più forte. E' esattamente il suo contrario: il criterio di base di una democrazia è il rispetto dei diritti della minoranza - fino, dico io, a quell'estrema minoranza che è rappresentata dal singolo individuo. [applausi]
Questa è la nostra visione politica ed è la visione politica dell'autentico liberalismo: il potere politico ha la sua ragion d'essere in tanto e per quanto protegge e garantisce i diritti individuali. [...] Questo significa che la politica e lo Stato non devono invadere nè la sfera dei diritti inviolabili della persona.....". (i discorsi "a braccio" di Silvio Berlusconi, L'Italia che ho in mente, Ed. Mondadori, Milano, 2000, discorso al Congresso Nazionale Giovani di Forza Italia 11 dicembre 1999, pag. 105, 106)
Il Sig. Beppino Englaro ha per circa 17 anni lottato per vedere riconosciuta la volontà di sua figlia. Dopo 17 anni la Cassazione si è pronunciata riconoscendo la volontà di Eluana essere quella riferita dal padre in tutti questi anni. Se lo Stato è intervenuto è quindi per riconoscere il diritto individuale di Eluana, diritto che coinvolgeva e coinvolge solo la sua persona.E' questa la elementare evidenza. Il diritto individuale è quindi sempre una scelta individuale su se stessi, lo Stato può solo riconoscerlo senza dettare una norma che obbliga tutti a seguirla: lo Stato non deve invadere la sfera dei diritti inviolabili della persona.
Nei giorni scorsi lo Stato invece è stato convocato dal Presidente del Consiglio, d'urgenza nella concretezza delle assemblee del Senato e della Camera per impedire che i diritti inviolabili di Eluana Englaro venissero riconosciuti. E' evidente che si può o meno essere d'accordo con ciò che la coscienza di un individuo vuole applicare a sè, ma ciò non ha nulla a che fare con la possibilità che quel diritto venga negato.

La Chiesa
"O morte, è gradita la tua sentenza
all'uomo indigente e privo di forze,
al vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
a colui che è indocile e ha perduto ogni speranza.
Non temere la sentenza della morte,
ricordati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.
Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perchè ribellarsi al volere dell'Altissimo?"
Questo non è come potrebbe sembrare, il testo di un testamento biologico, ma è un passo de La Bibbia, Nuova versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, uscita proprio nei giorni "dell'assassinio per sentenza di Eluana Englaro", in questo triste mese di febbraio 2009.
Più esattamente si tratta del libro Siracide 41,3,4; libro meglio conosciuto così come era chiamato fino a poco tempo fa, col nome di Ecclesiastico "per l'ampio uso che la Chiesa ne faceva in quanto fonte di insegnamenti pratici".
La morte è quì persino bramata dal sofferente ormai indigente, vecchio decrepito, che ha perduto ogni speranza. Aggiornata al linguaggio di oggi è la descrizione nella quale Eluana aveva scelto, qualora si fosse verificata, di non voler vivere.
Ai tanti Cardinali, vescovi, importanti uomini politici cattolici, nonchè all'Editoriale del 10.2.2009 del quotidiano Avvenire della Conferenza Episcopale Italiana (la stessa CEI dell'edizione della Bibbia sopra riportata), hanno gridato ripetutamente che "Eluana è stata uccisa" si è aggiunto anche Don Cristiano Cavedon che ha dichiarato: "Nessuna etica: questo è omicidio, puro e semplice"(Il Foglio, 10.2.2009).

L'insignificanza
Qui non si tratta di incoerenza su ciò che si dice o si crede rispetto a ciò che si pratica. E' piuttosto il contrario qui siamo di fronte alla massima coerenza. La coerenza di chi pratica l'insignificanza della parola.
Viene così svuotata la Parola che è sempre sacra quando si pronuncia. Svuotata di tutto ciò che la sostiene: il senso che dovrebbe esprimere e che non esprime più.
E allora bisogna ridere molto, essere simpatici, raccontare barzellette. Trattare gli interlocutori come gente che crede a parole vuote, parole insignificanti.
Parlare in astratto di libertà, commozione, cuore, vita, sollecitare le più elementari pulsioni, per comprendere = prendere dentro, tutto.

domenica 15 febbraio 2009

Culturismo teologico del corpo e sparizione dell’anima

L’amore per la vita che i cattolici oggi ad ogni occasione manifestano può essere definito una sorta di culturismo teologico del corpo che va ad affiancarsi al vero e proprio culto del corpo che oggi pervade la società, ed a confondersi con esso.
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio “La nostra è una cultura della vita e della libertà, dall’altra parte c’è la cultura della morte e dello statalismo” (Il Tempo.it del 8.2.2009) va in parallelo con la nota della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana: “Cei: non venga meno la passione per la vita”. (Avvenire 10.02.2009, pag. 7).
Queste asserzioni lasciano disarmati gli interlocutori.
Sarebbe come contestare chi dicesse: “La nostra è la cultura dell’aria”, oppure chi predicasse “non venga meno la passione per l’acqua che ci disseta”.
Impossibile ribattere senza passare per pazzi assassini.
Ma la vita, così come l’aria e l’acqua non è un concetto astratto che vive di vita propria.
La vita, la nostra vita è legata indelebilmente al nostro corpo mortale, un corpo inserito nella storia.
Il confine, quindi “la misura” della vita sono inevitabilmente cambiati con il tempo, seguendo il confine e “la misura” del corpo.
Il cardinale Josè Saraiva Matins che in questi giorni ha detto sulla morte di Eluana, secondo quanto riportato da Avvenire: “è stato un omicidio” (Avvenire 10.2.2009, pag. 7), negli anni ’60 del XX secolo avrebbe preso lui stesso dell’”omicida” se all’epoca avesse accettato – come accetta oggi la Chiesa alla quale appartiene – l’espianto di organi da un corpo che ha ancora il cuore che batte. Così a ritroso si può continuare quasi all’infinito.
Portare la vita nell’astrazione è portare la morte nell’astrazione. Con l’astratto e continuo grido alla vita la Chiesa così facendo va ad affiancarsi all’edonismo culturale che ha messo al bando la morte come politicamente scorretta, così come ha messo al bando il corpo che la vita stessa corrompe con il suo trascorrere e che lo rende vecchio e acciaccato. La vita, come il corpo, deve essere così senza rughe, inamidata, fresca, sorridente. Così come pure i vestiti che ricoprono il corpo.
Senza rughe, fresca, sorridente come è stata presentata Eluana Englaro dal quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Avvenire negli ultimi giorni della sua drammatica esistenza.
Fotografia che in quanto tale ha fermato in un determinato attimo di venti anni fa il volto di Eluana.
Quella foto non ha fermato però la vita di Eluana a quel felice momento, né poteva cambiare la tragica realtà della vita di Eluana da quella foto in poi.
La ripetitività di quella foto ha solo evidenziato la tecnica di comunicazione che è quella di chi crede che la ripetitività è verità e che la ripetitività è potere, raggiungendo purtroppo in molti casi l’obbiettivo. Così come questo culturalismo ideologico pare evidenziare dove porti l’adottare, da parte della Chiesa, contenuti e codici di linguaggio che si trovano nel secolo. Nel nostro caso in questo XXI secolo.
Porta a dimenticare che per i cristiani la vera vita non è questa, perché loro sono in questo mondo ma non sono di questo mondo. Concetti che si trovano nel Nuovo Testamento così come nei Padri della Chiesa. Tertulliano dice agli interlocutori romani che: “Innanzi tutto perché nulla nel mondo ci interessa se non la prospettiva di uscirne al più presto”.( Tertulliano, Apologetico, Ed. Laterza, Bari, 1972, pag. 221).
Sant’Ignazio scrive ai Romani del giorno della sua morte: “Ecco, è vicino il momento in cuoi io sarò partorito.” (I Padri apostolici, parte II, Soc. Edit. Internaz., Torino, 1942, VI, 1, pag. 108).
Sì perché per la tradizione cristiana il giorno della morte è il dies natalis, il giorno della nascita in Dio.
Per il cristiano non ha valore la vita tout court, ma la vita finalizzata alla nascita in Dio. Ha valore quindi la vita battesimale, la vita da cristiano, la vita del battezzato, la grazia di Dio, tutto ciò che porta a vivere eternamente in Lui.
Il vero e proprio inno alla vita che la Chiesa in questi giorni ha accentuato si trasforma in un inno pagano alla vita poiché dimentica ciò che per il cristiano dà vita e cioè l’anima. Non c’è stato alcun Cardinale, sacerdote e cattolico impegnato che in questi giorni ci abbia raccontato e ricordato dell’esistenza dell’anima.
L’anima è la grande assente dal dibattito sulla vita.
L’anima che è giustificazione stessa della vita. Esistenza dell’anima che è stata così spiegata:
Se i giovani fossero fatti solamente per imparare a leggere, scrivere e far dei mestieri; se avessero solo un corpo da diventare più agile e robusto, avreste ragione.
Ma essi hanno un’anima, la portano con sé anche quando vanno a scuola e ad esercitarsi nello sport. Ora quest’anima deve coltivarsi sempre, e crescere in bontà…
”.
Ed alla domanda: - “noi conosciamo dei nostri compagni, che non vanno mai dai religiosi, né in Chiesa. Studiano, imparano come professori; e saltano svelti come caprioli. Li chiamereste dei ragazzi morti? - E’ stata data questa risposta:
Purtroppo: morti spesso al buon costume, e perfino alla cortesia più umana; morti, in ogni modo, alla grazia di Dio, al Paradiso. E questi poveri morti non fanno che crescere, con gli anni, nella corruzione, nuocendo alle altre anime con il loro contagio, e preparando rovine e morti anche materiali alla stessa patria. Siate sinceri: fareste a baratto con loro, voi che andate in chiesa e vi regolate in tutto, anche negli studi e nella ricreazione, col santo timor di Dio? Cambiereste la vostra coscienza, la vostra condotta, con la loro bravura a scuola, e alla palestra ginnastica? [Crociata Eucaristica dei Fanciulli, Febbraio 1928, pag. 29,30. Sotto alla testata vi era raffigurato Pio XI seduto in trono circondato da fanciulli vestiti da crociati e questa frase: “In questo apostolato della preghiera stanno in prima fila i piccoli crociati (Pio XI discorso 3 dicembre 1923)].
Tutti concentrati nell’adorazione del corpo i cattolici hanno forse perso l’anima. L’hanno forse dimenticata sfilando davanti al corpo di Padre Pio ricostruito per l’occasione e l’hanno forse persa davanti alla foto di Eluana sorridente, una Eluana che non esisteva più da quasi vent’anni, così come non esiste più da tempo il corpo di Padre Pio presentato alla venerazione dei fedeli.
Tutto il d’affare cristiano si riassume in questa essenza della passività: “La salvezza viene dalla morte di Cristo, non dalle nostre opere”. (Monsignor Bruno Maggioni, Introduzione all’epistolario paolino, in La Bibbia, Ed. San Paolo, 2009, pag. 2331).
Tutto questo copre il proclamato amore per la vita: un universo di anime, demoni, morte letteralmente impresentabile all’uomo del XXI secolo.
Se i cattolici non vogliono fare il baratto con i loro, lascino, i cattolici, la libertà ai loro di non fare il baratto con i cattolici.
I loro che non sanno di avere un'anima, sanno che la vita è fragile, finita e quindi immensamente preziosa ed i loro su questi temi non si azzarderebbero neppure a proporre di decidere per voi, di voi. E se c'è qualcuno dei loro che lo fa state certi che è dei vostri o che prima o poi lo diventerà.
Grazie.

