venerdì 22 marzo 2013

LA CHIAVE DI VIOLINO


Per  cercare di capire cosa sottace l’agire di beppegrillo.it, il suo successo, la sua facilità di comunicazione, dopo avere proposto un primo elemento – l’obelisco in piazza San Pietro a Roma vedi post precedente – ora ci può essere d’aiuto la chiave di violino come chiave di lettura.
Detta semplificando la chiave di violino posta all’inizio del rigo musicale ci dà il valore di tutti i segni che vengono dopo.
La chiave di violino dell’agire di beppegrillo.it  la si può trovare profondamente radicata nella nostra cultura in particolar modo nel pensiero di San Paolo che in numerose sue lettere ha affermato con forza che la legge non è fatta per il giusto e che il giusto ne è al di sopra. Eccone alcuni esempi:
-“Ma bisogna tenere presente che la legge non è fatta per il giusto, bensì per i cattivi e i ribelli, gi empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori […] e per qualunque altro vizio contrario alla santa dottrina.” (I Timoteo 1,9,10).
 -“siamo stati liberati dalla Legge per servire nella novità dello Spirito e non nella vecchiezza della Legge.” (Romani 7, 6,7).
-“O Galati insensati […] Convincetevi dunque: i veri figli di Abramo son quelli che hanno la fede.[…] Tutti quelli invece che confidano nelle opere della Legge sono sotto la maledizione[…]Che poi nessuno possa essere giustificato presso Dio per mezzo della Legge è chiaro, perché “Il giusto vivrà in virtù della fede”. Or, la Legge non ha per radice la fede;[…] Cristo ci ha liberati dalla maledizione della Legge .”(Galati 3,1-14).
E ancora Paolo aveva così ben spiegato nella prima lettera ai Corinti quella prerogativa dei cristiani illuminati, così si autodefinivano i primi cristiani:
“I cristiani non devono portare le loro liti davanti ai tribunali pagani. Se uno di voi ha una lite con un altro, si prenderà forse l’ardire d’appellarsi al giudizio degl’infedeli, anziché dei cristiani? Ma non sapete che i redenti giudicheranno il mondo?
Or, se da voi sarà giudicato il mondo, siete forse così inetti da non saper giudicare cose da nulla?
Non sapete che noi giudicheremo persino gli Angeli?”(I Corinti 6, 1-3).
La prerogativa di essere al di sopra della legge, verrà poi riconosciuta nella storia specialmente ai re. Monsignor Giacomo Bossuet, chiamato l’Aquila di Meaux, Vescovo di Meaux,  precettore del Delfino di Francia e consigliere del Re Sole Luigi XIV, nell’ultimo trentennio del ‘600, denunciava e combatteva: “quei politicanti che senza conoscere il mondo ed i pubblici affari han la pretesa di sottomettere i troni alle leggi”. (Alessandro Augusto Monti, I Grandi Atleti del Trono e dell’Altare, Gatti Editore, Brescia, 1929-VII, Biblioteca Storico-Politica, pag. 50.).
 San Francesco di Sales ha poi così riassunto quei concetti paolini:
“Il grande Apostolo dice, credo, in questo senso, che la legge non è fatta per il giusto (I Timoteo I,9). Infatti il giusto è giusto perché ha il santo amore e, avendo l’amore, non ha bisogno di essere pressato dal rigore della legge, dacché l’amore è il più pressante maestro e sollecitatore nel persuadere al cuore, da esso posseduto, l’obbedienza ai voleri e alle intenzioni del Diletto. L’amore è un magistrato che esercita il suo potere senza strepito, senza gendarmi e senza uscieri.” (San Francesco di Sales, Il Teotimo, ossia trattato dell’Amor di Dio, pag. 103.).
Quindi chi ha fede nel capo, chi dice di amare è libero dalla legge.
Ma non solo è al di sopra della legge, ma è anche al di sopra del proprio agire che può cambiare ad arbitrio del Capo della setta, della forza politica o dell’associazione. Del suo agire della sua coerenza tra se stesso, quello che dice, scrive e quello che fa, può anche non esserci alcun rapporto.
Ci sono molti esempi nella storia ed: “È un po’ strano il fatto che molti di coloro che son considerati eroi dal loro popolo furono, per un certo tempo, al servizio dei nemici del lor medesimo popolo e combatterono talvolta contro i loro fratelli che poi li dovevan glorificare.
David si pose al servizio dei Filistei; Alcibiade fu sodato di Sparta, nemicissima di Atene; Coriolano a capo dei Volsci, combattè contro Roma; Arminio, l’eroe germanico, aveva guerreggiato coi romani contro i germani; il Cid Campeador, che la leggenda considera il campione cristiano contro i Mussulmani, fu qualche tempo al soldo dei re arabi della Spagna; Giorgio Washington fu per molti anni soldato agli stipendi di quel governo inglese che più tardi scacciò dall’America.” (G. Papini, Il sacco dell’orco, ed. Vallecchi, 1933, pag. 76,77).
Ci fu poi Mussolini che passò dallo sfidare Dio per dimostrare la sua inesistenza invitandolo con un orologio in  mano a fulminarlo di lì a poco, all' apporre il suo nome e cognome sotto  due documenti che iniziavano così: “In nome della Santissima Trinità.” (Patti Lateranensi, Trattato politico e il Concordato).
Mussolini come epigono di Costantino che da imperatore romano pagano, dopo una visione celeste, in un batter d’occhio divenne il primo Imperatore cristiano e per questo passato alla storia come Costantino il Grande.
Ma è sempre Paolo uno dei più classici prototipi in questo senso. Quando ancora si chiamava con il nome ebreo di Saulo, primo re d’Israele, fu persecutore delle comunità dei primi cristiani, distrusse case, assistette alla lapidazione di Santo Stefano: “Spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, presentatosi al sommo sacerdote, gli domandò lettere per le sinagoghe di Damasco, allo scopo di condurre legati in Gerusalemme, quanti avesse trovati di quella dottrina, uomini e donne. (Atti IX, 1-3).
A lui persecutore dei seguaci di Cristo, apparve Cristo che gli disse: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”, e tutto cambiò. Passò dalla parte di quelli che perseguitava. Si mise a viaggiare, scrisse lettere, conobbe notabili romani (assunse probabilmente il nome romano di Paolo per la sua frequentazione con la nobile famiglia romana dei Paoli). Lui che non aveva mai visto in vita di persona Gesù, diventò l’Apostolo per eccellenza.
A Pietro e ad alcuni altri discepoli della comunità di Gerusalemme ci volle un poco per digerire la nuova versione di Paolo. Ma Paolo aveva l’arma totale. Per esempio ecco come inizia la prima lettera a Timoteo di Paolo che scrive in terza persona:
“Paolo, Apostolo di Cristo, per ordine di Dio, nostro Salvatore e di Cristo Gesù, nostra speranza, a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostri Signore.” (I Timoteo 1,2),
È questo, volenti o nolenti, il deposito antico e più recente a cui attingono quelli che hanno un pensiero totalizzante, totalitario e per ciò stesso puro.
Aiutati da questa chiave di violino andiamo ora ad esaminare, evidentemente con le dovute proporzioni, l’agire di beppegrillo.it.
L’Enciclopedia della Televisione, ed. Garzanti, 2003, alle pagine 317, 318,  ci dice che Beppe Grillo, notato da Pippo Baudo durante una esibizione in un cabaret, lo ha fatto esordire in televisione nel programma Secondo voi (1977-78), programma legato alla lotteria di Capodanno.
A questa prima esperienza sono seguiti i varietà Luna Park (1979), Fantastico (1979), Te la do io l’America (1981) e Te lo do io il Brasile (1984).
Nel 1983 tiene una rubrica all’interno di Domenica in condotta da Pippo Baudo, dal titolo Buone notizie. Nel 1986 partecipa a Fantastico 7  ed a causa di una famosa battuta contro i socialisti “il comico genovese è stato bandito dalla RAI” (Battuta che se ha fatto infuriare i socialisti – definiti tutti ladri  - non ha certo disturbato né la DC, né il PCI di allora: nonostante la prosopopea di Craxi l’anello debole tra DC e PCI, era proprio il PSI).
Così Grillo lontano dalla TV fa spettacoli in giro per l’Italia.
Viene riammesso con una partecipazione all’edizione del 1989 al festival di Sanremo:
“Dopo un lungo   esilio televisivo, nel 1993 «l’unico predicatore capace di riunire l’Italia davanti alla TV» (come è stato definito) in uno show trasmesso in due puntate su Raiuno ha raccolto l’attenzione, gli applausi e i consensi di un vastissimo pubblico (fino a 16 milioni di telespettatori nella seconda serata)”.
Nel 1998 il «monello della  TV generalista», «l’esule RAI» è apparso in chiaro su Telepiù. Sempre su Telepiù ha fatto uno spettacolo nel 2000 e nel 2001.
Dopo avere passato la maggior parte della sua carriera artistica in televisione nell’arco tra il 1978 e il 2001. Dopo avere lavorato per anni alla RAI principalmente se non esclusivamente su RAIUNO, la rete che nella spartizione di allora tra i partiti era la rete filogovernativa e quindi lottizzata dalla Democrazia Cristiana (le altre: RAIDUE era lottizzata dal PSI e RAITRE lottizzata dal PCI) Beppe Grillo fece uno spettacolo, dove certo non apprezzava  la nuova realtà informatica che si andava sempre più affermando. Ecco cosa diceva in una parte di quello spettacolo:
“[…]Non voglio neanche passare per un vecchio che si… che faccia il pivello e neanche il vecchio che odia i giovani. Ho voluto capirli, voglio capirli ne ho un sacco in casa.
È quattro anni che mi sono comprato il computer, clicco, io non sono della società del clicco.
Questi lavorano con l’indice, noi apparteniamo alla società del pollice, con gli attrezzi noi ci siamo separati dall’orango perché, per il pollice, l’orango non riesce a prendere un attrezzo noi si, il pollice come antagonista delle altre dita. Noi possiamo prendere attrezzi, zappe cacciaviti.
I ragazzi di oggi fanno, così, fanno così….fanno così, e lo sanno fare signora, noi facciamo ancora così.
Il mese scorso negli Stati Uniti uno che lavorava al computer, gli si è bloccato, gli ha sparato cinque colpi.(risate) La cosa straordinaria è che l’hanno arrestato. Dovevano arrestare il computer, cazzo, non lui.
A noi non potrebbe mai succedere, nessuno ha mai sparato a un cacciavite.
Però io ho comprato i computer, li ho comprati tutti Santoro, tutti, li ho comprati tutti, li ho comprati tutti, ogni sei mesi cambio perché sono lenti, sono lenti, sono lenti. L’ultimo mi son  collegato con il Giappone e ci ha messo 8 secondi e mezzo. Ma che cazzo è sta lentezza qua; ma non rompiamoci i coglioni.
Ne ho comprato uno che con sei secondi sono collegato con Singapore […]
Io credevo, io credevo che questa..la tecnologia dei bit fosse una tecnologia leggera. Un computer pesa quindici chili, per farlo occorrono 15 tonnellate di materiale. Ogni sei mesi lo buttiamo nella spazzatura.
E’ la tecnologia più pesante che esista. Io ci credevo, negroponte io ci credevo …..credevo anche che fosse il depositario della memoria il computer…metti tutto in digitale..se no i libri si si si sbriciolano. Metti tutto sul digitale, la memoria dell’umanità se non la mettiamo nel digitale scomparirà…cazzo…scomparirà (urlando con le braccia aperte rivolte al cielo, pausa).
Un libro del 1590 su Galileo Galileo lo leggi ancora oggi, perché lo leggi cogli occhi.
Io ho un floppy del 1985, ve lo faccio vedere, con dentro il discorso di un premio Nobel, Rubbia, è qua dentro  e non ho più il computer dove infilarlo (pausa) a meno che non me lo infilo qui….ma… (risate applauso). (Beppe Grillo detestava i computer-aprile 2000-YouTube-4,41 www.youtube.com/watch?v=nsQ4yt7Gnjw 28/set/2007-Caricato da feleoppilif).
Nel proseguo dello spettacolo distruggerà un computer, estraendone dei pezzi e farà distruggere un monitor ad uno spettatore chiamato sul palco.
Non sappiamo se  e quando il Dio WEB è apparso a Beppe Grillo, dicendo “beppe, beppe perché mi perseguiti”, sta di fatto che lui distruttore di computer, non ha più distrutto alcun computer ma anzi  il suo rapporto con essi è diventato quasi mistico, ed ha cambiato anche nome: ora si chiama beppegrillo.it.
Così la televisione fino ad allora per lui  fonte di notorietà, soddisfazioni professionali e denaro diventa il male, ed il WEB il bene.
Così “mamma RAI” che lo aveva praticamente “partorito” diventa poco meno di una puttana.
Tutto questo non lo rende meno credibile, anzi. Da predicatore televisivo (spesso con i testi di due noti rivoluzionari come Ricci, 25 anni di Striscia la Notizia a Mediaset e di Michele Serra ) diventa predicatore informatico.
