venerdì 10 ottobre 2008

7 – Riforma Gelmini: il peccato originale della scuola pubblica italiana

La scuola pubblica italiana, quella organizzata dallo Stato, quella dell’obbligo, quella che ha per missione il porre insieme tutti i suoi piccoli cittadini per metterli in una condizione paritaria di partenza, come dice la nostra Costituzione, ha un peccato originale che la rende comunque fastidiosa alla Chiesa. Ed il peccato originale è quello di esistere, quindi irreversibile.
La scuola pubblica italiana per la Chiesa non dovrebbe proprio esistere.
Nel 1870 il giovane Regno d’Italia che non aveva per capitale Roma, ancora per pochi mesi sotto il dominio di Pio IX, progettava di istituire l’istruzione obbligatoria per i bambini del Regno d’Italia. Pio IX letteralmente sconvolto da quella possibilità – la chiamava flagello - scriveva all’inizio del 1870, al re Vittorio Emanuele II:
“Maestà, non ho dato corso alla prima lettera […]. Vi unisco poi la presente per pregarla fare tutto quello che può affine di allontanare un altro flagello, e cioè una legge progettata per quanto si dice relativa all’istruzione obbligatoria.
Questa legge parmi ordinata ad abbattere totalmente le Scuole Cattoliche, e sopra tutto i Seminari. Oh quanto è fiera la guerra che si fa alla Religione di Gesù Cristo!
Spero dunque che la V.M. farà sì che in questa parte almeno, la Chiesa sia risparmiata. Faccia quello che può, maestà, e vedrà che Iddio avrà pietà di Lei. La abbraccio nel Signor Pio IX.” (Lettera di PIO IX a Vittorio Emanuele II contro l’istruzione obbligatoria, in Cento anni d’Italia 1870-1970, Atlante Storico, Quarta dispensa, Pio IX, di F. Serantini.).

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