venerdì 10 ottobre 2008

4 – Riforma Gelmini: dividere gli insegnati dal resto dei cittadini

Fare una cattiva pubblicità agli insegnanti, descrivendoli come privilegiati e nullafacenti.
Vi ricordate due anni fa? Allora erano i taxisti quelli che rovinavano la nazione. Ed allora articoli sui taxisti, inchieste. Ministri che dedicavano il loro tempo a riordinare questa categoria sulla quale gravava la “salvezza della nazione”.
Ora sono gli insegnanti ed il loro lavoro a venire colpiti con argomentazioni del tipo: “I maestri hanno una media di soli 11 alunni per classe”.
Esaminiamo questa affermazione dei fautori del Maestro Unico.
Si può osservare che se ci fossero le classi di 11 alunni si dovrebbe esserne felici. Proviamo ad immaginare la qualità dell’insegnamento con classi di 11 alunni: straordinaria.
Ma non è così. Le classi elementari sono di circa 25 alunni nelle grandi città, con una media nazionale, per difetto, di circa 19 alunni per classe. Le varie insegnanti di inglese, italiano e matematica, insegnano di volta in volta a classi con quel numero di alunni.
Con la riforma del Ministro dell’Istruzione – non più pubblica – le classi potranno essere formate, con un numero di alunni fino a 30. Questo perché la riforma prevede anche accorpamenti di scuole, abolizione di sedi scolastiche, tutto per risparmiare con la scuola.
Questa è la realtà. Ma anche qui come sempre c’è una unica eccezione: l’insegnante della religione cattolica che - essendo la società italiana non più composta dall’unica religione cattolica, come ai tempi del Maestro Unico - ha un numero di alunni che può essere irrisorio.
In teoria anche se vi fosse un solo bambino in una classe, quell’unico bambino al quale è stato detto che è cattolico, avrebbe l’insegnante di religione.


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