venerdì 27 giugno 2008

(3) Censimento: un po’ di storia

In un periodo in cui tutti cercano le proprie e le altrui radici - un'orgia del pollice verde - non è inutile cercare le radici del censimento.
Una delle radici più remote è insospettabilmente Satana quando poteva essere ancora intercambiabile con Dio.
Nell’Antico Testamento nel libro delle Cronache 21,1 si legge che “Satan si levò contro Israele e indusse David a fare il censimento d’Israele”.
Se nell’episodio citato nel brano I Cronache 21,1 l’iniziativa del censimento è attribuita a Satana, nel medesimo episodio raccontato in II Samuele 24,1 è attribuita a Dio:
L’ira del Signore si accese di nuovo contro Israele ed eccitò Davide contro di loro, suggerendogli: “Va’ e fa’ il censimento d’Israele e di Giuda”.
La punizione sia nel caso dell’intervento di Satana che in quello di Dio è pressoché identica e terribile: “Signore fece scoppiare la peste in Israele e perirono 70.000 Israeliti.” (I Cronache 21,9-15).
Terribile castigo perchè il censimento provenendo dall’ambizione di Davide ed essendo un atto di sovranità che Dio aveva fino allora esercitato direttamente, apparve come un torto contro la teocrazia.
Il censimento quindi non era la semplice conta degli appartenenti ad un dato gruppo umano, ma aveva qualcosa di più profondo, qualcosa che affondava nei miti, qualcosa che aveva a che fare con più antiche divinità: qualcosa che poteva valere un castigo fino a 70.000 morti di peste in tre giorni.
La vicenda di re Davide si svolge intorno all’anno 1000 prima di Cristo. Circa cinquecento anni dopo, a conferma del persistere del carattere sacro del censimento, un altro re, questa volta un re di Roma, Servio Tullio, procedette anch’esso ad un census, cioè ad una opera di classificazione del suo popolo. Censimento secondo i mezzi finanziari che avrebbe determinato sia i diritti politici, sia i doveri militari. Censimento che richiamava a sua volta un antico meccanismo economico-politico che probabilmente implicava altresì un fattore morale.


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