domenica 4 marzo 2012

4.3.2012 - Lucio Dalla, Bologna, Piazza Grande

Oggi verrà sepolto Lucio Dalla un grande artista.

In queste occasioni si ha il trionfo dei luoghi comuni. Si creano realtà virtuali per note di colore più o meno locale.

A Bologna non c’è piazza Grande ma piazza Maggiore che nessun bolognese ha mai chiamato piazza Grande.

Piazza Grande è così solo il titolo di una canzone di Lucio Dalla, che nessun bolognese ha mai identificato o collegato con piazza Maggiore.

In piazza Maggiore a Bologna non ci sono panchine dove improbabili barboni possano sedere o sdraiarsi a dormire.

Piazza Maggiore è, per così dire, il “salotto buono” della città tenuto il più pulito possibile anche dal punto di vista sociale.

Lucio Dalla e la sua vita era più simile a piazza Maggiore che a piazza Grande. Dalla ha abitato nel ricco centro storico di Bologna. Via D’Azeglio dove ora viveva, è una tra le più eleganti ed esclusive vie di Bologna a pochi metri da piazza Maggiore. Una delle poche via di Bologna isola pedonale. Una via della ricca e discreta Bologna dove i palazzi si sviluppano all’interno, con chiostri e cortili mentre le facciate sulla strada, spesso modeste rispetto all’interno, non fanno sospettarne il contenuto.

La Bologna dei notai, degli avvocati, dei proprietari, ognuno, di decine o centinaia di appartamenti affittati ai circa ottantamila studenti dell’Università. La Bologna che si definiva la “bologna bene”.

Quella Bologna tanto anonimamente benestante che nei campanelli sulle porte delle abitazioni non vi ha indicato nessun nome, ma uno spazio bianco o un altrettanto anonimo numero.

Lucio Dalla abitava in quella parte di Bologna, che non ha nulla di popolare, ma che al massimo può essere generosa con i “barboni di piazza Grande” perché fa beneficenza.

Al contrario della Bologna vissuta e descritta, per esempio, da Guccini – coetaneo di Dalla - che quando ha abitato a Bologna lo ha fatto in un quartiere popolare, “fuori porta”, dove quando in una canzone ha descritto i vicini di casa ha cantato di modesti e timidi pensionati, con le loro vite sconosciute.

Dalla se avesse fatto canzoni – che non ha fatto - sui suoi vicini di casa avrebbe dovuto parlare di avvocati, notai, industriali etc.

Guccini proprio grazie alla sua esperienza esistenziale ha così potuto scrivere Bologna in una canzone piena di amore, che tocca il cuore ed il cervello.

Lucio Dalla no.

Francesco Guccini ha poi lasciato Bologna dopo decenni che vi abitava perché la “sua Bologna non c’era più”.

Lucio Dalla, “dentro porta”, non ha mai lasciato il centro del centro di Bologna, perché mano a mano che spariva la “Bologna di Guccini, delle osterie”, avanzava la “Bologna di Dalla, la bologna bene”.

Per Lucio Dalla è stato scelto di fare il funerale il giorno del suo compleanno anche se di domenica, giorno in cui di regola non si celebrano funerali. Se queste coincidenze anche se forzate hanno un significato, il fatto che la sua morte è avvenuta la Svizzera può essere significativo.

Con tutto ciò un grazie a Lucio Dalla per quello che ci ha donato con la sua arte,

da un bolognese nato.


Articoli correlati per categorie



Nessun commento: