giovedì 8 gennaio 2009

Gli Ebrei: una enclave teologica nel mondo cristiano.

Se la Chiesa ancora nel 1964, nell’edizione domenicale dell’Osservatore Romano e per bocca del gesuita Padre Riquet, poteva descrivere così la Shoah:
“La violenza nazionalsocialista fu contro tutti. La verità, e ne fummo testimoni, è che la violenza nazionalsocialista non si scatenò in nessun momento contro i soli ebrei. Cristiani, cattolici e non cattolici, comunisti, zingari, slavi, ne furono largamente vittime. Se si ebbero sei milioni di israeliti sterminati nei campi di concentramento, il totale dei detenuti fu di venti milioni, e più della metà morì in prigionia.” (L’Osservatore della Domenica, 28 giungo 1964, pag. 27).
Oggi la Chiesa, costretta dalla storia, riconosce la specificità della Shoah e la specificità dei sei milioni di vittime ebree.
E’ interessante rilevare che dall’elenco di categorie di Padre Riquet, manca quella degli omosessuali internati ed uccisi dai nazionalsocialisti. E’ interessante rilevare pure che Padre Riquet parla di israeliti e non di ebrei, non facendo alcuna distinzione, oggi “obbligatoria” dal politicamente corretto.
La medesima revisione avuta verso la Shoah la Chiesa non può farla nei confronti degli ebrei tout court, pena la cancellazione di una parte di Sé: la Verità è una ed indivisibile come la Chiesa, quindi o è o non è.
Non può cancellare la Buona Novella come ha cancellato l’articolo dell’Osservatore della Domenica. Per esempio, nella prima lettera ai Tessalonicesi, il primo testo del Nuovo Testamento scritto da Paolo nel 51 d.C. si legge:
“Infatti voi o fratelli, siete divenuti imitatori delle Chiese di Dio, che, in Cristo Gesù, sono nella Giudea, perché anche voi avete sofferto dai vostri connazionali le medesime persecuzioni che esse hanno sofferto dai Giudei, da quelli stessi che hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, che hanno perseguitato anche noi, ma che non piacciono a Dio e si son fatti nemici del genere umano. Difatti, ci impediscono di parlare ai Gentili, affinché si salvino, onde colmare sempre più la misura dei loro peccati. Ma la collera di Dio su di loro è giunta al massimo.”(I Tessalonicesi, 2, 14-16)
Contro gli ebrei scriverà anche il riformatore protestante Martin Lutero nella sua opera “Degli Ebrei e delle loro menzogne”, distinguendosi così poco o nulla dai non riformati cattolici.
Gli Ebrei sono quindi una vera e propria enclave nella teologia cristiana. Se c’è da scegliere tra un “nemico del genere umano”, i Giudei, ed il “genere umano”, i Gentili, come scrive San Paolo, non c’è dubbio alcuno che la Chiesa sceglierà, teologicamente il “genere umano”.
Ed il “genere umano” per la Chiesa oggi si trova, a prescindere, nella striscia di Gaza e non in Israele.


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