martedì 27 gennaio 2009

Il giorno della memoria: San Francesco e Mussolini.

Con un incredibile parallelismo don Paolo Ardali avvicinava la vita di San Francesco a quella di Mussolini. Questa la prima pagina del volume:
Analogie
Questo opuscolo è il frutto di osservazioni e meditazioni, suggeritemi in una conversazione non inutile, con Franco Paladino, nella quale si parlò, fra l’altro del Messaggio Francescano, e dello spirito francescano del grande Uomo. Ed, oh, quanto spirito francescano c’è nella vita di BENITO MUSSOLINI! Se Giorgio SOREL ha visto in Lui un magnifico Cavaliere del secolo XV., la sua vita di grandi rinuncie, di sofferenze, di sacrifici, interiori ed esterni, la volontà superatrice, l’alta visione di un fine superiore da conseguire tenacemente a costo di tutto, anche della vita, l’amore degli umili, l’anima cavalleresca, l’ardore della lotta, l’operosità instancabile, l’attività e virtù trasformatrice e dominatrice del tempo suo, l’armonizzarsi, infine, di tutte le sue qualità in una intima atmosfera superiore, calma, serena e luminosa, lo accostano più di quanto non si creda al Santo di Assisi.
In generale, fra i santi e gli uomini grandi sono evidenti antitesi e differenze sostanziali. Il Santo è per lo più l’uomo della rinuncia, l’uomo grande è il conquistatore. Ma chi abbia una famigliarità con l’agiografia troverà nei Santi anche dei conquistatori mirabili, se pure la rinuncia mistica non sia, in realtà, una forma di conquista superiore
.”
(pag. 43-44) – “Fu dunque Francesco ricostruttore dalla fede pura, della Chiesa romana, e per necessaria conseguenza della società del tempo suo […] ottimamente si addice a Benito Mussolini il titolo di restauratore della Patria. Egli è veramente un ricostruttore. E, si noti bene, lo è perché antepone i problemi spirituali e sociali a quelli di ordine materiale, perché riconduce la Nazione alla sua tradizioni religiose, perché in tutta la sua opera è animato da fede e da amore….”.
(pag. 45) – “Ho sotto gli occhi una fotografia di Mussolini in tenuta di marcia: il suo volto patito, sofferente, ma sereno, ma forte, mi richiama alla memoria una pittura di Francesco D’Assisi di scuola Senese del secolo XIII: identica vivezza nello sguardo, identica nobiltà di atteggiamento, manca solo l’aureola.”


Articoli correlati per categorie



Nessun commento: