Il giorno della memoria può servire per rinfrescarcela.
Tutti sanno che la Germania di Hitler ha sottoscritto un Concordato con la Santa Sede di Pio XI nel 1933. Pochi però lo hanno diffuso e ancora meno lo hanno letto.
Il Concordato si apre con la celebrazione dell’amicizia tra la Germania di Hitler e la Santa Sede:
“Sua Santità il Sommo Pontefice Pio XI e il Presidente del Reich germanico, concordi nel desiderio di consolidare e sviluppare le relazioni amichevoli esistenti fra la Santa Sede e il Reich germanico,volendo regolare i rapporti fra la Chiesa cattolica e lo Stato per tutto il territorio del Reich germanico in modo stabile e soddisfacente per entrambe le parti….”.
Per brevità si citano solo gli articoli più significativi che riguardano il rapporto tra il clero ed i fedeli cattolici con il Reich di Hitler.
Con l’art. 14, si stabiliva che sul suolo del Terzo Reich, tutti i sacerdoti dovessero essere “germanici”, cioè ariani, e che la nomina dei vescovi, successori degli Apostoli, dovesse ottenere il placet del Terzo Reich nella persona del Luogotenente, previo accertamento che sul prescelto dalla Chiesa non vi fossero “obiezioni di carattere politico generale”, e la sola politica allora esistente in Germania era quella nazionalsocialista. Ecco il brano dell’articolo:
Art. 14. […]Prima di spedire le bolle di nomina per gli arcivescovi, vescovi, per un coadiutore “cum iure successionis” o per un prelato “nullius”, si comunicherà al Luogotenente del Reich (Reichsstatthalter) nel competente Stato il nome della persona prescelta, per accertare che contro di essa non esistono obbiezioni di carattere politico generale.”.
L’art. 16 conteneva un giuramento di fedeltà. I vescovi prima di prendere possesso della loro diocesi, cioè del loro gregge, della loro cattedrale, del loro “ministero della parola di Dio”, dovevano prestare un giuramento di fedeltà nelle mani del Luogotenente o del Presidente del Reich, come segue:
Art. 16 - I vescovi, prima di prendere possesso delle loro diocesi, presteranno nelle mani del Luogotenente del Reich (Reichstatthalter) nel competente Stato oppure del Presidente del Reich un giuramento di fedeltà secondo la formula seguente:
“Davanti a Dio e sui Santi Vangeli giuro e prometto, come si conviene ad un Vescovo, fedeltà al Reich germanico e allo Stato…Giuro e prometto di rispettare e di far rispettare dal mio clero il Governo stabilito secondo le leggi costituzionali dello Stato. Preoccupandomi, com’è mio dovere, del bene e dell’interesse dello Stato germanico, cercherò, nell’esercizio del sacro ministero affidatomi, di impedire ogni danno, che possa minacciarlo.
L’art. 30 assicurava alla Germania di Hitler la preghiera della Chiesa intera per “la prosperità del Reich e del popolo germanico”:
Art. 30 – Nelle domeniche e nelle feste di precetto, nelle chiese cattedrali, come pure in quelle parrocchiali, filiali e conventuali del Reich germanico si reciterà alla fine del servizio religioso principale, in conformità con le prescrizioni della Sacra Liturgia, una preghiera per la prosperità del Reich e del popolo germanico.
Il tutto:
“Fatto in doppio originale. Città del Vaticano, 20 luglio 1933”.
Firmato: Eugenio cardinale Pacelli
Franz von Papen
(Testo del Concordato in italiano e tedesco in Acta Apostolicae Sedis, 1933, pag. 389, riportato in “Chiesa e Stato attraverso i secoli”, Soc. Ed. Vita e Pensiero, Milano, 1958, a pag. 494 e segg.- imprimatur 6 giugno 1958)
martedì 27 gennaio 2009
Il giorno della memoria: il Concordato tra Santa Sede e Germania di Hitler
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