venerdì 13 febbraio 2009

Generi di prima necessità: lavori Teatro S. Carlo di Napoli e contributi ai giornali di partito

Due vere e proprie emergenze nazionali sono state affrontate.
La prima. E’ ripresa la programmazione lirica al Teatro San Carlo di Napoli. Infatti nonostante siano in corso i lavori di restauro gli stessi sono divisi in tre semestri (da luglio a dicembre), dal 2008 al 2010 in modo da consentirne l’attività.
Un Comunicato Stampa del Teatro San Carlo, informa che:
“Stucchi, dipinti, ori, bassorilievi, poltrone, tende riacquisteranno l’antico colore, rinasceranno sotto le cure di esperte mani che lavorano incessantemente giorno e notte, da agosto, per consegnare puntualmente la sala rinfrescata.
Sì, perché tra le novità c’è un nuovissimo e modernissimo impianto di climatizzazione che permetterà una programmazione di spettacoli anche nei mesi più caldi.”
Il Comunicato ci informa pure che:
“Le prime due fasi costeranno 50 milioni di euro, stanziati dalla Regione Campania.”
Finalmente una buona notizia.
Chi vive ai margini della società – ed anche qualche clandestino se educato - avrà così modo di non interrompere l’abitudine di frequentare il Teatro San Carlo. D’estate potrà, tra stucchi, dipinti e ori usufruire del modernissimo impianto di climatizzazione e trovare refrigerio. D’inverno potrà scaldarsi e, finito lo spettacolo, andare a dormire su una panchina o in un dormitorio pubblico.
La seconda. Il governo ha posto la fiducia sul maxi-emendamento “milleproroghe”, che è stato approvato e che contiene, tra l’altro, una norma che garantisce gli aiuti di Stato ai giornali di partito:
“anche senza il requisito della rappresentanza parlamentare, che – si legge nel nuovo testo - «non è richiesto per le imprese e per le testate di quotidiani o periodici che risultano essere giornali od organi di partiti o movimenti politici, che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi».
Ancora una buona notizia quindi. Questi soldi a tutti i giornali di partito contribuiranno, siamo certi, alla pacificazione nazionale. Infatti anche se ci sono molti giornali di partito, se vivono del medesimo finanziatore c’è speranza che stemperino le intemperie e preparino il terreno per giungere alla pacificazione totale, quella in cui non ci saranno più divisioni tra il popolo, perché ci sarà un solo partito, il partito del PU, il partito del Popolo Unico.

Lapsus freudiani: posticipata la Class Action al giorno del mai.

Class Action - Slitta l’entrata in vigore dell’azione risarcitoria collettiva che viene ora posticipata al 31 giugno”.

(così la notizia in Il Resto del Carlino, 12 febbraio 2009, pag. 25)

giovedì 12 febbraio 2009

Gli Atti degli Apostoli e la cultura della vita.

Ieri l’altro sul quotidiano Avvenire della Conferenza Episcopale Italiana, si potevano leggere tra le altre, le parole dei successori degli Apostoli a commento della morte della povera Eluana Englaro.
Il Cardinale Josè Saraiva Martins ha detto: “è stato un omicidio, provo un immenso dolore davanti alla violenza con cui è stata soppressa questa vita umana”.
Monsignor Albert Malcom Ranjith, segretario della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti ha dichiarato: “in Italia, un Paese che si dice cristiano, in nome di una falsa pietà, si sta invece uccidendo questa inerme ragazza nel peggiore dei modi”.
Su quel numero di Avvenire c’era poi l’editoriale dal titolo: “Non morta, ma uccisa”. L’affermazione “Eluana è stata uccisa”, nel testo diventava quasi un intercalare così che il lettore l’avesse sempre presente.
Toni così gravi e definitivi farebbero pensare che la vita dunque per la Chiesa deve essere al di sopra di tutto, se si chiama omicidio il calvario durato 17 anni della povera Eluana e della sua famiglia, finito lunedì sera.
Ma non è così.
La vita umana è al di sopra di tutto per la Chiesa, ma con una eccezione, una grande eccezione descritta negli Atti degli Apostoli al cap. 5 versetti 1, 11.
Questo episodio ha per protagonista Pietro che interroga e giudica Anania e sua moglie Saffira:
Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli. Ma Pietro gli disse: "Anania, perché mai Satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno? Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio".
All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano. Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono.
Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto. Pietro le chiese: "Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?". Ed essa: "Sì, a tanto". Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te". D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito. E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.”
Durante i secoli si sono fatte diverse considerazioni circa l’eccessiva severità verso Anania e Saffira morti per non avere consegnato l’intero ricavo della vendita di un podere.
E’ un episodio comunque sconcertante poiché Anania donò una parte del suo denaro a Pietro ed alla Chiesa non avendo alcun obbligo verso di loro, ed invece di acquistare un merito, venne punito con la morte sua e di sua moglie.
In questa sede per brevità, si può solo osservare che è la prima volta che negli Atti è usato il nome di Chiesa, ed è accostato a “timore”, “paura”.
Nell’edizione de La Bibbia uscita proprio in questi giorni che è la “Nuova versione ufficiale della conferenza Episcopale Italiana”, Ed. San Paolo, è fugato ogni dubbio. Si può leggere a pag. 2280, tra l’altro, nel commento al brano degli Atti 5,1-11:
Il peccato di Anania e Saffira è visto come un attentato contro la santità e l’integrità della comunità cristiana, che si fonda sullo Spirito. Per questo porta alla morte fisica, ma soprattutto spirituale: poiché essi si sono contrapposti allo Spirito che dà vita.”
Eternamente grati per quel “ma soprattutto spirituale”, rimane il fatto che Anania e Saffira sono morti senza aggettivi. L’Autore degli Atti che poi si premura di specificare che Anania venne immediatamente sepolto, così pure come la moglie Saffira, non si premura di informarci se eventuali parenti dei due siano stati avvertiti della loro morte.
E sono morti perché attentavano all' “integrità della comunità cristiana”, cioè della Chiesa dentro la quale si diffuse “un grande timore”.
Timore che diventa panico e si diffonde anche fuori dalla Chiesa leggendo che Anania e Saffira sono morti perché si sono “contrapposti allo Spirito che dà vita”.
Abbiamo capito. L'intangibilità e santità della vita umana è al di sopra di tutto fuorchè di chi è indicato come chi attenta "la santità e l'integrità della comunità cristiana", infatti questo "peccato" porta "alla morte fisica, ma soprattutto spirituale".

mercoledì 11 febbraio 2009

11 febbraio 2009, 80° anniversario del Patti Lateranensi

La Santa Sede, Cardinali e Vescovi cattolici non potevano festeggiare, da parte loro, nel migliore dei modi gli 80 anni trascorsi dalla sottoscrizione dei Patti Lateranensi.
Nel 1929 misero la loro firma accanto a quella di Benito Mussolini che già potente padrone assoluto del governo dell’Italia, diventava per Pio XI l’uomo della Provvidenza.
Un uomo della Provvidenza che aveva nel suo studio attaccato al muro uno stendardo nero raffigurante un teschio bianco con stretto tra i denti un pugnale.
Un uomo della Provvidenza che aveva sulla sua scrivania a mo’ di ferma carte, una pistola e bombe a mano.
Un uomo della Provvidenza che si era assunta, tra le altre cose, la responsabilità politica dell’assassinio di Giocano Matteotti.
Nel 2009 Cardinali, Vescovi nonché il giornale della CEI Avvenire, hanno messo la firma sotto le accuse di assassinio di Eluana Englaro, infierendo così su un uomo, Beppino Englaro, debolissimo uomo devastato dal dolore ormai da quasi due decenni.
Ma questo è un comportamento di routine per la Santa Sede.
Benedetto XVI nel recente viaggio negli Stati Uniti, Paese nel quale vige la pena di morte comminata dallo Stato, non ha rivolto verso il potente presidente USA nessun anatema, né ha affermato che lo Stato non può togliere la vita sia pure ad un assassino.
Benedetto XVI rientrato in Italia ha ritrovato la sua cultura per la vita che evidentemente aveva lasciato sopra la sua scrivania prima di partire, scaricando questo amore sulle spalle di Beppino Englaro.
Nell’anniversario dei Patti Lateranensi la Santa Sede non poteva spiegare meglio il suo amore per la vita.


Didascali Originale: Lo studio del Duce, visto dalla sala dei redattori. Infondo il Suo tavolo.






Didascali Originale: La scrivania alla quale per molti anni Benito Mussolini ha lavorato.




martedì 10 febbraio 2009

Eluana Englaro

s i l e n z i o

lunedì 9 febbraio 2009

La Menzogna

I termini.
La famiglia Englaro procedendo come ha proceduto in questi anni ha cercato di rispettare la volontà della figlia rispetto alla situazione tragica in cui si trova.
Poichè Eluana ormai da 17 anni non può più esprimere alcun tipo di volontà, suo padre ne è il tutore legale.
Il padre e la madre, hanno atteso fino ad ora che la volontà della figlia venisse riconosciuta. Ciò è avvenuto al più alto grado con il pronunciamento della Corte di Cassazione.
Il pronunciamento della Cassazione è stato il nulla osta perchè la volontà di Eluana Englaro fosse rispettata.
Contro il pronunciamento della Cassazione che sanciva il rispetto della volontà di Eluana, il Ministro Sig. Sacconi ha avvertito delle conseguenze negative cui sarebbero andate incontro le strutture sanitarie che avessero accolto Eluana. Ma l'intervento non ha sortito l'effetto da lui voluto.
Alla vigilia dello spostamento definitivo di Eluana per poterne rispettare la volontà, visto che nè l'intervento del Ministro Sig. Sacconi nè gli interventi della Chiesa a vari livelli, vaticani ed italiani hanno sortito l' effetto voluto, c'è stato l'intervento del Presidente del Consiglio che è andato ad affiancare quelli della Chiesa e del mondo cattolico.
A questo punto bisognava decostruire la figura del padre di Eluana. Dividere il Sig. Beppino Englaro, dalla figlia Eluana e di conseguenza dalla volontà di sua figlia per poter affermare che il Sig. Englaro non riporta la volontà della figlia.
E così è stato fatto.
Il Presidente della Regione Lombardia Sig. Formigoni ha detto:
"Eluana rischia dunque di morire sulla base di una volontà solo presunta....." (il Giornale.it n. 34 8.2.2009).
Il Presidente del Consiglio Sig. Silvio Berlusconi:
"La nostra è la cultura della vita e della libertà, dall'altra parte c'è la cultura della morte e dello statalismo" (Il Tempo.it 8.2.2009).
Ma la primogenitura di questo tipo di argomentazioni non è stata nè del Sig. Formigoni, nè del Sig. Berlusconi ma è stata de l'Avvenire, quotidiano dei Vescovi italiani, del 5 febbraio 2009 pag. 7, che non solo squalifica il padre di Eluana, ma sollecita la moglie Saturna Englaro a dissociarsi dal marito e convincerlo che sbaglia. (Ma l'unità della famiglia non era un valore?).
L'articolo è presentato così:
"il caso
Le persone a lei vicine si rivolgono a Saturna, la mamma di Eluana. "Non crediamo che vorrebbe vederla spegnersi per la fame e la sete. Non ha mai parlato finora: lo faccia adesso. Convinca il marito". E spuntano altre testimonianze di conoscenti della giovane: "Con lei non si parlava di morti o di incidenti: amava la vita".
SOFFERENZE DI FAMIGLIA
"La volontà del padre. E la madre? il mistero di una presenza assente. Le sue amiche: andava da lei fino a 2-3 anni fa."
Si legge della Signora Saturna che:
"In questi anni, Saturna non è mai apparsa, non ha mai rilasciato interviste; ha sempre lasciato andare avanti il marito del quale (così almeno dicono le carte e gli appelli lanciati persino al presidente della Repubblica) avrebbe condiviso l'operato. Ma qual è davvero la sua volontà?"
Con una tecnica da pedagogo più che da giornalista che vuole formare più che informare, si butta là un "così almeno dicono le carte..." ed un "avrebbe condiviso l'operato".
Il diritto alla privacy a cui il nostro Presidente del Consiglio è tanto sensibile in questo articolo è del tutto ignorato. Si scrive della vita famigliare degli Englaro, non si sa con quale titolo, dei bei tempi andati, delle vacanze al mare con Eluana fino ad arrivare a farsi questa domanda:
"Ma adesso vorrebbe vederla morire di fare e di sete?", ed a darsi questa risposta incredibilmente in nome delle donne, delle mamme di Lecco, nonchè delle amiche più care della Signora Saturna:
"Le donne, le mamme di Lecco, le sue amiche più care sono certe di no, perchè è impossibile che una di loro, una che abita a pochi metri dalle loro case, una "signora tanto fine e gentile", possa chiedere - di più, invocare - una fine tanto terribile per la figlia amatissima. Perchè Saturnia, e su questo le testimonianze sono concordi, non ha mai smesso di amare Eluana. E di sperare."
Poi è descritta la differenza di qualità tra l'amore paterno e quello materno:
"Perchè, certo, il papà ti stringe tra le sue braccia forti, ma è la mamma che ti avvolge, che ti copre con un calore che, quando lo provi, non lo dimentichi più. E Saturna faceva cosi' con Eluana.''
Si descrive poi il rapporto di Eluana bambina con la madre, sempre secondo le donne di Lecco e le sue amiche piu' care:
''No, le donne di Lecco, le sue amiche piu' care (che vogliono mantenere il riserbo pubblico sulla loro identita'), non credono che adesso la voglia vedere morire di fame e di sete. Lei che, quando Eluana e' nata, le ha offerto il proprio latte, l'ha cullata quando non stava bene e coccolata con tenerezza, provando una gioia grande nel sentire quel tipico "odore di neonato" che dura poco ma non si scorda piu'. Un legame che ha unito sempre piu' madre e figlia. Con Beppino spesso in viaggio per lavoro, la casa era riempita dalle loro ......".
L'articolo termina con queste parole:
"Le carte dicono che approva l'operato del marito, ma continua a comperare vestiti a Eluana. Forse, in cuor suo, spera che le possano ancora servire.''
Con questo tipo di articoli non si entra solo nella vita delle persone ma sacrilegamente persino nella loro coscienza.
Si vuole mettere in dubbio le dichiarazioni del Sig. Englaro sottoscritte dalla moglie, con le credenze ''non credono che adesso la voglia vedere morire di fame...'' delle non meglio definite ''donne di Lecco'' e di persone anonime che vengono definite da chi ha scritto l'articolo ''le sue amiche piu' care''. Queste sono le credenziali inesistenti di questo articolo.
Ma per chi ''detiene la Verita' '' questi sono dettagli inutili.
La Menzogna piu' grande infatti non e' il ''dire bugie'' ma il ''detenere la Verita' ''.

domenica 8 febbraio 2009

Eluana come padre Pio, si vede quello che si crede

Sul quatidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, ieri c'era scritto a proposito di Eluana Englaro:
''...se si entrasse nella sua stanza nottetempo,mentre dorme, niente ci rivelerebbe la sua disabilita'....Non pelle e ossa ma un corpo sano e florido, non membra rattrappite in posizione fetale ma la naturale postura del riposo, non piaghe ma una pelle freschissima, non ghigni di dolore ma un viso tranquillo...''(Avvenire 7.2.20099.)
pare la descrizione dell'immagine di padre Pio che i telespettatori hanno visto quando e' stata esposta e che i fedeli vedono quando gli sfilano davanti a San Giovanni Rotondo.
Ma Padre Pio e' morto.

Alcide De Gasperi: la coscienza di un politico cattolico

Molti dei politici di oggi, non fa differenza se cattolici, atei, atei credenti o atei papisti - si sono inventati pure questo - hanno spesso come prerogativa di vita personale, giunti alla mezza età, di divorziare e di risposarsi, con donne di molto più giovani di loro, così sperando -diminuita forse la speranza nella vita eterna - di crearsela in qualche modo su questa terra.
Nonostante questa loro condotta certo legittima ma che li colloca, per la Chiesa, nell'area dei "pubblici peccatori", hanno un comportamento sensibile ai dettami della Chiesa stessa, o meglio della Santa Sede, non distinguendo né facendo così più distinguere dove finisce la Santa Sede e dove comincia la Repubblica Italiana.
Alcide De Gasperi cattolico praticante non assomiglia per nulla a questo tipo di politici.
De Gasperi, leader prima del Partito Popolare e poi della Democrazia Cristiana, rispettivamente prima e dopo il ventennio fascista, sapeva esattamente dove finiva la Santa Sede e dove iniziava la Repubblica Italiana. Per questo suo comportamento ha pagato duramente sia politicamente che personalmente:
"Nel giugno del 1952 in occasione del suo trentesimo anniversario di matrimonio e dei voti perpetui della figlia suor Lucia, De Gasperi e sua moglie chiesero attraverso l’ambasciata italiana in Vaticano, un’udienza pontificia. La risposta che dovette portare a De Gasperi l’ambasciatore italiano Mameli fu negativa. Così rispose per iscritto De Gasperi

Come cristiano accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla; come presidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, m’impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento."
(da Giorgio Solmi, Charlie Brown sarebbe nato nel 1950...", capitolo "Il De Gasperi uomo solo", pag. 210).

Questa era la consistenza di questi uomini politici al di la dell'essere più o meno d'accordo sulle loro posizioni politiche. Uomini come De Gasperi assicuravano almeno il "minimo vitale" sul quale una nazione può esistere.
Gli uomini politici di questo inizio di terzo millennio hanno come primo punto di assicurare il "massimo vitale" a loro stessi, anche facendoci discutere nelle piazze su embrioni e stati vegetativi, quando di embrioni e stati vegetativi e di altri temi che riguardano la vita e la morte di ognuno di noi, l'unico sovrano siamo noi stessi.
Se non si vota su Dio, non si vota neppure sull'uomo.

Andreotti sul caso Englaro: "Il governo non deve impicciarsi

Si riporta per intero ad uso dei cattolici e dei nostri governanti l'intervista rilasciata dal Senatore a vita Sig. Giulio Andreotti a La Stampa:
"Senatore Giulio Andreotti, ha fatto bene Napolitano a non firmare il decreto «salva-Eluana»?
«Sì, credo che la contrarietà del capo dello Stato sia pienamente motivata. Il problema che si può risolvere d’autorità come voleva fare il governo. Può darsi, se lo si riterrà necessario, che si possa approvare una legge in Parlamento sul fine vita e il testamento biologico. Oggi, però, secondo le regole giuridiche che sono in vigore, non c’è nessun diritto né dovere di intervenire d’urgenza da parte del governo. Perciò condivido appieno la condotta del presidente Napolitano e non mi riconosco nelle critiche che ingiustamente gli vengono mosse».
Ma la vita non è sempre sacra?
«Secondo me un governante non può impicciarsi in una vicenda totalmente privata. Qui, nel dettaglio, il governo sul delicato tema del fine vita ha inizialmente imboccato la strada sbagliata. Senza valide motivazioni, ha optato per un decreto legge nonostante il parere negativo espresso preventivamente dal Presidente della Repubblica. Poi dopo che il capo dello Stato ha ufficializzato il suo giusto no, il governo ha ripiegato su un disegno di legge da portare in tempi rapidi all’esame del Senato. Berlusconi doveva regolarsi diversamente. In questo tipo di situazioni, se eventualmente un’interferenza può esserci, può arrivare soltanto dai genitori o dai familiari. Non è una questione politica e poi, piaccia o non piaccia, è difficile ignorare la drammatica oggettività della condizione di Eluana Englaro».
Cioè?
«Non esiste una regola obiettiva e ogni caso è un caso a sé, però la possibilità teorica che Eluana risorga dalla sua tragica situazione è una su mezzo milione. Capita pure che si risvegli chi ha l’encefalogramma piatto, ma mi sembra effettivamente forzato interpretare la vicenda sotto questo aspetto, aggrappandosi a una possibilità che scientificamente resta solo sulla carta».
Come deve regolarsi un cattolico praticante come lei?
«Credo che sia un problema che ognuno debba risolversi come crede. Non esiste una regola generale. Mi sembra un modo troppo sbrigativo quello di rifarsi a pronunciamenti esterni alla coscienza. Tanto più che se la Chiesa non fissa espressamente una norma nel proprio magistero, noi cattolici non siamo esposti né tenuti a conformarci. Quindi, fissare il limite di ciò che è o non è vita, è una questione che ognuno di noi deve affrontare nel proprio io».
Eppure sembra in atto uno scontro senza precedenti tra Vaticano e Quirinale per il no al decreto...
«Non ci sono reali nodi da sciogliere, anzi dalla Santa Sede nei mesi scorsi sono arrivati attestati di stima per il presidente Napolitano, assieme al riconoscimento di frequenti concordanze di vedute. Non condivido le critiche di alcune associazioni cattoliche al Colle, né tanto meno quelle di esponenti politici che si richiamano alla Chiesa in un modo strumentale. In queste ore di Santa Sede e di Concilio Vaticano II ne parla anche molta gente che non sa neppure dove stanno di casa. L’esasperazione dei toni è nemica della verità ed è una pessima consigliera».
Dal mondo cattolico si è arrivati a chiedere la revoca della tutela al padre di Eluana. E’ d’accordo?
«No, anzi ritengo che tutti dovrebbero fare un passo indietro di fronte al dolore della famiglia Englaro. C’è un dovere di rispetto e anche una delimitazione degli ambiti che occorre salvaguardare. E’ una tutela dalla quale non si può prescindere in una condizione così dolorosa. Qui non si tratta di una questione pubblica. Il calvario di Eluana non deve diventare un caso politico, altrimenti lo si snatura colpevolmente. Ci sono vicende nelle quali la politica deve fermarsi sulla soglia di casa delle persone. Abbiamo a che fare con una famiglia già duramente provata da una tragedia e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere d’imperio».
Si profila un conflitto istituzionale tra governo e presidenza della Repubblica?
«Non ne vedo gli estremi, sinceramente. E non mi sembra che si vada verso un epilogo di questo genere. Anche perché mi sembra difficile negare la fondatezza dei motivi addotti dal capo dello Stato per non firmare il decreto. Se si vuole approvare una norma, si segua la via parlamentare, ma poi si deve essere disposti a verificare l’effettivo consenso sulla proposta di legge. Rimane, però, che nel quadro giuridico attuale il governo non avrebbe potuto decretare su questa materia. Perciò non vedo francamente quali accuse o rilievi critici possano essere mossi a Napolitano».
Cosa la turba di più nella mobilitazione cattolica?
«Non credo che attorno al dramma della famiglia Englaro si possano inscenare proteste pubbliche o manifestazioni di piazza. Se c’è una situazione in cui sia necessario abbassare i toni del dibattito e meditare ognuno singolarmente è proprio il caso Englaro. In situazioni del genere e in assenza di una palese prescrizione ecclesiastica, sarebbe opportuno decidere ciascuno per sé, in modo pacato, equilibrato, senza isterismi. Per sensibilità umana ma anche per correttezza di credenti dovremmo confinare la riflessione al livello della coscienza individuale. Non farne una bandiera da innalzare nei cortei di piazza». " (La Stampa.it 8.2.2009)

Formigoni: "Un ateo farebbe come me"

Intervenendo sulla vicenda Englaro, il Presidente della Regione Lombardia Sig. Formigoni ha dichiarao: "Se al mio posto ci fosse un ateo.......avrebbe dovuto fare le medesime scelte che ho fatto io".
C'è da chiedersi per quale ragione sarebbe morto Gesù Cristo sulla croce se dopo 2000 anni di cristianesimo il comportamento tra un ateo ed un cattolico è lo stesso?

Se io fossi il padre di Eluana Englaro....

Ieri è stata la giornata del "Se io fossi.....".
Il Presidente del Consiglio Sig. Silvio Berlusconi ha detto: "Ho pensato" e se fosse mia figlia. come mi comportei? ....non me la sentirei proprio di staccare la spina...." (Il Tempo. it 8.2.2009).
Formigoni Presidente della Regione Lombardia ha detto: "Se al mio posto ci fosse un ateo...."
(il Giornale.it 8.2.2009).
Adriano Celentano, cantante ed attore, ha detto: "Avrei fatto come Berlusconi....." (il Giornale.it 8.2.2009).
I tre insigni dovrebbero ringraziare chi meglio credono di non essere nella situazione di Beppino Englaro. La differenza non è però solo nel dramma che i tre insigni non vivono e che il Sig. Englaro vive. La differenza sta anche nel fatto che i tre insigni vanno contro la volontà del Sig. Englaro e che lui a situazione rovesciata rispetterebbe la loro scelta.
Il "Se io fossi....." lo fanno i bambini nei loro giochi.
Il "Se io fossi....." è un gioco, appunto. Ma Beppino Englaro da 17 anni fa tutto fuorchè giocare.

sabato 7 febbraio 2009

Omissione di soccorso

Il Presidente del Consiglio dei Ministri è in Parlamento dal 1994, ed è stato a capo, dal 1994 al 2009, di quattro governi per un totale di circa 7 anni.
In tutti questi anni non si ricorda una sua particolare dedizione a quanti si trovavano nelle condizioni tragiche di Eluana Englaro, nè un intervento legislativo su questo argomento.
Dopo 14 anni di Parlamento e circa 7 anni a capo di un governo il Sig. Silvio Berlusconi ieri ha preso coscienza del problema e vuole risolverlo in poche ore o pochi giorni, dopo che ha avuto a disposizione anni per farlo.
Da ieri per fare ciò è in atto uno scontro istituzionale fra Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica.
Ieri Berlusconi ha detto che:
Non possiamo far ricadere su di noi la responsabilità della morte di Eluana»
Mi sentirei responsabile per omissione di soccorso nei confronti di un persona in pericolo di vita»
Se non ci fosse la possibilità di ricorrervi tornerei dal popolo a chiedere il cambiamento della Costituzione e del governo».(frasi come riportate da Il Tempo del 7.2.2009).
E' chiara la sproporzione tra l'indifferenza legislativa durata anni verso il problema del Capo del Governo e l'interessamento legislativo improcrastinabile di oggi.
E' un comportamento che fa porre, tra le altre, una domanda: in ballo c'è la vita di Eluana oppure c'è l'utilizzo della vita di Eluana per legiferare in fretta su una materia che riguarda personalmente ognuno di noi, su quello che oggi L'Osservatore Romano chiama "fine vita?

Dagli embrioni al coma vegetativo:
chi controlla l’inizio e la fine
controlla tutta la vita

La Santa Sede, i vescovi italiani e il mondo cattolico che lo ha fatto, dopo avere invitato gli italiani a non andare a votare per il referendum che aveva per oggetto la procreazione assistita con ciò che implicava, ed avere colto l’obbiettivo del non raggiungimento del quorum per potere ritenere valido il referendum, ora Santa Sede, vescovi italiani e mondo cattolico si dedicano ad Eluana Englaro per affermare la loro potestà su di essa, in questo trovando una interfaccia viva e attiva nel Sig. Berlusconi Capo del Governo italiano e di tutti i ministri uniti con lui.
Dentro a questo disegno, responsabilità individuale, facoltà di intendere e di volere, l’amore e il rispetto per gli altri non sono più elementi normali della condizione dell’uomo, ma altrettanti ostacoli.
Su un tema come quello che oggi si dibatte e sul quale in fretta si vuole legiferare, cioè di voler togliere la possibilità ad una persona di poter decidere della qualità della sua morte e di consegnare tale facoltà allo Stato con la benedizione del Papa e dei vescovi uniti con lui, si cancellano le facoltà giuridiche e esistenziali della responsabilità individuale dell’intendere e del volere assimilandoci tutti ad embrioni ed allo stato vegetativo.
Ma non siamo né embrioni né in stato vegetativo.

Testamento biologico o legislazione di fine vita?

Monsignor Eugenio Betori nel suo ultimo intervento in qualità di Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana il 30.9.2008, ha fatto una importante precisazione:
Preferisco non parlare di testamento biologico, ma di legislazione sul fine vita”.
Pare una scelta di poco conto, invece e una scelta cardinale, anche se fatta da un vescovo ed è un nuovo tratto del disegno atto ad espropriarci della possibilità personale di decidere.
Infatti testamento vuole dire che la persona dispone di se liberamente. Come chi scrive un testamento manifesta la propria volontà sovrana di consegnare le proprie sostanze a questo od a quello - per esempio anche alla Chiesa – e nessuno può decidere altrimenti, così con il testamento biologico si manifesta la propria volontà sovrana di decidere del proprio corpo.
Con la legislazione sul fine vita è invece qualcun altro – lo Stato - che decide per me. Gli atti che si stanno consumando in questo ore e giorni vanno quindi nella direzione di cancellare dall’orizzonte legislativo il testamento biologico. Di conseguenza di testamento biologico il Papa, i vescovi e il Capo del Governo con tutti i ministri uniti con lui, non vogliono sentire assolutamente parlare.

Berlusconi: “Parla di Eluana come di una ragazza «che potrebbe anche in ipotesi generare un figlio».

Tra le varie considerazioni che ha fatto il Capo del Governo c’è stata anche questa. Riferendosi ad Eluana Englaro ha detto che è una ragazza “che potrebbe anche in ipotesi generare un figlio” (da Il Tempo.it 7.2.2009).
A parte il carattere macabro dell’esempio portato a prova del fatto che Eluana è “viva e attiva” pur nel coma nel quale si trova che,unica consolazione, la salva da sentire simili argomentazioni, si può dire che, non solo per ipotesi ma realmente, esistono oramai moltissime migliaia dei così detti “figli della provetta” nella quale provetta cioè è avvenuto il loro concepimento. Dal che si dovrebbe dedurre che la provetta è “viva ed attiva” poiché è in grado di “generare un figlio”?

venerdì 6 febbraio 2009

Berlusconi, Fisichella, Bertone, simulacri

Il Presidente della Repubblica Signor Giorgio Napolitano ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri di non presentare alcun decreto legge che intervenisse ulteriormente nella vita di Eluana Englaro.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Signor Silvio Berlusconi ha ignorato la lettera del Quirinale ed ha riunito il CdM ed ha fatto approvare all'unanimità un decreto d'urgenza per impedire la sospensione della nutrizione artificiale ad Eluana Englaro.Così facendo, è intervenuto a bloccare una sentenza della Cassazione, arrivata dopo un’altra d’appello, che stabilisce il diritto costituzionale della famiglia Englaro ad interpretare il volere della figlia, in stato vegetativo da diciassette anni.
Il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita Signor Rino Fisichella è intervenuto dicendo: «Il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini».
Il Signor Giorgio Napolitano sappiamo che lo ha eletto il Parlamento italiano in seduta comune.
Il Signor Silvio Berlusconi sappiamo è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini italiani sia pure con una legge definita dallo stesso che ne ha la paternità "una porcata".
Il Signor Rino Fisichella è stato eletto dal Capo dello Stato della Città del Vaticano.Certo il Sig. Fisichella ha il diritto di dire ciò che vuole. Se lo dice come Sig. Fisichella, nessuno lo ascolterebbe. Non ha alcun diritto di dirlo come Presidente della Pontificia Accademia per la Vita ed in tale veste interpretare la volontà dei cittadini italiani.
Il Presidente del Consiglio italiano ha deciso di seguire la strada dettata dalla Citta del Vaticano, uno Stato estero e non la strada indicata dal suo Capo dello Stato. Ha così innescato una grave crisi istituzionale. Un Capo di Governo che dipende nelle sue decisioni da un altro Stato è un simulacro di Capo di Governo.
Intanto dalla Città del Vaticano ci informano di cosa NON hanno fatto:
"13:06 - ELUANA ENGLARO: SANTA SEDE, NESSUN “COLLOQUIO TELEFONICO” CARD. BERTONE - BERLUSCONI
“Si smentisce nel modo più categorico quanto pubblicato, con evidenza, questa mattina da un quotidiano italiano a proposito di un presunto colloquio telefonico incorso fra il Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ed il Presidente del Consiglio italiano, On. Silvio Berlusconi”. È quanto dichiara il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi".
Ormai sono simulacri. Sono simulacri che non vivendo di vita propria per esistere si inseriscono nelle tragedie degli altri.

giovedì 5 febbraio 2009

Angela Merkel parla Berlusconi tace

Le dichiarazioni dei giorni scorsi del cancellire tedesco Angela Merkel hanno fatto pensare il Vaticano e lo hanno finalmente costretto a chiedere una ritrattazione completa sulla negazione dell'esistenza dei forni crematori nazisti da parte del vescovo Williamson.
Il capo del governo italiano Silvio Berlusconi tace, così come i politici italiani che evidentemente attendono istruzioni dal Vaticano.
Al nostro capo del governo non interessa onorare le migliaia di cittadini italini di religione ebrea che sono morti nei forni crematori nazisti.
Al nostro capo del governo interessa invece la vicenda di Eluana Englaro. La sua azione si intensifica tutte le volte che si prospetta la fine del calvario di questa donna in coma irreversibile da 17 anni. Sulla stampa di oggi troneggiano titoli come "Berlusconi "Sul caso Eluana lavoriamo per intervenire" (IlSole24Ore 5.2.2009).
Il paladino del Popolo delle Libertà che come capo del governo interviene in qualche cosa che più privato e personale non può essere.
Il sedicente liberale, amante della libertà - le parole oramai le usa e le rende insignificanti - fa intervenire il governo a cui è a capo in una materia davanti alla quale ci si dovrebbe fermare, tacere, annullarsi nel rispetto del dolore per una persona e per una famiglia che non decide per altri ma solo per sè.
Faccia altrettanto anche il governo italiano.

L'infallibile in stato confusionale

Oggi L'Osservatore Romano pubblica la nota della Segreteria di Stato vaticana nella quale si ribadisce che il decreto del 21 gennaio 2009 con cui il Papa ha revocato la scomunica "è stato un atto con cui il Santo Padre veniva benignamemnte incontro a reiterate richieste da parte del Superiore Generale della Fraternità San Pio X" e che ora il Papa "si attende che uguale disponibilità venga espressa dai quattro vescovi".
Non doveva essere il contrario?
Prima ci doveva essere la disponibilità della comunità di San Pio X - cioè il penimento e l'abiura della causa della scomunica - e poi il Papa che, riconosciuto attendibile il pentimento, revoca la scomunica?
Infatti per rientrare nella comunione della Chiesa, prima ci si confessa e ci si pente dei peccati e poi si può accedere alla comunione.
L'infallibile è forse in stato confusionale?

mercoledì 4 febbraio 2009

Il vescovo Williamson e Benedetto XVI: imitazioni di se stessi

La scorsa settimana il portavoce vaticano dichiarava che:
"la revoca della scomunica e le dichiarazioni di Williamson sono "due questioni del tutto indipendenti".(Avvenire 26.1.2009, pag. 25).
Oggi una nota della Segreteria di Stato vaticano ci informa che "il Papa non era al corrente delle dichiarazioni negazioniste del vescovo Williamson". (Corriere della Sera, 4.02.2009).
Bisognerebbe informare Benedetto XVI che è infallibile!
Ma è lui od una imitazione di se stesso?

martedì 3 febbraio 2009

Gran Bretagna: il senso della storia ed il senso del ridicolo

E' accaduto che in Gran Bretagna un centinaio di lavoratori italiani non possa lavorare per la realizzazione di una costruzione dentro uno stabilimento dell'azienda francese Total.
Contro questi lavoratori sono insorti i lavoratori inglesi accusando gli italiani di portargli via il lavoro.
Le dimensioni del problema sono ridicole: un centinaio di lavoratori italiani che oltre tutto realizzato il manufatto se ne torneranno a casa loro.
Questa reazione socialmente nazionalista ed economicamente protezionista, in un Paese come la Gran Bretagna culla del capitalismo e del libero mercato, che fondato l'Impero inglese, ha governato sulle popolazioni locali di Nord America, India, Austraia, Sud africa etc.
Nel Lincolnshire hanno perso il senso della loro storia e sono sprofondati nel senso del ridicolo.
Quando gli inglesi che hanno commerciato in schiavi per secoli, sono approdati nel Nord America hanno sloggiato fisicamente le popolazioni locali, così come hanno fatto in Australia ed in Sud Africa.
Questo è lo scenario storico dentro il quale protestano quei lavoratori inglesi.
Ridicoli.
Ridateci Mister Bean.

venerdì 30 gennaio 2009

Una oscena normalità

Siamo giunti a questa normalità:
- don Floriano Abrahamowicz di Treviso, sacerdote della chiesa cattolica che dichiara in una intervista a la tribuna di Treviso che "Io so che le camere a gas sono esistite per disinfettare" ed afferma che "tutta la storia dell'umanità è segnata dal popolo di Israele, che in un primo momento era il popolo di Dio, poi è diventato il popolo deicida e alla fine dei tempi si convertirà a Gesù Cristo."
- il Ministro Sacconi - ci informa oggi con un editoriale il direttore di Libero, Feltri - "sotto la cui giurisdizione c'è il Lavoro, la Previdienza sociale e la Sanità" ha sua moglie al vertice "di un colosso quale Farmindustria che, come dice la parola stessa, si occupa di farmaci".
Quando si giunge a questo e non succede nulla -nessuno si dimette o viene dimesso -, significa che questa è la normalità, questo è il nuovo livello morale della società.
Ed è un livello nel quale bisogna respirare con una cannuccia.

martedì 27 gennaio 2009

Il giorno della memoria: acclamazioni al Duce Benito Mussolini

Nel 1929, l’anno del Concordato, tra le Acclamazioni contenute nell’Inno sacro Christus Vincit si aggiungerà quella dedicata “Al Duce Benito Mussolini, gloria del Popolo italiano, Pace, vita e salvezza perpetua”.
Questa acclamazione venne pubblicata nel 1929 a cura del Ministero della Pubblica Istruzione-Direzsione Generale della Istruzione elementare, nel Canzoniere Nazionale, nella cui prima pagina si poteva leggere:
“Tra le opere più importanti pensate e volute dal Regime Fascista, si deve annoverare questo “CANZONIERE NAZIONALE”, dedicato alla Scuola elementare italiana.
Questo libricino – che in modo sobrio ma con scrupoloso intendimento d’arte, traduce in atto quell’educazione musicale tanto raccomandata dai nuovi programmi – ha il nobile compito di unire, per mezzo del Canto corale, la fanciullezza italiana, anzi, tutto il popolo italiano, in un solo palpito, in una sola voce che rievochi e celebri la Religione, la Patria, il Fascismo.
Nella prima parte del canzoniere, i canti corali sono raggruppati a seconda dei vari momenti dell’anno liturgico.
Troviamo qui, nei Canti gregoriani, nei Corali antichi, nelle Laudi spirituali, e nei nomi di Pier Luigi da Palestrina, di Giacomo Carissimi e di Benedetto Marcello, brevi saggi, ma cospicui e nobilissimi, della nostra Arte musicale, che, ispirata dal pensiero e dalla fede Cristiana, ha illuminato e guidato attraverso i secoli tutta l’umanità.
Nella seconda parte (Canti patriottici) – mentre prosegue lo svolgimento storico della musica italiana coi nomi immortali dei nostri Maestri: Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini – troviamo pure compresi quei canti consacrati dalla tradizione, che possono dirsi l’espressione più genuina e più appassionata dell’anima popolare. Sono questi canti che hanno accompagnato le vicende popolari. Sono questi canti che hanno accompagnato le vicende eroiche della nazione, dai primi albori del Risorgimento fino ai fastigi dell’attuale Rinnovamento fascista. A.S.”
( Ministero della Pubblica Istruzione, Canzoniere Nazionale, canti corali religiosi e patriottici, Roma, Provveditorato Generale dello Stato, 1929, Anno VII, pag. 9).
La cosa era ancora più devastante perché dedicata ai bambini delle elementari. Chi poteva più dubitare della bontà, onnipotenza, sapienza, etc.. del “Duce Benito Mussolini, Itàlicae Gentis gloriae, Pax, vita et salus perpètua.”
Ma ecco il testo di Christus Vincit che si riporta solo in italiano poiché vi era anche la versione in latino:

Cristo vince, Cristo regna,
Cristo impera.


Acclamazioni

A Pio sommo Pontefice e
Padre universale,
Pace, vita e salvezza perpetua.

A nostro Re Vittorio felice-
mente regnante,
Pace, vita e salvezza perpetua.

Al Duce Benito Mussolini,
gloria del Popolo italiano,
Pace, vita e salvezza perpetua.


Per finire

Tempi buoni vengano! La
pace di Cristo venga!
Il regno di Cristo venga!

Cristo vince, Cristo regna,
Cristo impera.


(in opera citata a pag. 67)

Il giorno della memoria: San Francesco e Mussolini.

Con un incredibile parallelismo don Paolo Ardali avvicinava la vita di San Francesco a quella di Mussolini. Questa la prima pagina del volume:
Analogie
Questo opuscolo è il frutto di osservazioni e meditazioni, suggeritemi in una conversazione non inutile, con Franco Paladino, nella quale si parlò, fra l’altro del Messaggio Francescano, e dello spirito francescano del grande Uomo. Ed, oh, quanto spirito francescano c’è nella vita di BENITO MUSSOLINI! Se Giorgio SOREL ha visto in Lui un magnifico Cavaliere del secolo XV., la sua vita di grandi rinuncie, di sofferenze, di sacrifici, interiori ed esterni, la volontà superatrice, l’alta visione di un fine superiore da conseguire tenacemente a costo di tutto, anche della vita, l’amore degli umili, l’anima cavalleresca, l’ardore della lotta, l’operosità instancabile, l’attività e virtù trasformatrice e dominatrice del tempo suo, l’armonizzarsi, infine, di tutte le sue qualità in una intima atmosfera superiore, calma, serena e luminosa, lo accostano più di quanto non si creda al Santo di Assisi.
In generale, fra i santi e gli uomini grandi sono evidenti antitesi e differenze sostanziali. Il Santo è per lo più l’uomo della rinuncia, l’uomo grande è il conquistatore. Ma chi abbia una famigliarità con l’agiografia troverà nei Santi anche dei conquistatori mirabili, se pure la rinuncia mistica non sia, in realtà, una forma di conquista superiore
.”
(pag. 43-44) – “Fu dunque Francesco ricostruttore dalla fede pura, della Chiesa romana, e per necessaria conseguenza della società del tempo suo […] ottimamente si addice a Benito Mussolini il titolo di restauratore della Patria. Egli è veramente un ricostruttore. E, si noti bene, lo è perché antepone i problemi spirituali e sociali a quelli di ordine materiale, perché riconduce la Nazione alla sua tradizioni religiose, perché in tutta la sua opera è animato da fede e da amore….”.
(pag. 45) – “Ho sotto gli occhi una fotografia di Mussolini in tenuta di marcia: il suo volto patito, sofferente, ma sereno, ma forte, mi richiama alla memoria una pittura di Francesco D’Assisi di scuola Senese del secolo XIII: identica vivezza nello sguardo, identica nobiltà di atteggiamento, manca solo l’aureola.”

Il giorno della memoria: la Chiesa non è stata affatto in silenzio

Nel 1929 la Santa Sede ha firmato il Concordato con l’Italia di Mussolini che ripeterà con contenuti assai simili, poi nel 1933 con Hitler, vedi altro post di oggi.
Ma cosa successe prima e dopo la firma di quel Concordato del 1929?
Prima del Concordato si santificò così Mussolini. Due soli esempi.
Siamo nel 1927. Esce un volume che raccoglie in una unica edizione due testi andati in stampa anche separatamente, dal titolo:
Pio XI e Mussolini (3° edizione)
San Francesco e Mussolini (2° edizione)”
L’autore è un sacerdote don Paolo Ardali che nella presentazione dell’editore è indicato come “un dotto sacerdote molto vicino alle sfere vaticane”.
Il volume è pubblicato nella collana: “Mussoliniana – Biblioteca di propaganda fascista diretta da Franco Paladino”.
In “Pio XI e Mussolini” si poteva leggere che:
(pag. 10)-“Due geni soprassiedono tradizionalmente all’imperialismo italico: due espressioni autentiche della sua anima secolare.
Distinti ma paralleli: l’uno eterno, l’altro temporale.
Il genio politico e quello religioso. L’uno investito dal carisma soprannaturale nel momento in cui, per l’ininterrotta successione, Pietro rivive nella sua persona: l’altro impersonato nell’Uomo di Governo che sappia effettivamente realizzare la coscienza della nazione nella sua connaturale aspirazione il ritorno all’antico fastigio
.”
(pag. 17-18) – “D’innanzi ad un fatto si grave, qual è l’ostracismo dell’insegnamento religioso della scuola, che racchiude in sé un vero attentato ai sacri diritti della grande maggioranza dei genitori italiani, i quali hanno una fede e una coscienza da lasciare in retaggio ai propri figlioli […] Di fronte a questa realtà apparisce fulgida la magnifica opera del fascismo che, smantellando ogni resistenza ha saputo dare all’Italia la libertà dell’insegnamento – degno istituto di una Nazione veramente civile – l’insegnamento religioso; ed ha ricollocato il crocefisso nelle aule scolastiche.”
Nel capitolo “Tiara e Littorio” si poteva leggere che:
(pag. 25, 26) – “L’aria è pura dalle sconce vignette che gettavano il ridicolo ed il fango sui rappresentanti della fede augustea; è pura dalle boutades retoriche per cui vale la sentenza di Voltaire: chi non può brillare per un pensiero può farsi notare per una parola.
Il rispetto dell’autorità, la disciplina, la gerarchia, l’ordine, l’educazione della gioventù entrano nel compito dello Stato. E nell’aer puro e sereno la nova generazione italica potrà apprendere l’insegnamento della fede che illuminala vita, mentre la bellezza e la forza del sacrificio irradianti dal Crocefisso le guidano dalla scuola alla vita.
Il programma che il grande Duce aveva promesso il 20 settembre del 1922 è in piena fioritura.
Roma apparisce già idealmente trasfigurata e lo sarà anche materialmente.
Migliaia e migliaia di cuori ardenti guardano al colle sacro di Roma e si domandano quando la Tiara augusta conserta al glorioso Littorio sarà il simbolo della romanità e terna di Roma sacra e della grandezza italica di Roma imperiale da cui sorga nella sua inclita ed intera bellezza la rinnovata vita della Nazione
.”

Il giorno della memoria: il Concordato tra Santa Sede e Germania di Hitler

Il giorno della memoria può servire per rinfrescarcela.
Tutti sanno che la Germania di Hitler ha sottoscritto un Concordato con la Santa Sede di Pio XI nel 1933. Pochi però lo hanno diffuso e ancora meno lo hanno letto.
Il Concordato si apre con la celebrazione dell’amicizia tra la Germania di Hitler e la Santa Sede:
Sua Santità il Sommo Pontefice Pio XI e il Presidente del Reich germanico, concordi nel desiderio di consolidare e sviluppare le relazioni amichevoli esistenti fra la Santa Sede e il Reich germanico,volendo regolare i rapporti fra la Chiesa cattolica e lo Stato per tutto il territorio del Reich germanico in modo stabile e soddisfacente per entrambe le parti….”.
Per brevità si citano solo gli articoli più significativi che riguardano il rapporto tra il clero ed i fedeli cattolici con il Reich di Hitler.
Con l’art. 14, si stabiliva che sul suolo del Terzo Reich, tutti i sacerdoti dovessero essere “germanici”, cioè ariani, e che la nomina dei vescovi, successori degli Apostoli, dovesse ottenere il placet del Terzo Reich nella persona del Luogotenente, previo accertamento che sul prescelto dalla Chiesa non vi fossero “obiezioni di carattere politico generale”, e la sola politica allora esistente in Germania era quella nazionalsocialista. Ecco il brano dell’articolo:
Art. 14. […]Prima di spedire le bolle di nomina per gli arcivescovi, vescovi, per un coadiutore “cum iure successionis” o per un prelato “nullius”, si comunicherà al Luogotenente del Reich (Reichsstatthalter) nel competente Stato il nome della persona prescelta, per accertare che contro di essa non esistono obbiezioni di carattere politico generale.”.
L’art. 16 conteneva un giuramento di fedeltà. I vescovi prima di prendere possesso della loro diocesi, cioè del loro gregge, della loro cattedrale, del loro “ministero della parola di Dio”, dovevano prestare un giuramento di fedeltà nelle mani del Luogotenente o del Presidente del Reich, come segue:
Art. 16 - I vescovi, prima di prendere possesso delle loro diocesi, presteranno nelle mani del Luogotenente del Reich (Reichstatthalter) nel competente Stato oppure del Presidente del Reich un giuramento di fedeltà secondo la formula seguente:
“Davanti a Dio e sui Santi Vangeli giuro e prometto, come si conviene ad un Vescovo, fedeltà al Reich germanico e allo Stato…Giuro e prometto di rispettare e di far rispettare dal mio clero il Governo stabilito secondo le leggi costituzionali dello Stato. Preoccupandomi, com’è mio dovere, del bene e dell’interesse dello Stato germanico, cercherò, nell’esercizio del sacro ministero affidatomi, di impedire ogni danno, che possa minacciarlo
.
L’art. 30 assicurava alla Germania di Hitler la preghiera della Chiesa intera per “la prosperità del Reich e del popolo germanico”:
Art. 30 – Nelle domeniche e nelle feste di precetto, nelle chiese cattedrali, come pure in quelle parrocchiali, filiali e conventuali del Reich germanico si reciterà alla fine del servizio religioso principale, in conformità con le prescrizioni della Sacra Liturgia, una preghiera per la prosperità del Reich e del popolo germanico.
Il tutto:
“Fatto in doppio originale. Città del Vaticano, 20 luglio 1933”.
Firmato: Eugenio cardinale Pacelli
Franz von Papen

(Testo del Concordato in italiano e tedesco in Acta Apostolicae Sedis, 1933, pag. 389, riportato in “Chiesa e Stato attraverso i secoli”, Soc. Ed. Vita e Pensiero, Milano, 1958, a pag. 494 e segg.- imprimatur 6 giugno 1958)

lunedì 26 gennaio 2009

S.E. Monsignor Richard Williamson

Ieri su L'Osservatore Romano quotidiano della Santa Sede si annunciava che "Il Santo Padre, dopo un processo di dialogo...." ha riammesso nella comunità della Chiesa di Roma quattro vescovi tra cui S.E. Monsignor Richard Williamson.
S.E. Monsignor Richard Williamson, che in qualità di Vescovo è successore degli apostoli ed in comunione con Benedetto XVI attuale Vicario di Cristo, ha detto in una intervista alla televisione svedese con riferimento alla Shoah: "Credo che le camere a gas non siano mai esistite".
Oggi su Avvenire quotidiano della CEI-Conferenza Episcopale Italiana è riportata la "puntuale", così la chiama, risposta di padre Federico Lombardi, portavoce vaticano che dice: - La revoca della scomunica e le dichiarazioni di Williamson sono "due questioni del tutto indipendenti" -.
Questa precisazione la dice lunga sulla percezione che hanno di sè in Santa Sede.
Avvenire poi scrive che il Vescovo Williamson: "intervistato dalla tv svedese, avrebbe negato l'esistenza delle camere a gas naziste".
S.E. Monsignor Richard Williamson, ha negato, non avrebbe. Forse hanno una percezione esatta di sè e la precisazione di padre Lombardi era dopotutto necessaria.
Così la Chiesa di Roma nella ritrovata comunione con S.E. Monsignor Richard Williamson si prepara al giorno della memoria. Del resto Hitler non è mai stato scomunicato.