martedì 28 maggio 2013

IL SENSO DELLA SCUOLA PUBBLICA

Per gli amanti del "buon senso" un notizia non bella.
Non esiste né il "buon senso" né viceversa il "cattivo senso".
Con senso si esprime la "facoltà di sentire, ricevere, impressioni prodotte da stimoli esterni".
Quindi c'è il senso o il non senso.
La scuola pubblica ha certamente senso, questo:
"Anche i fanciulli e le fanciulle hanno un dovere da compiere: quello d'istruirsi. Anticamente non vi erano scuole pubbliche e i genitori che volevano fare istruire i loro figlioli dovevano mandarli da maestri privati e pagarli bene; i poveri, quindi, restavano ignoranti. Oggi, invece, non è più possibile essere ignoranti. Ci sono infinite scuole pubbliche alle quali non solo possono andare, ma devono andare tutti i bambini. L'istruzione oggi è obbligatoria e la legge punisce i genitori (facendo pagare una multa) che non mandano a scuola i loro figli."(La Scuola in azione, anno XII, n. 8, 4 dicembre 1910, pag. 121).
Questo scrivevano i nostri predecessori che nel 1910  stavano costruendo la scuola pubblica in Italia. Anche per questo sono morti nel Risorgimento: Ugo Bassi e a poco più di venti anni Goffredo Mameli, nell'antifascismo a 25 anni Piero Gobetti, nella Resistenza tanti giovani sconosciuti che hanno contribuito a scrivere nella Costituzione Italiana che la Repubblica: "istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi".
Ci si augura che il senso dei più abbia la  facoltà di sentire, ricevere, impressioni prodotte da questi stimoli esterni.


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