venerdì 30 dicembre 2011

POVERA ITALIA

da FORZA ITALIA

a SALVA ITALIA,
ed ora CRESCI ITALIA

ci prendono per lobotomizzati?

domenica 25 dicembre 2011

Incessantemente (NATALE 2011)

Incessantemente le luci di questo natale

si accendono e spengono come tanti martelli

che picchiano sui natali passati

e i ricordi come chiodi escono dal mio corpo

giovedì 15 dicembre 2011

DUE ITALIANI

Il tecnico a Capo del Governo ed il miliardario che gli ha da poco lasciato il posto non si sono

particolarmente distinti nella condanna dell'assassinio dei due senegalesi e nella solidarietà verso i tre feriti.
Anzi il miliardario a 48 ore dall'assassinio ci ha informato che legge Mussolini, il criminale che ha firmato le leggi razziali, e ci si ritrova pure:
"Sto leggendo i suoi diari e mi ritrovo in molte situazioni. Si lamentava della mancanza di poteri visto che non riusciva nemmeno a raccomandare una persona.” (da la Repubblica 15.12.2011).
Il tecnico ed il miliardario, due italiani facenti funzione senza nome....due italiani appunto.
Vergognamoci

DUE SENEGALESI

I sobri antirazzisti nostrani hanno manifestato con gentilezza contro l'assassinio di due senegalesi e il ferimento di altri tre per opera di un italiano nazionalsocialista fascista di ritorno.

La prima mancanza di rispetto verso un nostro simile è quella di non chiamarlo per nome nemmeno quando viene ucciso in quel modo.
Così i due esseri umani con una madre ed un padre, fratelli e sorelle, con moglie e figli in Senegal, con un nome in Senegal, qui da vivi come da morti sono solo....due senegalesi.......
vergognamoci


MENTANA AL TG LA7

Ieri sera Mentana ha spiegato che forse potrebbe non dimettersi.

In tre giorni ha detto "Io di qui non me ne vado", poi "Io mi dimetto", infine "forse non mi dimetto":
le idee sono chiare.
Ieri sera nel TG de La 7 la notizia di prima pagina era Mentana.
Quando un giornalista diventa la notizia evidentemente non fa più il giornalista.

mercoledì 14 dicembre 2011

MENTANA AL TG1

Mentana ieri sera commentando il licenziamento di Minzolini da direttore dei TG1, con un sorriso ha detto che lui da La7 non se ne andrà.

Oggi si è dimesso.
Ora sappiamo chi sarà il nuovo direttore del TG1.

IMAGINE

IMAGINE che una ragazza di sedici anni rom avesse accusato di averla stuprata

due uomini bianchi di Torino, belli, profumati e senza cicatrici;
IMAGINE che la comunità rom avesse fatto una manifestazione
ed avesse incendiato qualche appartamento di uomini bianchi di Torino;
IMAGINE che poi si fosse venuto a sapere che la ragazza rom si era inventata
tutto;
IMAGINE che cosa sarebbe successo?
Sarebbe successo che la comunità bianca arrabbiata avrebbe incendiato il campo
dei rom di Torino.
Esattamente quello che è avvenuto nella realtà con i rom incolpati ma incolpevoli.
In questa nostra sobria Italia il problema per i rom non è essere colpevoli di qualcosa,
ma essere rom.

sabato 10 dicembre 2011

CIO’ CHE RIMANE DEL ’68: LE GUARDIE ROSSE DEL CAPITALISMO

Badanti rovesciate che piangono involontariamente a comando mentre loro stesse tolgono ai vecchi qualche tozzo di euro in nome del Mercato e del Bilancio da pareggiare.

Sacrestani a Capo del Governo che con voce sobriamente metallica suonano a porta a porta le campane e annunciano la catastrofe al di fuori della Buona Novella del Decreto Salva Italia.

Badanti, sacrestani, madonne piangenti che sacrificano la maggioranza degli italiani sull’altare del Monoteismo trinitario della Equità, Rigore, Crescita, paraventi di una unica Iniquità.

Come in una rivoluzione francese rovesciata si ghigliottinano con le tasse gli ultimi applicando il principio che gli ultimi saranno i primi a pagare le tasse e i primi saranno ultimi a pagare le tasse.

Se le giovani Guardie Rosse del proletariato nel ’68 sacrificavano tutti e tutto al Partito, oggi le vecchie Guardie Rosse del Capitalismo sacrificano - meno loro stessi e i loro omogenei e omogeneizzati - tutti e tutto al Mercato, prepotente, potente e onnipotente Leviathan che trasforma i nostri pochi giorni fasti in giorni nefasti.

Mercato che come il Leviathan mostruoso coccodrillo battendo sobriamente i propri denti inghiotte il sole per poi presentarsi lui stesso come Sole Salvatore.

Guardie rosse, Khmer rossi del Capitalismo che al sobrio grido di

W Moody’s

W Standard

W Ri Go Re

con il voto di ABC

seppelliscono le nostre vite.

venerdì 9 dicembre 2011

CEI e ICI: COMUNICATO N. 1

COMUNICATO n. 1

AVVENIRE quotidiano Conferenza Episcopale Italiana

9 dicembre 2011

Bagnasco su Ici: no pregiudizi a rivedere punti della legge

"Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra".

Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, rispondendo a una domanda sull'applicazione dell'Ici agli immobili della Chiesa a margine di un convegno dell'Ucid a Genova.


mercoledì 7 dicembre 2011

PUNTUALI

Come accade spesso in questi casi, il cittadino tartassato viene consolato con l'arresto di un super latitante di turno.

Puntuali.

PUNTUALI

martedì 6 dicembre 2011

AUMENTI SULLA BENZINA IMMEDIATI E POI ALTRI DAL 1 GENNAIO 2012

Tra un pianto e l'altro il sobrio tecnico Capo del Governo e il Ministro piangente non ci hanno detto e sottolineato che rastrelleranno nostri soldi anche aumentando le accise sui carburanti ora e poi ancora dal 1 gennaio 2012.

Aumentare le tasse sui carburanti tradisce l'alto livello tecnico raggiunto da questo governo.

lunedì 5 dicembre 2011

IL DECRETO SALVA ITALIA: OLTRE I COCCODRILLI

Ieri sera abbiamo visto piangere un ministro tecnico del Governo dei tecnici.

Piangeva perché il governo di cui fa parte ha stabilito tra l’altro che le pensioni di lavoratori dell’importo di 1000 euro mensili non potranno più essere indicizzate all’aumento del costo della vita: piangeva per noi! Gli facciamo pietà, anzi pietas.

Il suo Capo del Governo tecnico seduto a fianco a lei riceve una pensione di 35.000. euro: significa che in un mese di pensione percepisce quello che percepisce in tre anni il pensionato a 1000 euro al mese al quale non verrà rivalutata la pensione.

Il decreto Salva Italia ha salvato l’Italia a cui appartiene la piangente ed il suo Capo del Governo.

Il pensionato millenario dovrà trovarsi un’altra patria.

I coccodrilli, si dice, piangono dopo avere mangiato per ragioni digestive. Non sono arrivati a piangere per pietà delle loro vittime dopo averle mangiate.

giovedì 1 dicembre 2011

No lavoro, no party, no contributi, no pensione

L'ex ministro Brunetta ospite a Servizio Pubblico di Santoro, non comprende che i giovani di oggi non avranno o avranno una pensione risibile, oltre che per le riforme sulle pensioni fatte in questi 15 anni, anche perchè non avendo un lavoro continuativo, essendo precari "a vita" verseranno pochi contributi e saltuariamente.

Brunetta se non si versano contributi non c'è pensione.
Per avere la pensione bisogna lavorare tutta una vita e versare i relativi contributi.
Non è difficile!
No lavoro, no pensione.

I TECNICI LE PENSIONI E L'INPS

Quando si è tecnici, professori e si è al governo della cosa pubblica, al governo dei nostri soldi, la prima cosa a cui ci si riferisce è lo stato in cui ci si trova.

Con riferimento alle pensioni - argomento particolarmente caro al governo dei tecnici - prima di prendere una qualsiasi decisione, si informano i cittadini della situazione finanziaria dell'INPS.

Si informano i cittadini della situazione delle varie gestioni INPS, del loro equilibrio economico: chi è in attivo e chi è in difficoltà e poi si procede alle correzioni là dove c'è bisogno.

Viceversa la comunicazione del governo dei tecnici è quasi magica, surreale, vaga.

Oggi abbiamo letto sulla stampa che la riforma delle pensioni sarà annunciata «verosimilmente entro pochi giorni».

Una riforma può essere annunciata «verosimilmente»?

Ed ancora nelle misure che adotterà il Cdm il 5 dicembre ci sarà «forse l'accelerazione di alcuni sentieri di adeguamento.....».

«Sentieri di adeguamento»?

E sarà una riforma improntata sulla «flexicurity».

«flexicurity»?

Questo è un linguaggio paranormale.

Il governo dei tecnici ha forse intenzione anche di distribuire alla popolazione vetrini colorati e biglie luccicanti?

E' questo il rispetto che si ha verso i cittadini italiani?

martedì 22 novembre 2011

PRIMO ATTO DEL NUOVO GOVERNO: ROMA CAPITALE

L'ultimo Salvatore della Patria, il nuovo Capo del Governo tecnico ieri riunito il Consiglio dei Ministri ha fatto il primo suo atto: ha approvato il secondo decreto legislativo su Roma Capitale. L'ultimo Salvatore ha approvato ciò che il precedente Salvatore aveva scritto ma non aveva avuto la possibilità di approvare.
Tra il tripudio generale il Sindaco di Roma ha ringraziato assieme alla Presidente della Regione Lazio che ha incassato anche 350 milioni di euro per ripianare i conti della gestione disastrosa del Servizio Sanitario del Lazio.
Il "modesto, riservato, elegante, silenzioso, acculturato" nuovo Salvatore ha fatto ciò che pur avendolo in programma non era riuscito a fare il "maleducato, non elegante, chiassoso, inculturato" vecchio Salvatore.
Nelle priorità del nuovo Governo al primo posto è stata messa Roma Capitale e non le ragione per le quali, come ci hanno detto, è stato fatto dimettere il precedente Salvatore: crollo immagine internazionale, crisi Italia dovuta al debito pubblico, vari differenziali che hanno misteriosamente quale unico riferimento la Germania, etc.
Cioè tutto fuorchè Roma Capitale.
E' vero sono i fatti e non la parola, la morale, nè l'aspetto, nè gli usi e costumi che contano.
La qualità dei successivi interventi non potrà che rispettare la qualità del primo.
Le altre priorità del Governo del Nuovo Salvatore saranno con ogni probabilità l'ICI sulla prima casa e le pensioni.
L'ICI sulla prima casa che è già stata da anni abbondantemente recuperata dai Comuni sotto forma delle varie addizionali comunali e regionali (vedi vecchi post su presente blog, cliccando in etichette su voce "addizionale" e "ICI" e tra gli articoli correlati). Quindi andremo così ha pagare due o più volte l'ICI e sotto una nuova denominazione tanto per cancellare ogni impronta digitale.
Per quanto riguarda le pensioni sono quasi due decenni che si fanno di anno in anno riforme tendenti a ridurre l'importo ed a procrastinare l'andata in pensione. L'INPS come riconosciuto anche dal nuovo Salvatore ha i conti riguardanti i lavoratori dipendenti perfettamente in equilibrio. Ma nonostante ciò è prioritario peggiorare ancora la situazione.
A proposito visto che l'età media del nuovo Governo è sui 62 anni con ogni probabilità sono già quasi tutti in pensione certamente con il sistema retributivo.
Quando parlano di pensione, parlano quindi della nostra pensione e non della loro.
E' del tutto evidente che non esistono Governi tecnici.
Ogni governo con qualsiasi fisionomia si presenti deve scegliere a chi togliere soldi ed a chi dare soldi.
Con queste premesse l'attuale Governo del nuovo Salvatore toglierà e darà soldi esattamente come il vecchio solo con più celerità poichè ha la maggioranza pressocchè assoluta dei parlamentari che lo votano non esistendo più opposizione.
L'unica opposizione infatti è data dai folkloristici celoduristi ai quali è stata data l'occasione, che non si lasceranno certo sfuggire, di rifarsi una verginità elettorale riprendendo a gridare "Roma ladrona" loro che a Roma e con Roma ci abitano e ci mangiano da quasi trent'anni.
Non ci facciamo mancare nulla: un governo di quella qualità, una opposizione di quella qualità.


mercoledì 2 novembre 2011

La crisi del 1929 e la nostra crisi

Ecco come Schlesinger Jr. consigliere del Presidente Kennedy 1960-1963, ha spiegato la crisi del 1929:
"Il meccanismo della crisi.
Intanto la spirale del sistema produttivo americano veniva stringendosi sempre di più fino a rasentare il limite di rottura, di autoannientamento, che fu oltrepassato nel 1929. La prosperità dell'economia statunitense [...] stava portando a una progressiva diminuzione dei costi di produzione. Per ottenere un equilibrio tra offerta e domanda sarebbe stato perciò necessario che si arrivasse o ad una corrispondete riduzione dei prezzi dei beni di consumo, o ad un aumento dei salari dei lavoratori, oppure a tutte e due le cose insieme.
Al contrario, i prezzi dei prodotti industriali rimasero sempre estremamente rigidi [...] mentre la scarsa efficienza contrattuale dei sindacati favoriva un contenimento forzato dei salari.
Anche i prezzi agricoli subivano la stessa sorte per la passività o il minimo potere contrattuale della massa dei rurali.[...]
L'aumento altissimo dei profitti industriali, non risolvendosi né in una diminuzione dei prezzi, né in un aumento dei salari, finì per sfociare in una gigantesca campagna di speculazioni finanziarie.[...]
Le società si accorsero che la maniera più facile per ottenere nuovo denaro era di emettere nuove azioni. Questo era denaro a buon mercato, perché non c'era nessun bisogno di pagare dei dividendi sulle azioni emesse mentre invece bisognava pagare degli interessi sui prestiti bancari [...] col passare del tempo le società incanalavano sempre più le disponibilità finanziarie verso la speculazione.[...]
In seguito all'accentuato indirizzo affaristico dell'economia americana gran parte della ricchezza ricavata dalle speculazioni si riversò nelle mani della oligarchia finanziaria gravitante a Wall Street [...] Tra il 1923 e il 1929 la produzione per uomo-ora nell'industria salì quasi del 32%, mentre i salari orari aumentarono poco più dell'8%.
Il livello insoddisfacente dei salari e del reddito agrario voleva dire che la "proprietà" poteva sempre meno generare un potere d'acquisto abbastanza elevato per far fronte alla sempre crescente capacità produttiva, oppure, col tempo, a liberare il mercato delle merci già disponibili.[...]
Infine si giunse al crollo. [...] Nell'autunno del 1929 la borsa di New York ebbe un collasso improvviso, dando luogo a ripercussioni gravissime su scala mondiale.
Quali furono, secondo i giudizi successivi degli economisti, le cause principali di questo crack gigantesco?
- La tendenza delle sfere dirigenti a mantenere i prezzi e a gonfiare i profitti e al tempo stesso comprimere i prezzi delle materie prime e dei salari, significò che agli operai ed ai contadini furono negati i benefici della loro stessa produttività. La conseguenza fu il declino relativo del potere d'acquisto delle masse;
- L'assorbimento sotto forma di profitti e dividendi dei guadagni derivanti dalla tecnologia creò la tendenza ad usare l'eccedenza di denaro nella speculazione, trasformando la Borsa da un mercato di titoli in una casa da gioco;
- Il crollo della Borsa completò il disastro...Distruggendo la fiducia, il crollo distrusse tutte le speranze di una ripresa automatica.
Concludendo [...] Rappresentando gli uomini di affari, il governo federale aveva ignorato il pericoloso squilibrio tra il reddito commerciale ed il reddito agricolo, tra gli aumenti dei salari e gli aumenti della produttività.
Rappresentando i finanzieri, aveva ignorato i metodi irresponsabili del mercato delle azioni.
Rappresentando i banchieri, aveva ignorato il peso del debito privato e le profonde debolezze strutturali del sistema finanziario e bancario.
Vedendo tutti i problemi dal punto di vista degli affari e del lucro, aveva scambiato gli interessi di una classe per l'interesse nazionale. Il risultato fu il disastro" (tratto dal libro Roosevelt di A.M. Schlesinger Jr., Ed. CEI Comp. Ed. Intern., Milano, 1966, pag. 21-24).

Sembra di leggere quello che potranno dire fra qualche decennio della nostra crisi attuale.
Abbiamo oggi i titoli spazzatura al posto delle azioni del 1929;
la Borsa è ugualmente una casa da gioco;
il redditi da lavoro dipendente o sono bloccati (vedi statali) o addirittura si offre di lavorare gratuitamente (e questo non se lo erano sognati neppure nel paese bibbia del capitalismo quale era nel 1929 l'America);
i prodotti agricoli vengono pagati all'agricoltore sotto costo e venduti dal sistema distributivo moltiplicati per 10/20;
i vari governi d'Europa comprese le istituzioni dell'UE si muovono come se rappresentassero gli uomini di affari, i finanzieri e i banchieri.
Chi ci salverà? Nessuno dei salvatori che ci sono oggi sulla scena perché questi salvatori sono solo ed unicamente salvatori di se stessi.
Ci salveremo da noi stessi come popoli, se ancora ci hanno lasciato un minimo spazio di pensiero, attraverso il rifiuto della logica che ha creato questa crisi, la logica che "Vedendo tutti i problemi dal punto di vista degli affari e del lucro, ha scambiato gli interessi di una classe per l'interesse nazionale".

P.S. Per i fanatici di se stessi Schlesinger Jr. non è stato un pericoloso comunista sovversivo ma facente parte della classe dirigente del più grade Paese ad economia liberal-capitalista del pianeta terra: laureato ad Harvard e poi funzionario presso importanti istituzioni dell'amministrazione degli Stati Uniti, importante esponente del Partito Democratico è stato Assistente speciale del Presidente Kennedy.



domenica 7 agosto 2011

SCIOPERO SE NON SI RINNOVA CONTRATTO COLLETTIVO

E' stato annunciato uno sciopero se non si rinnova il contratto collettivo.

Finalmente i sindacati reagiscono alla macelleria sociale qualcuno può pensare.
No nulla di tutto questo. E' una guerra tra ricchi non tra poveri.
La minaccia dello sciopero viene infatti dai capitani delle squadre di calcio di serie A!
Gli unici contratti collettivi che oggi ancora firmano i milion/miliardari presidenti delle squadre di serie A sono quelli con i milionari dell'Ass. Ital. Calciatori che minacciano scioperi se non vengono rinnovati.
Titola La Stampa, giornale della FIAT: "I capitani di A: "Niente campionato senza l'accordo collettivo" - Torna l'incubo dello sciopero. 
Totti, Del Piero & C. firmano 
una lettera aperta: «Tenere 
fede agli impegni assunti»".
Titola l'Unità: "Serie A, Totti protesta con altri capitani: "Firma sul contratto o non giochiamo". Nessun commento. Con il quotidiano che porta ancora scritto "fondato da Antonio Gramsci, si è così chiuso il cerchio.
In un Paese in cui non c'è vergogna per tutto ciò, proprio nei giorni in cui si discute come peggiorare drammaticamente la vita della maggioranza degli italiani, c'è un incubo che si aggira come il fantasma del defunto comunismo, è l'incubo dello sciopero dei calciatori!
Senza pudore, senza vergogna.

venerdì 5 agosto 2011

LA CRISI E L'UTILE, OVVERO LA CRISI E' UTILE

MILANO, 5 agosto 2011 -L'Agenzia Reuters ci informa che il gruppo bancario Intesa Sanpaolo ha chiuso il secondo trimestre dell'anno con un utile netto sopra le attese.

Nei tre mesi a fine giugno l'utile netto è stato infatti di 741 milioni di euro, in rialzo del 12,1% rispetto al primo trimestre.

Intesa SanPaolo ha così archiviato il primo semestre 2011 con un utile netto pari a 1,40 miliardi.

Per capire qual è l'ordine di grandezze di cui stiamo parlando, la recente manovra anticrisi varata in luglio dal governo prevede l'innalzamento dell'Irap su banche e società finanziarie nella misura di 888,7 milioni nel 2012 e di 479,7 milioni nel 2013-2014 (Fonte Corriere della Sera 7.7.2011 pag. 3).

Tutto il sistema bancario italiano pagherà per il 2012, 2013 e 2014 un aggravio di Irap (*) di molto inferiore all'utile netto di un solo gruppo bancario in un solo semestre, nella fattispecie I° semestre 2011.

LA CRISI E L'UTILE, OVVERO LA CRISI E' UTILE.

(*) Aggravio che nessuno potrà impedire alle banche di trasferie sui loro clienti: tutti noi!

giovedì 4 agosto 2011

O la borsa o la vita

I telegiornali stanno gridando che le borse oggi sono crollate. Quella di Milano è scesa di più del 5%.

Ci sono vari tipi di borse - dove si comprano e vendono manufatti, materie prime, prodotti agricoli etc. - e poi c'è la borsa valori nella quale si scambiano principalmente azioni che sono altrettante quote di una determinata azienda, appunto quotata in borsa.
E' questa la borsa che oggi è andata male. Significa che chi possiede azioni, chi compra e vende azioni oggi ci ha perso.
La cosa riguarda esclusivamente quella categoria di persone o di enti che appunto giocano in borsa. Sì perchè in borsa si compra o si vende, ma soprattutto si gioca.
Quando la borsa scende si sparge allarme come se fossimo di fronte a questa scelta: o la borsa, o la vita.
Non è così.
La borsa riguarda soprattutto quei milionari e miliardari che "giocano" in borsa e che vincano o perdano è una cosa che fa gioire o rattristare solo loro.
La vita riguarda tutti noi ed è una cosa troppo seria per farcela giocare alla borda valori!



mercoledì 3 agosto 2011

Macelleria sociale: la lotta di classe dei miliardari

"Macelleria sociale", così Famiglia Cristiana ha definito la manovra economica del governo dei miliardari.

Un esempio. Ritorna l'Irpef sulla prima casa.
(ipotesi di un appartamento di 80 mq. grande città semi centro)
Con reddito di 15.000. euro pagherà 46 euro (aliquota 23%)
Con reddito di 25.000. euro pagherà 54 euro (aliquota 27%)
Con reddito di 50.000. euro pagherà 76 euro (aliquota 38%)
Con reddito di 70.000. euro pagherà 82 euro (aliquota 41%)
Con reddito di 100.000.euro pagherà 86 euro (aliquota 43%).
(tabella da la Repubblica 20.7.2011).
Questa tabella è la spiegazione di cosa si intende per macelleria sociale. Chi sono i macellai e chi sono i macellati.
Si nota immediatamente che da 15.000. euro a 50.000. euro le percentuali delle aliquote aumentano del 15%! (da 23% al 38%). Mentre da 50.000. euro a 100.000. le percentuali delle aliquote magicamente aumentano solo del 5%! (dal 38% al 43%).
Questa magica impostazione fa sì che il peso dell'irpef da pagare rispetto al reddito sia notevolmente diverso per i vari contribuenti.
46 euro sono un 326esimo di 15.000.
54 euro sono un 463esimo di 25.000.
76 euro sono un 658esimo di 50.000.
82 euro sono un 853esimo di 70.000.
86 euro sono un 1162esimo di 100.000.
Questo fa sì che il peso di 46 euro su 15.000 di reddito sia 3 volte e mezzo il peso degli 86 euro sui 100.000. euro di reddito.
Se si fosse prelevato ad ogni scaglione con il metro utilizzato per il primo di 15.000. euro di reddito (15.000 : 46 euro Irpef = 326) l'Irper da versare sarebbe stata di:
15.000 : 326 = Irpef euro 46 (come quelli richiesti dalla manovra)
25.000 : 326 = Irpef euro 77 (invece dei 54 euro della manovra)
50.000 : 326 = Irpef euro 153 (invece dei 76 euro della manovra)
70.000 : 326 = Irpef euro 215 (invece degli 82 euro della manovra)
100.000:326 = Irpef euro 307 (invece degli 86 euro della manovra)
Questa sarebbe stata una equa distribuzione del peso tributario.
Invece così chi ha un reddito di 15.000. euro paga tutto il dovuto.
Chi ha un reddito di 25.000. euro paga il 30% in meno di quello con reddito di 15.000. euro.
Chi ha un reddito di 50.000. euro paga il 50% in meno di quello con reddito di 15.000. euro.
Chi ha un reddito di 70.000. euro paga il 62% in meno di quello con reddito di 15.000. euro.
Chi ha un reddito di 100.000. euro paga il 72% in meno di quello con reddito di 15.000. euro.
Questo è ciò che hanno saputo fare i miliardari al governo, che in meno di 48 ora hanno votato tutto ciò non ostacolati dall'olimpico e responsabile atteggiamento delle opposizioni.
Opposizioni a che cosa se non si sono opposti a tutto questo?






martedì 28 giugno 2011

I NUOVI PRIMATI

Un ex ministro della Repubblica italiana ha annunciato trionfalmente di avere raggiunto la velocità d 316 km/H su una autostrada tedesca, dove non c'è limite di velocità.

Il primato dei primati.

giovedì 23 giugno 2011

ALZARSI ED USCIRE

Il Presidente del Consiglio qualche tempo fa quando Di Pietro aveva cominciato a parlare in Parlamento, si è alzato ed è uscito.

Ieri in Parlamento quando il Presidente del Consiglio si è seduto accanto a Di Pietro ed ha cominciato a parlare, Di Pietro non si è alzato e non è uscito.
Di Pietro non lo "dovevi menare", bastava alzarsi ed uscire.

martedì 14 giugno 2011

VITA QUOTIDIANA IN ITALIA AI NOSTRI TEMPI: FLESSIBILITA'

Contratto di lavoro di un macellaio in una ditta che confeziona carne per la riviera romagnola.

Durata: da giugno a ottobre 2011.
Pagamento primo salario dopo 60 giorni.
No comment.


lunedì 25 aprile 2011

25 APRILE 2011 DI QUESTO CI SIAMO LIBERATI

Siamo al 24 dicembre 1940 vigilia di Natale. Da dentro una tiepida stanza Mussolini guarda fuori dalla finestra la neve che cade. Scrive Ciano suo genero:


"24 dicembre - Nevica. Il Duce guarda fuori di finestra ed è contento che nevichi:
- Questa neve e questo freddo vanno benissimo - dice - così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento dell'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia. - "
(Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, Ed. Rizzoli, Milano, 1990, pag. 491).

Persa la guerra Mussolini verrà sorpreso e catturato dai Partigiani mentre scappava in Svizzera.
Di questo ci siamo liberati il 25 aprile 1945.

25 APRILE 2011 FESTA DELLA LIBERAZIONE

Non ci sarà mai equivalenza tra un fascista

che è vissuto e morto per commettere il crimine di essere fascista
e chi è vissuto e morto per impedirgli di commetterlo.
W la Resistenza
W la Repubblica
W l'Italia

sabato 19 marzo 2011

Libia e dintorni: deja vue

In queste ore è stato dato il via per l'intervento armato in difesa degli insorti contro Gheddafi.
Francia, Inghilterra, Canada e USA con aerei e missili stanno bombardando la Libia. Anche l'Italia pare abbia partecipato, ma come al solito è poco chiaro quello che facciamo e già nel governo italiano vi sono almeno tre posizioni.
Quali scenari si presenteranno nei prossimi giorni davanti noi?
Ci sarà un deja vue generale.
Il dittatore Gheddafi potrà usare i propri sostenitori quale carne da macello per le telecamere accusando la coalizione dell'ONU di bombardamenti contro la popolazione civile.
Di fronte a quelle immagini le puntuali anime pure occidentali che si dichiarano contro la guerra tout court, accuseranno i paesi della coalizione di delitti contro l'umanità. Le medesime anime pure che non erano state sollecitate nel loro sdegno dai bombardamenti ordinati da Gheddafi contro lo stesso proprio popolo.
E' evidente che se un popolo od una parte di esso si ribella, in questo caso ad un dittatore come Gheddafi, se quest'ultimo reagisce non può uccidere che dei civili.
Ugualmente se dei seguaci civili di quel dittatore si offrono come scudi umani a protezione di Gheddafi oppure vengono armati dallo stesso Gheddafi come ora ha detto in TV e vengono uccisi è fatale che le vittime siano vittime civili.
Se poi come tutti i dittatori Gheddafi si proteggerà mescolando ospedali con postazioni antiaeree, o armerà bambini, i morti che offrirà alle nostre telecamere saranno ancora più strazianti.
Vi è uno strano strabismo ipocrita: siamo tutti tranquilli se le vittime sono militari. Ci si scompone eventualmente per le vittime civili. Come se una persona nascesse già militare con la divisa ed un altra no. I militari non sono altro che dei civili con un altro vestito poi, per il resto, possono essere figli, fratelli, padri etc. esattamente come qualsiasi civile.
Dopo la Grande Guerra e specialmente dopo la Seconda Guerra mondiale è evidente a tutti che quando si usano le armi sono i civili i più indifesi ed i più colpiti, non fosse altro solo perchè sono di gran lunga più numerosi dei militari.
Ma c'è qualcosa di ricorrente in questi ultimi decenni che ci deve fare pensare.
In Afghanistan una parte dei suoi abitanti che si identifica con i talebani, da poco meno di dieci anni combatte praticamente contro "il resto del mondo" e non solo resiste ma ultimamente ha riconquistato zone di territorio afghano.
E' credibile una situazione del genere?
La Germania di Hitler, il Giappone e l'Italia fascista che avevano conquistato importanti territorio e Paesi in Europa ed in Asia, sono stati eliminati nemmeno in cinque anni, i talebani che non hanno neppure una nazione, un esercito, non hanno industrie belliche, dopo quasi dieci anni sono ancora lì.
Ora è la volta della Libia.
A sentire in queste ore il tono e le notizie che ci vengono date a noi che siamo tranquillamente seduti davanti alla televisione, pare che la Libia non sia un Paese di soli circa sei milioni di abitanti al cui vertice c'è un personaggio che non ha più neppure il controllo totale sul suo territorio. A sentire quelle notizie Gheddafi pare un potentissimo Capo di Stato dal quale i Paesi Europei dovranno difendersi dai suoi attacchi.
E' credibile una situazione del genere?
Il dramma nel quale si dibatte l'occidente in generale e l'Italia in particolare è forse riassunto tutto in quel baciamano tra il capo del governo italiano e Gheddafi. Sta tutto nel fatto che a baciare la mano è stato il capo del governo italiano rappresentante eletto del mondo della modernità, del mondo liberaldemocratico e non Gheddafi rappresentante dittatore di quel mondo più vicino al sultanato che ad un parlamento occidentale.


sabato 19 febbraio 2011

IL GOVERNO ITALIANO DELL'AMORE E L'AMICO LIBICO

L'AGENZIA ANSA INFORMA CHE la polizia e l'esercito agli ordini di Gheddafi: "hanno ucciso almeno 84 persone in Libia in tre giorni di manifestazioni." di protesta.
Attendiamo che l'ANSA ci informi che "il Governo italiano è intervenuto presso l'amico libico per invitarlo a cessare ogni violenza contro i manifestanti".
Attendiamo che l'ANSA ci informi che "una delegazione dei "Promotori della Libertà" si è recata in Libia per garantire ai libici l'esercizio della libertà di manifestare".
Attendiamo che l'ANSA ci informi che "i tre coordinatori del PDL, il partito dell'amore, si sono recati dal colonnello Gheddafi per invitarlo a ricevere amorevolmente delegazioni di manifestanti per conoscere le loro richieste e garantire con amore la loro incolumità".
Attendiamo........appunto!


venerdì 18 febbraio 2011

Il denaro: la prostituta universale

Vorrei mettere a disposizione di chi avrà l'amabilità di leggerle alcun considerazioni sul denaro fatte da Karl Marx. Eccole:
"Ciò che è mio grazie al denaro, ciò che io posso, cioè può comprare, il denaro, ciò sono io, il possessore del denaro stesso. Quanto grande è la forza del denaro, tanto grande lo è la mia.[...]
Io sono brutto, ma posso comprarmi la più bella donna. Dunque io non sono brutto, giacchè l'effetto della bruttezza, il suo potere repellente, è annullato dal denaro.[...]
Il sono un uomo malvagio, infame, senza coscienza, senza ingegno, ma il denaro è onorato, dunque lo è anche il suo possessore.
Il denaro è il più grande dei beni, dunque il suo possessore è buono; il denaro mi dispensa inoltre dalla pena di essere disonesto, mi si presume, dunque, onesto; [...]
Io, che mediante il denaro posso tutto ciò che un cuore umano desidera, non possiedo io tutti i poteri umani? Il mio denaro non tramuta tutte le mie impotenze nel loro contrario?
Se il denaro è il legame che mi unisce alla vita umana, alla società, alla natura e agli uomini, non è esso il legame di tutti i legami? Non può esso sciogliere e stringere tutti i legami? E non è perciò anche il mezzo generale di separazione? Esso è la vera moneta divisionale, come anche il vero mezzo d'unione[...]
Shakespeare sottolinea soprattutto due proprietà del denaro:
1) Esso è la visibile divinità, la trasformazione di tutte le qualità umane e naturali nel loro contrario, la confusione e la perversione universale delle cose; esso concilia le impossibilità;
2) esso è la prostituta universale, l'universale mezzana di uomini e popoli.
La perversione e la confusione di tutte le qualità umane e naturali, la conciliazione delle impossibilità - la potenza divina - del denaro, sono implicite nella sua essenza in tanto che essenza generica alienata, alienante e alienantesi, degli uomini.
Esso è la potenza alienata dell'umanità.
Ciò che io non posso come uomo, dunque ciò che non possono tutte le mie forze essenziali di individuo, io lo posso grazie al denaro. Il denaro fa così di ognuna di queste forze essenziali ciò che essa non è in sé, cioè il suo contrario.
Se io desidero un cibo o voglio servirmi della diligenza, perchè non sono abbastanza in forze da far la strada a piedi, il denaro mi procura il cibo e la diligenza, cioè trasforma i miei desideri in essenza delle rappresentazioni, traduce la loro esistenza pensata, rappresentata, voluta, nella loro esistenza sensibile, reale, la rappresentazione in vita, l'essere rappresentato nell'essere reale. In quanto è questa mediazione, esso è la potenza veramente creatrice.[...]
Se io non ho denaro per viaggiare, io non ho bisogno, cioè bisogno reale e capace di realizzarsi di viaggiare. Se ho la vocazione allo studio ma non ho il denaro per farlo, io non ho la vocazione allo studio, cioè vocazione efficace, vera. Viceversa, se non ho realmente vocazione allo studio, ma ne ho la volontà e il denaro, io ho inoltre un'effettiva vocazione.
Il denaro, in quanto mezzo e potere esterni e generali - non derivanti dall'uomo come uomo, nè dalla società umana come società - di trasformare la rappresentazione in realtà e la realtà in semplice rappresentazione, trasforma ugualmente le reali forze sostanziali umane e naturali in rappresentazioni meramente astratte e quindi in imperfezioni e penose chimere; come d'altra parte, trasforma le imperfezioni e chimere reali, le forze essenziali effettivamente impotenti, esistenti soltanto nell'immaginazione dell'individuo, in forze essenziali e poteri reali.[...]
Esso appare, in quanto tale forza di perversione, contro l'individuo contro i legami sociali, ecc., che pretendono di essere entità in sé. Esso trasforma la fedeltà in infedeltà, l'amore in odio, l'odo in amore, la virtù in vizio, il vizio in virtù il servo in padrone, il padrone in servo, l'idiozia in intelligenza, l'intelligenza in idiozia.
Poichè il denaro, in quanto concetto esistente e manifestantesi del valore, confonde e scambia tutte le cose, esso è così la universale confusione e inversione di ogni cosa, dunque il mondo sovvertito, la confusione e inversione di tutte le qualità naturali e umane.
Chi può comprare il coraggio è coraggioso, anche se è vile.[...]
Ma se supponi l'uomo come uomo e il suo rapporto col mondo come un rapporto umano, tu puoi solo scambiare amore con amore, fiducia con fiducia, ecc. Se vuoi godere dell'arte, devi essere un uomo con una cultura artistica; se vuoi esercitare un'influenza su altri uomini, devi essere un uomo che esercita una azione realmente animatrice e stimolante sugli altri uomini.
Ogni tuo rapporto con gli uomini - e con la natura - deve essere una manifestazione determinata, corrispondente all'oggetto della tua volontà, della tua vita individuale reale.
Se tu ami senza suscitare un amore reciproco, cioè se il tuo amore come amore non suscita amore reciproco, se attraverso la sua manifestazione vitale, di uomo che ama, non ti trasformi in uomo amato, il tuo amore è impotente, è una disgrazia."
(Scritti sull'arte, K. Marx e F. Engels, Ed. Laterza, Bari, 1976, pag. 206-211).

venerdì 11 febbraio 2011

Il Foglio: Silvio Berlusconi nelle fattezze giustinianee

L'eccesso di zelo che raffigura su Il Foglio, Berlusconi novello Giustiniano non ha tenuto conto che

"L'imperatore Giustiniano puniva i bestemmiatori con la pena di morte"(1)
come ci ha ricordato in un suo libro contro la bestemmia Padre Giuseppe Iacobelli, Minore Conventuale.
Ora c'è il rischio di un suicidio?


(1) P. Giuseppe Iacobelli, Minore Conventuale, Per la Fede e per la Patria, Ed. C.E.F.A., Città di Castello, 1928, pag. 181 – V. Nihil obstat Fr. Ioseph Abate O.F.M.C. Cus. S. Conv. Rev. Del. Assisi, 19 XII 1927.)





