mercoledì 26 maggio 2010

Una crisi metafisica

Un amico del miliardario a capo del governo, il suo ministro delle finanze ha detto che questa crisi non è come le altre, ma è "un tornante della storia".

Siamo in una dimensione metafisica, religiosa. Forse fra qualche tempo ci si dirà che, come per i preti pedofili nella Chiesa, è colpa del diavolo.
Intanto sull'Osservatore Romano di oggi ci sono due articoli uno del ministro degli affari esteri e un altro del sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio entrambi amici e facenti parte del governo del miliardario. Il governo italiano e il governo vaticano sono in perfetta simbiosi.
I sacrifici che l'altro giorno ci ha preannunciato il sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio non riguardano nè il governo e i suoi amici, nè la Chiesa e i suoi amici.
Ai sacrificati italiani si potrà sempre proporre un pellegrinaggio a Lourdes.




martedì 25 maggio 2010

CI AZZERANO

La manovra economica fatta da un miliardario a capo del governo e dai suoi amici può colpire altri miliardari, altri milionari?

La risposta è no. Dal dibattito di Ballarò ora in onda ci spiegano gli amici del miliardario, che
bisogna concentrarsi sulle false pensioni di invalidità, non sui veri panfili che battono bandiera di Santo Domingo ma sono italiani.
La lotta di classe che una volta era una teoria comunista che tentava di migliorare la situazione dei proletari, oggi è una pratica dei miliardari per peggiorare la vita della maggioranza dei cittadini.
I miliardari sono in azione ed i loro servi vogliono convincerci che è solo per il nostro bene.
Per quanto tempo ancora questa indecenza?
Non ci sono più giusti in giro?
La libertà senza giustizia è la razionalizzazione della schiavitù.


sabato 22 maggio 2010

Annozero: questo Paese ha le vittime che si merita

Annozero ha dedicato la sua puntata ai preti pedofili con testimonianze agghiaccianti delle vittime.

Di cosa si è parlato il giorno dopo?
Dei rapporti del conduttore del programma con la Rai e della probabile risoluzione del suo contratto di lavoro con la Rai stessa e sui relativi milioni di euro che incasserà Santoro.
Nessuno ha commentato nè sulle vittime, nè sui carnefici protagonisti delle inaudite violenze
raccontate ad Annozero dalle vittime quando ancora erano piccole.
Come ogni Paese ha il governo che si merita così ogni Paese ha le vittime che si merita.
Tra bambini abusati da sacerdoti e presentatori milionari in difficoltà contrattuali, è quest'ultima la vittima di cui si è parlato.
Tristo Paese quello che ha queste priorità nel riconoscere le vittime.

venerdì 7 maggio 2010

Agenzie di rating ultimi sciamani

Le agenzie di rating, entità metafisiche, figure sciamaniche, non conosciamo le loro facce, sono autoreferenziali, possono decidere con un comunicato stampa il presente ed il futuro dell'economia di una nazione, di un continente e così via.

In questi giorno hanno puntato la Grecia e ieri anche l'Italia. Oggi per l'Italia hanno fatto marcia
indietro.
Sacerdoti di questo capitalismo sciamanico, domani in quale bambolina economica pianteranno i loro aghi?
Ma noi cosa andiamo a votare se il valore del nostro lavoro, del nostro Paese è determinato, è nelle mani di questi sconosciuti sciamani?

Dalle fogne della storia

L'ennesimo gruppo fascista ha sollecitato appoggio per la sua propaganda. Lo ha trovato. Ed eccoli lì i totalitari che si ritrovano insieme. Sono ex-fascisti, ex-comunisti, ex-terroristi approdati alla libertà di espressione se è reclamata per loro stessi.

Loro reduci dal e del Partito Unico - nazionalsocialista, fascista o comunista - ora si stracciano le vesti per il pluralismo: il loro.
Tornati alla ribalta dalle fogne della storia pretendono che gli altri dimentichino la loro storia.
Chi ha diviso e condiviso violenza, sopraffazione, gulag e campi di concentramento dovrebbe, a riprova del suo approdo democratico, preoccuparsi di tacere.

domenica 25 aprile 2010

XXV Aprile festa della LIBERAZIONE

Il capo del governo e del PDL oggi in un suo messaggio televisivo in occasione della Festa della Liberazione è riuscito a non pronunciare la parola LIBERAZIONE.

TROUPE DU ROI

E’ un po’ di tempo che il sito di Grillo mette in evidenza posizioni pro Borboni in chiave anti Savoia e antirisorgimentale, proprio in vista dei 150° dell’Unità d’Italia.

Raccontare nel 2010 la storia prendendo come punto di partenza l’essere a favore o contro i Borboni o i Savoia la dice lunga sulla qualità del dibattito che, se così impostato, non può altro che sfociare in elenchi di fatti portati a favore o contro i Borboni od i Savoia.

Lo spessore della dinastia dei Borboni – reali spagnoli regnanti su terre che nulla avevano a che fare con la Spagna – può essere visto nella fuga di Ferdinando IV da Napoli a Palermo in occasione della Repubblica napoletana del 1799.

Il Borbone Ferdinando IV lasciò a combattere in sua vece i lazzari una sorta di giovani border line di classe sociale misera che erano stati sufficientemente motivati – come succede spesso nella storia – per servire e combattere in favore proprio di chi li teneva in quelle condizioni misere.

Lo spessore della dinastia dei Savoia può essere invece visto nella fuga che tutta la famiglia fece durate la seconda guerra mondiale andandosene da Roma, quando il gioco cominciava a farsi duro. Fuggendo e lasciando allo sbando tutti i suoi sudditi.

Sì perché in un regno sia esso borbonico o savoiardo, non ci sono cittadini ma sudditi.

Mi pare quindi chiaro che attaccarsi al “il mio re è più buono del tuo” si finisce con il diventare politicamente lazzari nel XXI secolo.

Ma proseguiamo nel richiedere aiuto alla storia.

Dopo millenni di regni e re taumaturghi è quasi impossibile pretendere che la figura del re possa aver perso tout court la sua potenza che è via via stata, ed è riproposta fino ai nostri giorni.

Il re oltre a regnare, potere politico, “aveva anche il potere” di guarire i malati da alcune patologie con il solo tocco della propria mano: un vero e proprio “miracolo regio”. Per esempio nella monarchia francese questo tocco taumaturgico:

“Luigi XIII e Luigi XIV lo compiono regolarmente nelle grandi feste, Pasqua, Pentecoste, Natale o Capo d’Anno, talvolta la Candelora, la Trinità, l’Assunta, Ognissanti. Quando la cerimonia si svolge a Parigi, il Gran Prevosto la fa annunciare alcuni giorni prima a suon di tromba e con manifesti; ci sono rimasti alcuni di questi affissi al tempo di Luigi XIV” (Marc Bloch, I re taumaturghi, Einaudi, Torino, 199, pag. 280).

Ci è di aiuto per capire la posizione del sito di Grillo su ciò di cui stiamo parlando, anche la figura di scrittori come Molière - a molti di noi istintivamente vicino con la sua corrompente critica alla società – e del rapporto che ebbe proprio con la corte di Luigi XIV.

Molière per tutta la vita dispiegò il suo spirito critico con il quale metteva in ridicolo il furbo contadino, il vanitoso borghese, il mercante e lo stupido signorotto di campagna.

Tuttavia si guarderà bene dall’attaccare l’istituto monarchico, i privilegi della nobiltà, un duca o un marchese. Questo gli valse il favore e la protezione di Luigi XIV, il Re Sole. E da quest’ultimo verrà ricambiato. Molière terrà dal 1622, per concessione del re, le sue rappresentazioni al Théatre du Palais-Royal . Nel 1664 parteciperà con la sua opera Tartufo all’inaugurazione della reggia di Versaille, con la quale Luigi XIV imporrà anche visivamente ed architettonicamente il suo potere accentratore. Nel 1665 la compagnia di Molière avrà il diritto di chiamarsi troupe du Roi.

Sono gli anni durante i quali Luigi XIV assume direttamente la gestione dello Stato e introduce la mistica del potere assoluto.

Quindi facendoci condurre da dispute regie si rischia di diventare lazzari dell’uno o troupe du Roi dell’altro.

Per brevità si può ricavare dall’elenco delle 124 persone fatte giustiziare dai Borboni dopo il fallimento della Repubblica napoletana del 1799, chi componeva l’opposizione ai Borboni stessi. Si trovano medici, studenti, avvocati, contadini, ufficiali di fanteria, notai, marinai, albergatori, maestri di scherma, impiegati, poeti, benedettini, vinai, sacerdoti, farmacisti etc. Quella che noi chiameremo oggi la società civile.

E’ interessante osservare che quasi mezzo secolo dopo e lontano da Napoli, i 147 morti e feriti di un altro moto risorgimentale accaduto a Bologna l’8 agosto 1848, hanno si può dire, la stessa composizione sociale di quelli di Napoli.

Vi si trovano farmacisti, ingegneri, pittori, impiegati, legatori di canapa, possidenti, calzolai, negozianti, barbieri, scrivani, librai, portalettere, canapini, facchini, ballerini, macellai, tessitrici, sensali etc. Tra questi mi piace ricordare un giovane di 20 anni di cui non si conosce il nome, che è stato così descritto nell’elenco pubblicato sulla Gazzetta di Bologna n. 255 del mercoledì 13 dicembre 1848:

“N.N. morto all’Ospedale Clinico. Età apparente anni 20. Aveva al collo un cordone con appesa una medaglia all’immagine di M.V.”.

Non ho quindi dubbi tra i protagonisti del risorgimento scelgo di stare con Mazzini che è morto da clandestino in Italia. Con Mameli che è morto a 21 anni a seguito delle ferite nella difesa della seconda repubblica romana. Con Ugo Bassi sacerdote fucilato nella sua Bologna perché garibaldino e difensore della seconda repubblica romana. Con Garibaldi sopravissuto a tutte le battaglie e ritiratosi a vita privata. E mille e mille altri che cercavano di fare diventare gli abitanti della nostra penisola un po’ meno sudditi ed un po’ più cittadini avendo dall’altra parte, sulla penisola, ad opporsi a questo programma principalmente il Papa a Roma ed i Borboni a Napoli.

E’ vero i protagonisti del risorgimento non hanno potuto fare a meno dei Savoia, ma chi parteggiava per il Papa o per i Borboni non poteva e non può, accusare quei protagonisti del risorgimento di non aver potuto o saputo fare a meno dei Savoia.

Ognuno poi si sceglie i modelli che si merita.


Italia standard polacchi

A Napoli è morta una donna polacca per il crollo di una casa fatiscente in cui aveva trovato asilo per dormire.

Sono questi gli standard polacchi fiat voluntas tua?

Non ho litigato con nessuno

Il capo del PDL non ha litigato con nessuno (ed il cofondatore del PDL evidentemente non era nemmeno presente!).
Il capo del partito dell'amore per definizione non può litigare.
E' il primo caso di allucinazione collettiva da diretta TV.

Fiat standard polacchi

La Fiat è proiettata verso il futuro e verso i suoi operai italiani vuole applicare gli standard polacchi.

Forte della sparizione del comunismo - con il quale per altro faceva lauti affari ricordiamo Togliattigrad in URSS - che ha messo sul mercato milioni di lavoratori non sindacalizzati a disposizione della globalizzazione, la Fiat oggi può rivolgersi ai propri dipendenti italiani da una posizione di forza.
La Fiat - Fabbrica Italiana Automobili Torino - negli anni '60 e '70 del XX secolo ha fatto spostare migliaia e migliaia di meridionali a Torino con costi sociali e umani pagati unicamente da essi.
Oggi la Fiat minaccia di portare le fabbriche fuori dall'Italia se i lavoratori italiani non accettano di tornare indietro di molti decenni.
Sono lontani i tempi in cui i capitalisti erano anche liberali illuminati che nel concetto di progresso facevano andare in parallelo gli standard produttivi con gli standard umani.
Il libero mercato di oggi è il libero arbitrio del più forte.
La mitica concorrenza è una menzogna che copre cartelli di assicurazioni, banche, petrolieri e così via.
La flessibilità così come praticata rischia di diventare l'anticamera di un nuovo schiavismo.
Fiat voluntas tua. Amen

sabato 24 aprile 2010

La liberazione: Probo un probo sconosciuto

La storiografia è spesso la riproposizione del più vecchio mestiere del mondo che fa diventare la storia la prostituta di chi è in quel momento al potere.
Anche quest'anno il XXV aprile festa della Liberazione dell'Italia dai fascisti italiani e dai loro alleati nazionalsocialisti tedeschi, è accaduto.
Quando la storia era raccontata dai comunisti l'esercito degli Alleati non aveva liberato ma occupato l'Italia.
Oggi che i fascisti per procura sono andati al potere o nelle sue vicinanze e sono loro a raccontare la storia ci si dice che sono stati solo gli Alleati a liberare l'Italia.
In ambedue le storie c'è una assenza: quella degli italiani. La storia così raccontata cancella proprio gli italiani.
Per fortuna gli italiani antifascisti ed antinazisti erano invece ben presenti nella storia.
Ho qui davanti a me nella sua concretezza storica un Certificato al Patriota firmato dal Generale Alexander, Maresciallo Comandante Supremo Alleato delle Forze nel Mediterraneo Centrale, rilasciato al partigiano e patriota C. Probo. Eccone il testo completo:
"Certificato al Patriota
NEL NOME DEI GOVERNI E DEI POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, RINGRAZIAMO C. Probo
DI AVERE COMBATTUTO IL NEMICO SUI CAMPI DI BATTAGLIA, MILITANDO NEI RANGHI DEI PATRIOTI TRA QUEGLI UOMINI CHE HANNO PORTATO LE ARMI PER IL TRIONFO DELLA LIBERTA', SVOLGENDO OPERAZIONI OFFENSIVE, COMPIENDO ATTI DI SABOTAGGIO, FORNENDO INFORMAZIONI MILITARI.
COL LORO CORAGGIO E LA LORO DEDIZIONE I PATRIOTI ITALIANI HANNO CONTRIBUITO VALIDAMENTE ALLA LIBERAZIONE DELL'ITALIA E ALLA GRANDE CAUSA DI TUTTI GLI UOMINI LIBERI.
NELL'ITALIA RINATA I POSSESSORI DI QUESTO ATTESTATO SARANNO ACCLAMATI COME PATRIOTI CHE HANNO COMBATTUTO PER L'ONORE E LA LIBERTA'.
Firmato
H.R. Alexander
Maresciallo Comandante Supremo Alleato delle Forze
nel Mediterraneo Centrale


Per capire di cosa si parla in questo certificato al partigiano e patriota Probo non affidiamoci alla memoria o all'emozione, ma alla documentazione su di esso.
Dal Libretto Personale rilasciato dal Ministero dell'Italia Occupata al giovane Probo - aveva 19 anni quando è diventato partigiano nel marzo del 1944 - si ricava che i suoi campi di battaglia sono stati Fanano, Montefiorino, Val Panaro e Lizzano in Belvedere. La sua permanenza nelle formazioni partigiane è stata dal 1944 all'aprile 1945.
In quei territori e quelle date sui "campi di battaglia" citati nel Certificato del Generale Alexander, combattevano da una parte patrioti partigiani italiani come Probo e dall'altra fascisti italiani uniti ai nazionalsocialisti tedeschi.
Da un altro documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, veniamo a sapere che le qualifiche gerarchiche partigiane sono state per il giovane Probo le seguenti:
"Capo Squadra con 21 uomini - corrispondente a Sergente Maggiore.
Comandante di Formaz. con 142 uomini - corrispondete a Tenente.
Capo Nucleo con 10 uomini - corrispondente a Sergente" .
La solennità e la grandezza di quei combattenti per l'onore e la libertà - parola oggi anch'essa prostituita - sta tutta nel fatto che sono stati semplicemente "ringraziati" per quello che avevano fatto.
In quell'TALIA RINATA, tanto semplicemente quanto solennemente si ringraziava NEL NOME DEI GOVERNI E DEI POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, chi aveva COMBATTUTO PER L'ONORE E LA LIBERTA'.
In quest' ITALIA RIMORTA si ringrazia, nel NOME DI SE STESSI, chi si compera per essersi fatto comperare.
Da noi Probo, da chi si sente ancora parte della tua ITALIA RINATA, un semplice e solenne:
Grazie Probo.


venerdì 23 aprile 2010

Ha abusato sessualmente di un giovane ma resta Sua Eccellenza Reverendissima

"ho abusato sessualmente di un giovane nell'ambiente a me vicino. La vittima ne è ancora segnata".

Sono le parole con le quali il vescovo di Bruges Roger Vangheluwe, ha ammesso di essere responsabile di un gravissimo episodio di pedofilia.
Ma come ha riferito Peter Adriannsens, presidente della commissione indipendente per il trattamento degli abusi sessuali nei Paesi Bassi, gli abusi del vescovo Roger Joseph Vangheluwe si sono protratti "per più anni e in più fasi", sono andati avanti "almeno sei anni, prima che si intervenisse" (Corriere della Sera 23.04.2010).
"Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Brugge (Belgio), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Roger Joseph Vangheluwe" (Osservatore Romano del 24.04.2010 già sul web).
Sono le parole con le quale un altro Joseph, Papa Benedetto XVI, ha accettato le dimissione di Joseph Vangheluwe.


giovedì 22 aprile 2010

Tutti servi

"Non è un partito di servi e di liberi non c'è questa dicotomia".


domenica 7 marzo 2010

Roma caput mundi

La qualità degli abitanti i palazzi del potere a Roma si evidenzia solo raccontando ciò che è avvenuto in questi giorni. Raccontando i fatti.
Il primo partito italiano che è al governo "Popolo della libertà", partito del fare e della meritocrazia ha fatto, non è stato capace di presentare le liste per le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia, tanto da esserne escluso. Tanto da ricorrere per essere riammesso ad un decreto legge in materia elettorale, firmato nottetempo dal Presidente della Repubblica.
Il Decreto Legge 5 marzo 2010 n. 29 ha contenuti ed un linguaggio molto prossimi alla neolingua che George Orwell ha descritto nel suo "1984", a cominciare dal titolo:
"Interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione".
Si tratta della "Interpretazione autentica" della legge 17 febbraio 1968 n. 108. ciò significa che dal 1968 al 2010 abbiamo ubbidito ad una legge priva della "Interpretazione autentica" che ci è stata data nella notte tra il 5 e 6 marzo 2010 dai sottoscrittori:
Napolitano, Presidente della Repubblica
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Maroni, Ministro dell'interno (interno in minuscolo nel testo del decreto).
Alfano, Guardasigilli.
I vertici dello Stato ci hanno dato nottetempo l'interpretazione autentica della legge del 1968, per esempio, in questi termini:
"si interpreta nel senso che il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati incaricati della presentazione delle liste, muniti della prescritta documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale. La presenza entro il termine di legge nei locali del Tribunale dei delegati puo' essere provata con ogni mezzo idoneo."
In questo decreto la sostanza combacia con la forma.
La sostanza, per restare al testo sopra riportato, ci dice che i delegati assolvono al loro compito quando abbiano fatto "ingresso nei locali del Tribunale".
Non si indica chi certifica che i delegati siano dentro i locali "muniti della prescritta documentazione". Non si indica neppure chi certifica la presenza dei delegati entro i termini ma si dice che la stessa "puo' essere provata con ogni mezzo idoneo". Da chi? con quale mezzo? non è indicato.
Se questa è la sostanza la forma gli si conforma esattamente.
Si dice che è nei particolari che ci si rivela quali si è.
Quattro delle più alte cariche dello Stato hanno sottoscritto un testo di D.L. nel quale è scritto, per esempio "i delegati incaricati". Delegato significa già incaricato scrivere "delegati incaricati" è come scrivere "i delegato delegati" o gli "incaricati incaricati".
"Puo' " non si scrive con l'apostrofo. "Può" si scrive con l'accento. Così pure "autorita' ", purche' ", "e' " che si scrivono autorità, purchè, è, etc.
Questa è la qualità delle leggi prodotte da chi presiede e governa l'Italia nel marzo 2010.
Una prece.






sabato 6 marzo 2010

"Interpretazione autentica" della legge elettorale

Quando il Governo è depositario dell' "interpretazione autentica" della Legge

non c'è più Legge, non c'è più lo Stato di diritto.

Di notte

Il potere quando si ritiene onnipotente prima fa la vittima. Se questo non è sufficiente agisce di notte.

Nella notte tra il 13 e 14 agosto 1961 a ridosso del Ferragosto quando il mondo era in ferie i comunisti della Germania Est eressero il muro di Berlino.
Nella notte tra il 5 e 6 marzo 2010 a ridosso del week end il governo del "popolo della libertà" ha fatto sottoscrivere al Presidente della Repubblica - che all'epoca del muro di Berlino era comunista e dalla parte dei costruttori del muro - un decreto per fare riammettere alle elezioni delle regioni Lazio e Lombardia il partito del "popolo della libertà" che era stato escluso dalla competizione per negligenze dello stesso pdl nella presentazione delle liste.
Come prima i comunisti avevano svuotato di ogni significato la parola democrazia - Repubblica Democratica Tedesca si autodefiniva la Germania comunista - ora in Italia il "popolo della libertà" al grido di "democrazia, democrazia, democrazia" saluta con il braccio teso fascista la sua candidata alla regione Lazio.
Ridicolizzare il voto, la rappresentatività. Mettere in burletta i gesti, i simboli della democrazia
facendo il saluto romano in suo nome, significa svuotare la parola democrazia di ogni suo contenuto, prostituirla renderla insignificante.
Chi non appartiene a tutto ciò bisognerà che inventi un'altra parola per indicare i valori della democrazia.
Quando i padroni del denaro, del potere, del mercato diventano anche "padroni della parola" si è giunti ad una mutazione genetica della società nella quale l'hardware, la parola, non corrisponde più al software, il significato della parola. Si è giunti alla storpiatura delle anime, tra l'indifferenza o forse collaborazione, dei poteri religiosi, accademici, economici: dei poteri tout court.