Ma qui ora interessa il secondo punto lasciato in precedenza in sospeso cioè la richiesta da parte delle autorità bonapartiste di riformare nella Settimana Santa del 1808, cioè di cambiare l’espressione perfidis Judaeis presente nella solenne liturgia del Venerdì Santo, con altre meno definitive come “accecati giudei” o “giudaica cecità”.
Da Roma Pio VII rispose che se per Napoleone non c’era alcun problema nel considerarlo “Christianissimo imperatore nostro”, vi era il divieto assoluto di sostituire nella preghiera per la conversione dei Giudei, il “perfidi” con “accecati” o “perfidia” con “cecità”:
“Se si facesse ora un cambiamento parrebbe che la Chiesa avesse fin'ora errato, e riconoscesse ora negli ebrei non più un errore di malizia e di ostinazione, ma di semplice cecità e ignoranza”. (da Monsignor Giuseppe Croce, “Pio VII, il cardinal Consalvi e gli ebrei”, in “Pio VII papa benedettino”, Badia di Santa Maria del Monte, Cesena).
giovedì 22 maggio 2008
(7) - Ancora Pasqua 1808 - Pio VII e gli ebrei perfidi.
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