Il Foglio: Silvio Berlusconi nelle fattezze giustinianee

L'apoteosi, l' eccesso di zelo, può scollinare nella più feroce satira, ne sia cosciente o meno l'autore dell'apoteosi.

Certo Seneca ne era cosciente quando celebrava l'elogio funebre all'imperatore Claudio, (conosciuto anche con il titolo de La zucca divinizzata) farcito di lodi talmente esagerate, da provocare negli ascoltatori ripetuti e mal repressi scoppi di risate. Seneca così descriveva poi la morte di Claudio:
"Spirò mentre ascoltava dei commedianti (capisci ora che ho le mie buone ragioni per evitarli). Le sue ultime parole ad essere udite tra i mortali, dopo che ebbe prodotto gran rumore dalla parte con cui più facilmente parlava, furono queste: "Ahimè...mi sono smerdato!".
Se proprio l'abbia fatto non lo so: certo in vita ha smerdato ogni cosa." (Seneca, La zucca divinizzata, Apoteosi di Claudio, ed. Quid, Santa Marinella, Roma, 1993, III, pag. 14).
Su Il Foglio di oggi e rappresentato "Silvio Berlusconi nelle fattezze giustinianee" come recita la didascalia sotto la raffigurazione e c'è da pensare che l'eccesso di zelo abbia giocato un brutto scherzo a Il Foglio.
Infatti se certo si può grandemente onorare il Presidente del Consiglio raffigurandolo come l'Imperatore Giustiniano, l'operazione può trasformarsi nel suo contrario se per esempio si conoscono i giudizi che Procopio illustre contemporaneo dell'Imperatore Giustiniano dava dello stesso e della sua moglie.

Ecco come Procopio “l’ineccepibile storico delle guerre bizantine” ha descritto la “verità” di sangue, delirio e corruzione sul pio imperatore Giustiniano e sulla grande Teodora”.

Ecco la sua descrizione di Giustiniano:

“Era un mascalzone, semplice però da manovrarsi, quello che si chiama cattivo e stupido, mai veritiero con la gente, ma ambiguo sempre in tutto, nelle parole e nei fatti, eppure facile preda di chi voleva imbrogliarlo. Si era realizzata in lui una singolare combinazione costituita da follìa e malvagità. Gli calzava bene il detto di un antico filosofo peripatetico: nell’indole umana capita che si fondano gli opposti, come nella tavolozza dei colori. Sto scrivendo cose che non sono arrivato a toccar con mano.

Questo imperatore era dunque falso, subdolo, artefatto, cupo nelle sue ire, doppio, un essere terribile, bravissimo nel fingere un’opinione, in grado di piangere non per la gioia o per il dolore, ma a comando nel mmento propizio; bugiardo sempre, ma con convinzione e impegnandosi con dichiarazioni scritte e i giuramenti più solenni, e nei confronti dei suoi stessi sudditi.

Dagli accordi e dagli ipegni si ritirava subito, come i peggiori degli schiavi, che giurano e ritrattano per paura della tortura che li aspetta. Amico incostante, nemico implacabile, appassionato dedito a assassinii e furti, attaccabrighe e sempre lieto di buttar tutto all’aria, facile alasciarsi convincere a crimini, refrattario a qualunque invito all’onestà, sottile nell’escogitare e realizzare ribalderie; considerava sgradevole anche la fama delle buone azioni. Nessuno troevrebeb parole adeguiate a descrivere il carattere di Giustiniano. Dimostrò di avere questi difetti ed altri anche peggiori in misura non certo umana: pareva che la natura avesse tolto al resto del mondo la perversione per concentrarla in lui.

Oltre a tutto, era sensibilissimo alle calunnie e fulmineo nel punire. Non giudicava mai in base a un’accurata inchiesta: ascoltava la falsa accusa e subito emetteva la sentenza. Non esitava un momento a siglare provvedimenti che decretavano distruzione di paesi, incendio di città, asservaggio di intere popolazioni, senza una ragione al mondo. Insomma, se uno mettesse a confronto tutti i disastri capitati ai Romani dal principio con quelli di oggi, credo che il macello compiuto da questo individuo largamente superi il sangue sin qui versato complessivamente.

Non aveva remore ad impadronirsi con rara insensibilità del denaro altrui; nemmeno si degnava di cercare una scusa, uno schermo legale all’usurpazione dei beni di terzi. Una volta che erano suoi, era pronto a sentirsi superiore e, con vacua prodigalità, a buttarli via, dandoli ai barbari, senza motivo. Insomma, di denaro non riusciva a averne lui, ma non lasciava neanche che ne avessero gli altri, come fosse dominato non dalla cupidigia, ma dall’invidia verso i benestanti.

E così bandì rapidamente la prosperità dall’intero impero, divenne elargitore di una miseria generale.”

Ed ecco invece la storia dell’imperatrice Teodora, che inizia quando la stessa segue le orme della sorella Comitò:

“La maggiore, Comitò, era già diventata famosa tra le cortigiane della sua età; Teodora, la seconda, vestita di una tunichetta con le maniche, come una schiava, le andava dietro, pronta ai suoi servizi: in particolare si caricava sulle spalle il cuscino adoperato dalla sorella per i suoi convegni. In quel periodo Teodora era ancora troppo acerba per andare a letto con un uomo e accoppiarsi con lui normalmente: intratteneva però sconci rapporti di tipo maschile con degli sciagurati, e per di più schiavi, che accompagnavano i padroni a teatro e, come accessorio dell’occasione loro offerta, si dedicavano a obbrobri del genere; e anche nel lupanare trascorse parecchio tempo, esercitandosi in siffatte pratiche contro natura.

Appena arrivata alla pubertà e sviluppata fisicamente, si aggregò alle attrici e passò immediatamente a prostituta, della specie una volta chiamata “da truppa”: non sapeva suonare il flauto o l’arpa, non aveva mai imparato a ballare, si limitava semplicemente a offrire le sue grazie a chi capitava, impegnando tutto quanto il suo corpo.

Poi si associò a dei mimi in ogni tipo di spettacolo teatrale, partecipò allo loro rappresentazioni, prestandosi alle loro buffonerie e pagliacciate. Era molto spiritosa e mordace […] si spogliava e mostrava nudo il davanti e il didietro, a chiunque, contro la decenza che vuole coperte certe parti e nascoste alla vista degli uomini.[…] Mai ci fu donna più schiava del piacere in ogni sua forma: spesso andava ai banchetti con dieci giovanotti o anche di più, notevolmente vigorosi e veri professionisti del ramo, e si metteva a letto con tutti per l’intera notte; quando li aveva sfiniti, passava ai loro servi, magari una trentina, e faceva all’amore con ciascuno di essi, senza riuscire neanche così a placare la sua lussuria.

Una volta, in casa di gente di riguardo, durante un banchetto, davanti agli occhi di tutti i convitati, dicono, salì sul bordo del suo letto conviviale, e si tirò su sconciamente le vesti che le coprivano le gambe, senza vergognarsi di esibire in pubblico la sua dissolutezza. Utilizzando i tre orifizi, se la prendeva con la natura perché non le aveva fornita di capezzoli con fori più larghi, per inventarsi un’altra forma di piacere. Spesso restava incinta, ma conosceva tutti i mezzi che le garantivano un immediato aborto.”

Procopio poi descrive l’incontro di Teodora con Giustiniano che ne viene immediatamente preso:

“[Teodora] dopo aver percorso tutto l’Oriente, riapprovò a Bisanzio: in ogni città aveva esercitato un mestiere che, a nominarlo, un uomo perde per sempre, credo, la misericordia divina, come se il diavolo non permettesse che qualche luogo ignorasse la sfrenata lussuria di Teodora.

Ecco come nacque e fu allevata e divenne famosa fra le tante prostitute e in mezzo agli uomini. Appena tornata a Bisanzio, Giustiniano si accese di lei in maniera violenta e in un primo momento se la tenne come amante, anche se l’aveva elevata al rango di patrizia. Per Teodora fu facile acquistare uno straordinario potere e procurarsi una fortuna ragionevolmente cospicua. Perché a Giustiniano la cosa più bella (come capita a chi perde la testa per amore) pareva elargire all’amata ogni favore e ricchezza. In questo caso la politica fece da scintilla della passione. Con le accanto, Giustiniano riuscì a rovinare ulteriormente il popolo, non solo a Bisanzio, ma nell’intero territorio romano. ” (Procopio di Cesarea, Carte segrete, Ed. Garzanti, Milano, 1981, VIII pag.45,46;IX, pag. 48, 49; IX, pag. 51)








Ferrara intervista Togliatti: perchè attacco i PM

C'è da immaginarselo Ferrara che scrive le domande, che scrive le risposte e poi le manda al Migliore che le legge.
Il Migliore ringrazia e scrive: "Vi chiedo scusa se, nel rivedere, io abbia rielaborato in alcuni punti il testo preparato da voi. L'importante è che voi date al pubblico una esposizione in cui ogni cosa è vera e certa, fondata [...] su dati oggettivi e su documenti."
La conversazione continua con il racconto del Migliore baciato dalla Provvidenza, che: "vinto il concorso per la borsa di studio, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza. Fu una decisione improvvisa, strana [...] Insistettero per questo mutamento i parenti materni, che parlavano della molteplicità di carriere cui una laurea in legge apre le porte". Ora il Migliore dice che "quella fu un'astuzia della Provvidenza."
Togliatti poi ricorda quando si trovò sotto attacco quando "le sedi popolari furono espugnate a cannonate e gli squadristi, sicuri, ripresero la loro barbara caccia all'uomo. Togliatti fu dappertutto, nel centro e nei borghi".
Poi quando lo stato si scatenò contro il Migliore ed i suoi, egli dichiarò: "La politica attuale dello Stato borghese è tipicamente dittatoriale. [...] scompare ogni divisione tra potere e potere e indipendenza di potere [...] Esercito, magistratura, polizia, burocrazia sono strumenti del potere accentrato dello Stato [...] Il governo tenta di togliere anche al Parlamento gli ultimi poteri, mentre di fatto ogni attività legislativa è oramai passata nelle mani della burocrazia e del governo."
Sì è vero, questa non è l'intervista di Ferrara a Berlusconi. E' l'intervista conversazione di Maurizio Ferrara, padre di Giuliano Ferrara, a Palmiro Togliatti allora capo del Partito Comunista Italiano, chiamato anche, perchè non vi fossero dubbi, il Migliore.(Conversando con Togliatti, di Marcella e Maurizio Ferrara, Edizioni di Cultura Sociale, Roma, 1953, pag. 16,17,94,101).
La famiglia Ferrara prima con il padre ed ora con il figlio è stata con "il Migliore" di turno.
L'Unità prima ed il Foglio poi hanno avuto la mission di celebrare allora il Migliore Togliatti, oggi il Migliore Berlusconi.
L'Unità organo del Partito Comunista Italiano su cui per più di due decenni aveva scritto Maurizio Ferrara, diventandone direttore gli ultimi anni, chiamava DDR, Repubblica Democratica Tedesca uno stato comunista a partito unico che nulla aveva di democratico. In virtù di questo gioco di parole chi allora era contro la DDR, era automaticamente contro la democrazia.
Oggi si ripete la storia con il Popolo della Libertà. Chi è contro il Popolo della Libertà ed il suo leader è contro la Libertà ed è un antidemocratico.
Il Foglio organo della Convenzione della Giustizia di cui è direttore Giuliano Ferrara riporta la dichiarazione di Berlusconi in questo senso: "C'è un piano antidemocratico, gestito da procure spionistiche e con giacobini al seguito, per liberarsi di me evitando il voto."
Dopo avere esposto la sua difesa, Berlusconi termina facendo precedere i suoi buoni propositi da questa constatazione: "I sondaggi e l'aria del tempo ci dicono che la maggioranza dei cittadini.......".
Qui siamo alla fondazione di una nuova disciplina la aerosofia. che si basa sulla lettura dei sondaggi e sull'annusamento dell'aria per decidere il da farsi.
Ma il numero de Il Foglio dell'11 febbraio 2011 bisognerebbe distribuirlo nelle scuole perchè è pedagogico, è il miglior informatore di se stesso verso l'esterno.
Un vettore inconsapevole dei residui del socialismo reale trapiantati nel capitalismo. Sono presenti tutti dai comunisti ortodossi del PCI agli appartenenti ai gruppi alla sua sinistra più o meno arrabbiati ora approdati al capitalismo. Inutile citarne i nomi, ormai svolgono funzioni, sono funzioni.
Se su Il Foglio di oggi in prima pagina vi è la difesa di Berlusconi, all'interno vi è una pagina intera di pubblicità di PUBLITALIA 80 del Gruppo Mediaset.
Un numero pedagogico appunto.