mercoledì 16 ottobre 2013

OGNUNO LA PIETA’ LA RIVERSI SUL CORPO CHE SI MERITA


Tra ieri e oggi una parte dell’intellighenzia italiana che ci vuole fare credere che un fascista ed un antifascista sono la stessa cosa, si è indignata per le proteste e le manifestazioni contrarie al funerale del criminale nazista morto a 100 anni la scorsa settimana.
Si è gridato alla vendetta barbara e si è parlato di mancanza di pietà come era stato per Mussolini a piazzale Loreto il 29 aprile 1945.
È utile ricordare i fatti.
I primi ad essere esposti a Piazzale Loreto non furono i corpi dei fascisti, ma quelli di 15 patrioni antifascisti.
Il 10 agosto 1944 a piazzale Loreto vennero infatti uccisi lì in mezzo alla strada 15 partigiani antifascisti da un plotone della fascista legione Muti che collaborava con i tedeschi occupanti.
I corpi ammucchiati a terra come spazzatura vennero sputacchiati, calciati e pestati dai fascisti e dai tedeschi. Fu una esibizione di pura ferocia.
Infatti in quel tempo piazzale Loreto era il punto di convergenza del pendolarismo milanese verso le fabbriche della Brianza e di quello della provincia verso Milano; quindi i nazisti e i fascisti lo scelsero per puro terrorismo sia verso la popolazione sia verso la Resistenza antifascista. Il maggior numero possibile di persone doveva vedere e sapere. Quella di piazzale Loreto fu una strage compiuta con scelte cinicamente studiate. Le vittime  non furono scelte a caso. Tra i quindici è rappresentato l’intero arco delle forze che partecipò alla Resistenza: azionisti, socialisti, comunisti, cattolici.
In onore della loro memoria i loro nomi sono:
Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Giovanni Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo, Vitale Vertemati.
Questa barbarie è avvenuta a piazzale Loreto prima di quella dell’esposizione del corpo di Mussolini e dei suoi fascisti.
Questa barbarie non la raccontano mai i pietosi che oggi fremono per il corpo dell’assassino nazista.
Se i fascisti e nazisti non volevano subire vere o presunte “barbare vendette” si dovevano andare a leggere il significato di vendetta:
“offesa che si fa ad altri in contraccambio di offesa patita. Di grandi misfatti e scelleratezze si dice gridano vendetta, che cioè invocano la punitiva giustizia di Dio”.
Avessero evitato ieri di offendere la vita di innocenti internandoli, gasandoli, uccidendoli, e oggi evitassero di offendere la memoria di quegli stessi innocenti, nessuno avrebbe avuto e avrà motivo di vendetta.
Agli immensi delitti compiuti dai fascisti e dai nazisti in Italia bisogna quindi aggiungere anche quello di non avere lasciato alcun spazio alla possibilità di esprimersi della pietà umana nelle vittime della loro infinita barbarie.
E anche questo è un grande delitto.
Ognuno la pietà la riversa sul corpo che si merita: l’Italia antifascista non si merita il corpo dell’assassino nazista. La poca pietà rimasta la riserva a quel che rimane dei corpi dei suoi troppi morti uccisi dalla barbarie nazifascista.


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