giovedì 29 maggio 2008

(5) Sistema fiscale italiano: una mutazione costituzionale

L’articolo 15 della Costituzione, nella parte dedicata ai Diritti e Doveri dei cittadini, recita al paragrafo uno:
”La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.”
Significa che una busta con sopra il nome di un cittadino può essere aperta solo dal cittadino stesso. Quella busta, così come il domicilio e la libertà personale di ognuno di noi è inviolabile.
Dopo la riforma fiscale degli anni ’70 invece nella busta paga dei lavoratori dipendenti “mette le mani” il datore di lavoro, facente funzione nell’ordine: dello Stato, della Regione, della Provincia, del Comune. Solo dopo quelle incursioni il lavoratore ha tra le mani la sua busta paga che “apre” per ultimo e nella quale trova ciò che è rimasto delle varie sottrazioni.
Ecco perché non percepisce né il numero delle imposte né la quantità di denaro che ha versato
perché in effetti lui non versa nulla e quindi non può percepire una cosa che non fa.
E’ questa la grande trovata a cui negli anni ’80 si aggiungerà il meccanismo dell’8 per mille e quello del 5 per mille, che nessuno versa materialmente.
L’approdo di questa mutazione genetica avvenuta negli anni ’70 è stato in questi giorni la possibilità che in modo anonimo ed attraverso internet si potesse accedere alla visione del reddito, gli uni degli altri.


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