I cittadini di Bologna
dovevano scegliere “fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse
finanziarie comunali”, queste due opzioni:
A) Utilizzarle per le
scuole comunali e statali;
B) Utilizzarle per le
scuole paritarie private.
Come è finita?
Ha vinto l’opzione A)
Utilizzarle per le scuole comunali e statali con il 59%; la perdente opzione B)
Utilizzarle per le scuole paritarie private, ha ottenuto il 41% dei voti.
L' affluenza alle urne è stata
bassa: il 28,71%.
“Avvernire.it” il
quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana ha titolato:
“Il Referendum sugli asili.
Paritarie a Bologna, affluenza flop. Fronte del no al 59%”.
Questo è stato un normale
referendum consultivo, non c’era alcuna guerra, né tanto meno un “fronte” del
NO contro un fronte del SI. C’era da scegliere se dare
delle risorse alle scuole comunali e statali o se darle alle scuole paritarie
private. Gli elettori hanno scelto le scuole comunali e statali.
Sensibile al denaro molto
di più di quello che vuol far credere, il quotidiano dei Vescovi inizia l’articolo - perdendo l'aplomb dei giusti - con un notevole:
“Nonostante gli appelli al
buon senso, il referendum consultivo sui fondi comunali per gli asili paritari
di Bologna ha dato ragione i promotori che chiedevano di destinare quelle
risorse, circa un milione di euro ogni anno, solo alla scuola statale.”
Chi ha perso il “buon senso”
sa ora che può andarlo a recuperare presso l’opzione B, tutti gli altri si
rassegnino al loro “cattivo senso”.
P.S.- Ma vi è qualcosa di più profondo che non il mero denaro, vi è in gioco la possibilità stessa dello Stato di avere una scuola. La storia ci ricorda che secondo il pensiero dei cattolici post-risorgimentali:
"Lo Stato ha la sovranità sulle cose temporali: l'educazione e l'istruzione hanno per primo fine la vita eterna e poi la terrena.[...] Né la legge naturale né la positiva hanno dato ai governi degli Stati diritto d'insegnare." (Atti del I Congresso Cattolico Italiano tenutosi a Venezia dal 12 al 16 giugno 1874, in G. Spadolini, L'opposizione cattolica, pag. 82, 83).
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