venerdì 22 marzo 2013

FRANCESCO IL PIU' ITALIANO DEI SANTI. IL 4 OTTOBRE 1926 LA FESTA DI SAN FRANCESCO D''ASSISI, DIVENTA FESTA DELL'ITALIA FASCISTA. SAN FRANCESCO VERRA' POI CELEBRATO DOPO I FASCISTI, VIA VIA DAI DEMOCRISTIANI, DAI COMUNISTI, DAI TECNICI E DA BUONI ULTIMI DAL MOVIMENTO5STELLE. TUTTI SI SONO SERVITI DI FRANCESCO D'ASSISI



copertina.jpg










Scansione0010.jpg







La figura di Francesco è stata largamente utilizzata in Italia. Per restare al solo XX secolo, quasi tutti quelli che si sono succeduti al governo del nostro Paese, si sono impadroniti di Francesco d’Assisi. Si sono paragonati a Francesco d’Assisi, incredibilmente anche personaggi come Mussolini. Per esempio la credibilità di un Concordato con un interlocutore come Mussolini, era stata resa possibile per la Chiesa, anche con il concorso di sacerdoti come Paolo Ardali che in occasione dei settecento anni dalla morte di San Francesco d’Assisi aveva pubblicato il volume “San Francesco e Mussolini” nel quale trovava delle assonanze tra i due. Descriveva un Mussolini animalista che:
“Fanciullo ancora aveva un singolare amore agli uccelli. Ne fa testimonianza egli stesso in un suo Diario intimo […] E quando partì dal suo paese per andare in Collegio, il suo grande dispiacere, che profondamente lo addolorava, fu di abbandonare un lucarino che teneva in gabbia sotto la sua finestra. Chi non ripensa leggendo questa pagina autobiografica al mirabile capitolo XV dei Fioretti – La predica agli uccelli – rivivendo la bellezza di quella scena, in cui sembra che il cielo sia veramente l’orizzonte di un paradiso divino? E pensando alle visite di Mussolini alla sua leonessa Italia, buona e mansueta con lui, mi torna alla mente……”.
Ed ancora: “Mussolini ama anche la musica ed è noto che sa suonare il violino.  Gli è affezionato. Mi raccontano che una volta un suo amico ebbe la malaugurata idea dio picchiare alla sua porta mentre era intento ad ascoltare se stesso. […] Anche S. Francesco era amantissimo della musica…”. (Sacerdote Paolo Ardali, San Francesco e Mussolini, Mantova, Ed. Paladino, collana Mussoliniana, Biblioteca di propaganda fascista, 1926, pag. 49-52).
 Credibilità che era stata possibile anche con il concorso di intellettuali fascisti che, per esempio,  tenevano conferenze dal titolo “L’idea francescana nella vita bolognese di ieri, nella fede fascista di oggi”, con questi contenuti:
“Che il Podestà di Assisi compia la celebrazione di San Francesco qui, nella vostra Bologna, che come nessun altro paese, forse, così intensamente partecipò al sorgere e all’affermarsi dell’idea del Poverello di Cristo, è atto di grande cortesia per il quale vi esprimo tutta la nostra riconoscenza.
Che poi lo spirito del più italiano dei Santi venga rievocato in questa magnifica Casa del Fascio, che tutti  ormai in Italia siamo abituati a  considerare come il tempio per eccellenza, il sacrario in cui arde la fiamma viva e perenne dell’idea nuova, è un altro fatto, improntato a comprensione degli eventi storici,  che riafferma la grande affinità spirituale tra questi che solo apparentemente possono sembrare dei termini antitetici, tra Francescanesimo e Fascismo. […] Nelle opere di restauro dei vecchi monumenti francescani e nelle nuove costruzioni con cui, aiutati e sorretti dal Governo nazionale, volemmo trasmettere ai nostri nipoti il ricordo della nostra devozione, noi abbiamo scolpito il segno della nostra fede, il Fascio con le verghe e la scure dei severi littori accanto a quell’altro simbolo, il simbolo francescano, la mano trafitta del Santo accanto alla mano trafitta di Cristo […] il Governo fascista, primo fra tutti i Governi che si succedettero nella vita della Nazione, ha reso così alto omaggio a Francesco di Assisi. […] Il Fascismo accoglie così in sé la luce più alta del Francescanesimo.[…]
Per queste ragioni che fanno di Francesco di Assisi il simbolo dell’Italia nuova, noi proponemmo, alla vigilia del centenario, in un memorabile colloquio col Duce nostro, con Benito Mussolini, che il giorno sacro alla morte di San Francesco fosse dichiarato – e lo fu per volere del Presidente che volle lui stesso fare la relazione al consiglio dei ministri – festa nazionale.[…]
Ma nell’ultimo giorno del centenario, il 4 ottobre di quest’anno, al chiudersi della grande celebrazione, nella casa di preghiera più bella che  vanti la terra, di fronte alla pietra rude in cui le ossa del Santo bruciano dell’antico ardore, noi accenderemo la lampada che tutti i fascisti italiani hanno voluto donare a quella tomba, affinché vi arda perennemente, nei secoli.
Quella lampada ricorderà la fede e l’anima che i fascisti hanno dato alla rievocazione del grande Santo; e ricorderà anche la fiamma ideale che arde e arderà nei secoli, contro ogni ombra di scetticismo e ogni debolezza, nel cuore dei nuovi cavalieri d’Italia.” (Arnaldo  Fortini, L’idea francescana nella vita bolognese di ieri, nella fede fascista di oggi,  9 luglio 1927, Questioni storiche e attuali,  Università Fascista, Bologna vol. II).
Dunque un Duce suscitato. Come ricorda perenne l’Ecclesiastico: “In mano del Signore è il governo della terra, ed a tempo opportuno suscita l’uomo adatto”(Ecclesiastico 10, 4).
Dunque la festa nazionale del 4  ottobre è stata voluta da Mussolini: cerimonia voluta dal fascismo che è celebrata ancora oggi.
Le lampade votive “fiamme ideali” che venivano accese dai fascisti, vengono oggi accese dai sindaci d’Italia a turno. Davanti a quella lampada inaugurata dai fascisti il 4 ottobre 1926, in primis dai fascisti di Bologna, un 4 ottobre, questa volta del  1984, sarà il turno del comunista Renzo Imbeni, professore universitario e  sindaco di Bologna.
Il giorno seguente, 5 ottobre 1984,  “l’Unità” Organo del Partito Comunista Italiano, pubblicava una foto dell’avvenimento con questa didascalia: “Nella foto: Imbeni mentre accende la lampada sull’altare dove siede Monsignor Biffi.”
La lettera ai Romani di San Paolo, ha consentito alla Chiesa di fare passare davanti a quell’altare tutti: fascisti, cristiani, comunisti, fino ad arrivare al terzo millennio all’inizio del quale, nella così chiamata “seconda repubblica”, è stata significativa la celebrazione della ricorrenza del 4 ottobre 2008.
In quella occasione all’appuntamento alla basilica di Assisi si sono trovati tra frati, vescovi, autorità di ogni ordine e grado, il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il  governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan, ed in rappresentanza del Governo Berlusconi, il Ministro del Lavoro della Salute e  delle Politiche sociali Maurizio Sacconi che concluse il suo intervento con queste considerazioni:
“Non dobbiamo temere le tenebre, ma dobbiamo illuminare la vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità con gesti concreti di attenzione solidale.
In un tessuto sociale diviso e lacerato, la proposta di Francesco cominciò dal radicale rinnovamento di se stesso e si sviluppò in un messaggio positivo ed altamente significativo, quello di costruire attraverso la carità e la solidarietà una struttura sociale la quale ha letteralmente dato un volto ed un’anima al nostro Paese, per questo la storia e noi lo chiamiamo l’uomo nuovo, o come felicemente qualcuno sottolineò il più italiano dei santi.” (dalla registrazione della cerimonia effettuata da chi scrive su DVD in data 4.10.2008 da RAIUNO).
Quel “qualcuno” che qualificò Francesco come il più italiano dei santi, come abbiamo visto era stato nel 1927 il fascista Arnaldo  Fortini che alla Casa del Fascio di Bologna, aveva dissertato sul tema: L’idea francescana nella vita bolognese di ieri, nella fede fascista di oggi.
Era stata poi la volta del governo dei tecnici, con il Capo del Governo nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pochi giorni prima di ricevere l’incarico a governare. Quindi un Capo del Governo che è sì in Parlamento, ma vi era entrato nominato e non eletto.
Un Governo in cui anche i ministri non erano stati eletti da nessuno e non sedevano in Parlamento.
Un Governo tecnico extraparlamentare in una Repubblica democratico/parlamentare è una circostanza piuttosto singolare.
Dunque un Capo del Governo suscitato. Come ricorda perenne l’Ecclesiastico: “In mano del Signore è il governo della terra, ed a tempo opportuno suscita l’uomo adatto”(Ecclesiastico 10, 4).
Ed è anche a questo nuovo ed inedito tipo di governo che viene affiancata ancora una volta la figura di San Francesco.
Ne crea l’occasione una indagine realizzata per il sito www.sanfrancescopatronoditalia.it dalla Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi che pubblica una fotografia del Capo del Governo tecnico affiancata all’immagine di San Francesco d’Assisi. Vi era poi riportato l’esito dell’indagine che dava conto di quali erano i santi a cui si affidavano i ministri del Governo dei tecnici.
L’esito di quella indagine è poi stato ripreso anche dal quotidiano dei Vescovi italiani Avvenire, che il 3 aprile 2012 all’interno dell’articolo - I "protettori" del governo Monti: 4 ministri devoti a S. Francesco – scriveva:
“A quale santo si affidano nei momenti più significativi ed importanti della vita i ministri del Governo Italiano? Questa la domanda posta ai rappresentati del Governo in una indagine realizzata per il sito www.sanfrancescopatronoditalia.it dalla sala stampa del Sacro Convento di Assisi.
Sono emerse alcune risposte interessanti come quella del presidente del Consiglio, Mario Monti, che si affida a san Francesco perché: “ha scritto il Cantico delle Creature, che è un poetico inno alla vita”, così come il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, ricordando “lo spirito di Assisi” non poteva non affidarsi al patrono della nazione. Risposta “scontata” del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo, che si affida al santo di cui porta il nome. Al santo d’Assisi si rivolgono anche il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Mario Catania e il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Sono quindi 5 i membri dell’attuale Governo che scelgono san Francesco, segno che il suo messaggio è più che mai attuale e di grande spessore spirituale ed esistenziale.” (“Avvenire” 3 aprile 2012, come da sito http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/i-santi-protettori-del-governo.aspx, ore 18,00).
Ed infine da buoni ultimi è la volta di Grillo e Casaleggio che ci informano il 16 marzo 2013 che:
“Il M5S è nato, per scelta, il giorno di San Francesco, il 4 ottobre 2009. Era il santo adatto per un MoVimento senza contributi pubblici, senza sedi, senza tesorieri, senza dirigenti.
Un santo ambientalista e animalista. La politica senza soldi è sublime, così come potrebbe diventare una Chiesa senza soldi, un ritorno al cristianesimo delle origini. I ragazzi del M5S a Woodstock a Cesena nel 2010, si auto definirono i “pazzi della democrazia”, così come i francescani erano detti i “pazzi di Dio”. Ci sono molte affinità tra il francescanesimo e il M5S. […] Nel libro “Il Grillo canta sempre al tramonto” scritto lo scorso dicembre con Fo e Casaleggio quest’ultimo diceva “Non deve essere un caso che non esista un papa che si sia fatto chiamare Francesco. Noi abbiamo scelto appositamente la data di San Francesco per la creazione del MoVimento. Politica senza soldi. Rispetto degli animali e dell’ambiente. Siamo i pazzi della democrazia, forse molti non ci capiscono proprio per questo e continuano a chiedersi che c’è dietro”. “
Per capire la qualità della democrazia tra “i pazzi della democrazia” del M5S, basta constatare che Beppe Grillo che non si è mai sottoposto a nessuna votazione di nessun genere, ieri  è andato alle consultazioni dal Presidente della Repubblica. La ragione di questo è da ricercare nell’atto di costituzione dell’associazione M5S:
“Spettano quindi ai Signor Giuseppe Grillo titolarità, gestione e tutela del contrassegno; titolarità e gestione della pagina del blog www beppegrillo.it/mov imento5stelle”.
 E il presidente dell’associazione M5S chi è?:
“Per i primi tre anni vengono chiamati a comporre il Consiglio Direttivo i comparenti signori:
Giuseppe Grillo, Presidente;
Enrico Grillo, Vice presidente; ed   Enrico Maria Nadasi, Segretario, che accettano la carica.”
“Vengono chiamati” da chi?
Un Presidente di associazione suscitato. Come ricorda perenne l’Ecclesiastico: “In mano del Signore è il governo della terra, ed a tempo opportuno suscita l’uomo adatto”(Ecclesiastico 10, 4).
Si è così chiuso i cerchio.
Si era partiti con
Il Fascismo accoglie così in sé la luce più alta del Francescanesimo”
per arrivare a
“Ci sono molte affinità tra il francescanesimo e il M5S.”
Non c’è vergogna nell’utilizzare per fini di mera speculazione politica, il nome di Francesco d’Assisi, la sua vita, la pietas dei milioni di persone che nei secoli hanno trovato ed hanno riposto in lui. 
Speriamo che tutto questo finisca presto e che gli ultimi epigoni che trovano tanta ispirazione nel francescanesimo applichino alla propria vita la vita di Francesco senza glossa.
No, non si chiede a Grillo e Casaleggio fulminati sulla via di Assisi di denudarsi come ha fatto Francesco e di vivere ultimi tra gli ultimi, con Fo al posto di frate Leone.
No, non si chiede tanto. Si chiede solo che Grillo e Casaleggio vivano con i 2500 euro che hanno fissato come mensile ai loro parlamentari.
Si chiede solo che Grillo come pretende dagli altri uomini politici, ci informi della sua situazione patrimoniale e reddituale. Che applichi a sé il politometro che pretende dagli altri.
Se non farà tutto questo saremo di fronte ad una farsa, la tragedia l’abbiamo già vissuta con il fascismo.



Articoli correlati per categorie



Nessun commento: