martedì 27 gennaio 2009

Il giorno della memoria: la Chiesa non è stata affatto in silenzio

Nel 1929 la Santa Sede ha firmato il Concordato con l’Italia di Mussolini che ripeterà con contenuti assai simili, poi nel 1933 con Hitler, vedi altro post di oggi.
Ma cosa successe prima e dopo la firma di quel Concordato del 1929?
Prima del Concordato si santificò così Mussolini. Due soli esempi.
Siamo nel 1927. Esce un volume che raccoglie in una unica edizione due testi andati in stampa anche separatamente, dal titolo:
Pio XI e Mussolini (3° edizione)
San Francesco e Mussolini (2° edizione)”
L’autore è un sacerdote don Paolo Ardali che nella presentazione dell’editore è indicato come “un dotto sacerdote molto vicino alle sfere vaticane”.
Il volume è pubblicato nella collana: “Mussoliniana – Biblioteca di propaganda fascista diretta da Franco Paladino”.
In “Pio XI e Mussolini” si poteva leggere che:
(pag. 10)-“Due geni soprassiedono tradizionalmente all’imperialismo italico: due espressioni autentiche della sua anima secolare.
Distinti ma paralleli: l’uno eterno, l’altro temporale.
Il genio politico e quello religioso. L’uno investito dal carisma soprannaturale nel momento in cui, per l’ininterrotta successione, Pietro rivive nella sua persona: l’altro impersonato nell’Uomo di Governo che sappia effettivamente realizzare la coscienza della nazione nella sua connaturale aspirazione il ritorno all’antico fastigio
.”
(pag. 17-18) – “D’innanzi ad un fatto si grave, qual è l’ostracismo dell’insegnamento religioso della scuola, che racchiude in sé un vero attentato ai sacri diritti della grande maggioranza dei genitori italiani, i quali hanno una fede e una coscienza da lasciare in retaggio ai propri figlioli […] Di fronte a questa realtà apparisce fulgida la magnifica opera del fascismo che, smantellando ogni resistenza ha saputo dare all’Italia la libertà dell’insegnamento – degno istituto di una Nazione veramente civile – l’insegnamento religioso; ed ha ricollocato il crocefisso nelle aule scolastiche.”
Nel capitolo “Tiara e Littorio” si poteva leggere che:
(pag. 25, 26) – “L’aria è pura dalle sconce vignette che gettavano il ridicolo ed il fango sui rappresentanti della fede augustea; è pura dalle boutades retoriche per cui vale la sentenza di Voltaire: chi non può brillare per un pensiero può farsi notare per una parola.
Il rispetto dell’autorità, la disciplina, la gerarchia, l’ordine, l’educazione della gioventù entrano nel compito dello Stato. E nell’aer puro e sereno la nova generazione italica potrà apprendere l’insegnamento della fede che illuminala vita, mentre la bellezza e la forza del sacrificio irradianti dal Crocefisso le guidano dalla scuola alla vita.
Il programma che il grande Duce aveva promesso il 20 settembre del 1922 è in piena fioritura.
Roma apparisce già idealmente trasfigurata e lo sarà anche materialmente.
Migliaia e migliaia di cuori ardenti guardano al colle sacro di Roma e si domandano quando la Tiara augusta conserta al glorioso Littorio sarà il simbolo della romanità e terna di Roma sacra e della grandezza italica di Roma imperiale da cui sorga nella sua inclita ed intera bellezza la rinnovata vita della Nazione
.”


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