La
sentenza di condanna di Berlusconi rende più palese l’esistente. Si legge
oggi sul Corriere della Sera a pag. 6:
“Il
Presidente di Fiera di Milano «Segniamo le case di quei giudici».
«Facciamo
come in Egitto, segniamo le case dei giudici, che tutti sappiano dove vivono».
La
timeline di Facebook segna le 21.08
del 1 agosto. Dalla sentenza della Corte di Cassazione non è passata neanche
un’ora e mezza. E la rabbia di Michele Perini, berlusconiano doc, presidente di
Fiera di Milano, si riversa sul social network.
Già
prima, a caldo (20,17), aveva scritto:
«Al
giudice De Pasquale (Fabio, il pm del processo Mediaset, ndr) bisogna augurare
un brutto vivere, di soffrire».
Perini
è un imprenditore che vanta un rapporto saldo con il Cavaliere. Bocconiano,
«credente, nato in una famiglia di credenti, con formazione cattolica», è stato
presidente di Assolombarda e ora è in lizza per la poltrona di direttore
generale di Fondazione Fiera, la «casa madre».”
Auguriamo
al Signor Perini di non incontrare mai nessuno che, come lui, sentendosi questa
volta offeso per non essere stato per esempio nominato direttore generale di Fondazione Fiera,
andasse in giro a segnare, novello untorello, la casa del Signor Pereni augurandogli
nel contempo “un brutto vivere, di soffrire”.
E’
questo il nuovo cristianesimo praticato nella rinnovata Chiesa di Papa
Francesco?
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