domenica 8 febbraio 2009

Alcide De Gasperi: la coscienza di un politico cattolico

Molti dei politici di oggi, non fa differenza se cattolici, atei, atei credenti o atei papisti - si sono inventati pure questo - hanno spesso come prerogativa di vita personale, giunti alla mezza età, di divorziare e di risposarsi, con donne di molto più giovani di loro, così sperando -diminuita forse la speranza nella vita eterna - di crearsela in qualche modo su questa terra.
Nonostante questa loro condotta certo legittima ma che li colloca, per la Chiesa, nell'area dei "pubblici peccatori", hanno un comportamento sensibile ai dettami della Chiesa stessa, o meglio della Santa Sede, non distinguendo né facendo così più distinguere dove finisce la Santa Sede e dove comincia la Repubblica Italiana.
Alcide De Gasperi cattolico praticante non assomiglia per nulla a questo tipo di politici.
De Gasperi, leader prima del Partito Popolare e poi della Democrazia Cristiana, rispettivamente prima e dopo il ventennio fascista, sapeva esattamente dove finiva la Santa Sede e dove iniziava la Repubblica Italiana. Per questo suo comportamento ha pagato duramente sia politicamente che personalmente:
"Nel giugno del 1952 in occasione del suo trentesimo anniversario di matrimonio e dei voti perpetui della figlia suor Lucia, De Gasperi e sua moglie chiesero attraverso l’ambasciata italiana in Vaticano, un’udienza pontificia. La risposta che dovette portare a De Gasperi l’ambasciatore italiano Mameli fu negativa. Così rispose per iscritto De Gasperi

Come cristiano accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla; come presidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, m’impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento."
(da Giorgio Solmi, Charlie Brown sarebbe nato nel 1950...", capitolo "Il De Gasperi uomo solo", pag. 210).

Questa era la consistenza di questi uomini politici al di la dell'essere più o meno d'accordo sulle loro posizioni politiche. Uomini come De Gasperi assicuravano almeno il "minimo vitale" sul quale una nazione può esistere.
Gli uomini politici di questo inizio di terzo millennio hanno come primo punto di assicurare il "massimo vitale" a loro stessi, anche facendoci discutere nelle piazze su embrioni e stati vegetativi, quando di embrioni e stati vegetativi e di altri temi che riguardano la vita e la morte di ognuno di noi, l'unico sovrano siamo noi stessi.
Se non si vota su Dio, non si vota neppure sull'uomo.


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