"Il governo e le parti sociali firmatarie del presente accordo...." così inizia il testo dell'accordo raggiunto ieri sera tra Governo e sindacati.
Il Governo si è "fatto parte" e si è accordato con i Sindacati che lo hanno firmato, oltre che sul settore pubblico, anche su una materia che non lo riguarda: le regole per i contratti nazionali tra le varie confederazioni del datori di lavoro e le varie confederazioni dei lavoratori, private.
L'articolo dell'accordo più lungo riguarda "la dinamica degli effetti economici".
L'accordo dice che: "si individuerà un indicatore della crescita dei prezzi al consumo assumendo per il triennio - in sostituzione del tasso di inflazione programmata - un nuovo indice previsionale costruito sulla base dell'Ipca (l'indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo per l'Italia), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati."
Ed ancora: "il recupero degli eventuali scostamenti sarà effettuato entro la vigenza di ciascun contratto nazionale, il nuovo indice previsionale sarà applicato ad un valore retributivo individuato dalle specifiche intese".
La salvaguardia dei redditi dei lavoratori italiani dipendenti sia pubblici che privati è affidata all'indice Ipca,di cui nessun nostro governante, nè sindacalista, nè imprenditore ci ha mai spiegato in che cosa consiste, ma così importante da determinare l'aumento dei redditi dei lavoratori in futuro. Questo indice, che non sappiamo cosa indichi, è però depurato "dalla dinamica", cioè dall'aumento dei prezzi dei beni energetici importati, che però non siamo stati informati di quali siano.
Gli eventuali scostamenti quando il lavoratore li troverà in busta paga?
L'accordo recita che "il recupero....sarà effettuato entro la vigenza di ciascun contratto nazionale", cioè entro i tre anni di durata del contratto nazionale.
Su che cifra verrà calcolato il recupero? Non la si conosce.
L'accordo recita: "il nuovo indice previsionale sarà applicato ad un valore retributivo individuato dalle specifiche intese".
Questo Ipca non elabora ciò che è avvenuto e poi lo applica ad un valore retributivo, ma è un "nuovo indice previsionale".
L'elaborazione delle previsione?: "sarà affidata ad un soggetto terzo", non è specificato con quali criteri, nè quale sarà il soggetto terzo.
C'è solo una verità in questo accordo fatto di "dinamica degli effetti economici", sfuggita evidentemente ai firmatari e cioè che stiamo parlando di un "recupero", cioè di soldi che i lavoratori hanno già speso e che dovranno essere "recuperati" con quei gravi limiti e depurazioni.
Non quindi di denaro "fresco" che va ad aumentare il reddito. Qui si tratta di codificare una perdita di reddito netta ed una conseguente redistribuzione di esso che va dalle tasche dei lavoratori dipendenti a quelle dei loro datori di lavoro.
venerdì 23 gennaio 2009
Ridistribuzione del reddito: ci si accorda per abolirla
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