Lui che poteva essere identificato come il giullare della TV di corte che fa ridere il principe, è così tornato vergine, duro e puro:  come se non fosse mai stato alla RAI, come se non fosse mai stato in quella TV di Stato lottizzata dai partiti.
Si legge in “Vitamina Grillo” un libro che accompagna quattro DVD (pag.8):
“Tenere il medicinale fuori dalla portata di persona sottoposte a trattamento televisivo continuato di programmi RAI e Mediaset. Il rientro improvviso nella realtà potrebbe portarli alla demenza definitiva.”
(Quanti telespettatori avrà portato alla demenza definitiva con i suoi  anni di televisione a RAIUNO?).
Nella sua lunga frequentazione degli studi RAI avrà poi certamente visto come ci si muove per durare nel tempo: ancora oggi i vecchi democristiani sono quasi tutti lì, sparsi nel centro destra nel centro sinistra e nel centro.
Non sappiamo neppure se e quando il Dio WEB creatore e signore  del mondo della rete gli abbia rivelato le tre virtù teologali:
la ripetitività è verità
la ripetitività è potere
la ripetitività rende invisibili.
Sta di fatto che immediatamente capisce che la ripetitività per uno come lui non è più nella televisione ma nel WEB.
Nel WEB si possono demolire gli altri ed affermare sé stessi come non mai.
In tempo reale, giornalmente, costantemente si possono ripetere insulti o lodi, più i primi, senza che nessuno lo possa impedire. Si può costruire un realtà virtuale, inesistente con la quale cambiare la realtà  naturale.
Sì perché con quell’apparizione, dopo tutte le altre divinità, anche il Dio WEB ha voluto dire a  chi lo seguirà che è al di sopra di tutto: delle regole, della legge, della democrazia, della libertà, di tutto.
Semplicemente perché WEB il Grande è lui stesso regola, legge, democrazia, libertà per tutti.
Con una simile percezione di se si può essere sopra a tutto.
Al di sopra della storia: le date.
Si legge nel retro del DVD del suo spettacolo “beppegrillo.it” del 28 aprile 2005 a Roma:
“Dieci anni fa finivo i miei spettacoli sfasciando un computer a mazzate. Ma poi ho capito alcune cosa sui computer e su internet.”.
Secondo il filmato su YouTube quello in cui distruggeva il computer trattasi di uno spettacolo del 2000, quindi sono solo cinque gli anni trascorsi da quando finiva gli spettacoli sfasciando un computer  e non dieci.
Ed ancora si legge: “Il 26 gennaio ho aperto un blog, www beppegrillo.it  senza sapere bene cosa fosse.”
Lo sprovveduto, ha aperto il blog  senza sapere cosa fosse. Interessante perché qualche riga sotto questa affermazione si legge che l’editore del DVD è la Casaleggio Associati. Se non sapeva bene cosa fosse un blog, beppegrillo.it sapeva bene come e chi doveva essere un creatore di blog.
Con una simile percezione di se si può essere sopra a tutto.
Ecco cosa scrive Beppe Severgnini del comportamento della grossa monovolume dentro la quale viaggiava beppegrillo.it dopo essere stato ricevuto dal Capo dello Stato:
“ «Per sfuggire ai giornalisti, ai cameramen e ai fotografi che lo inseguivano a bordo di moto e scooter, l'auto di Beppe Grillo, uscita dal Quirinale, è passata 3-4 volte col rosso, ha preso la corsia preferenziale di corso Rinascimento e ha effettuato un paio di inversioni a U dove non era consentito».
Dettaglio della cronaca di ieri, che sottoponiamo agli elettori del Movimento 5 Stelle. Si fossero comportati così Berlusconi, Bersani o Monti avreste detto, giustamente: l'arroganza del potere davanti alle regole. Poiché lo ha fatto Beppe Grillo, nessuna obiezione. O almeno non ne abbiamo ancora lette, tra le migliaia di commenti sulla giornata. Anzi: traspare un certo orgoglio davanti alle gesta del capo, campione di slalom urbano e variazioni democratiche (a quale titolo era al Quirinale? Non si sa).”
(Corriere della Sera, 22.3.2013).
Chi ama, chi crede, chi ha avuto un contatto con il divino WEB è libero ed al di sopra di tutto e di tutti.  E di riflesso anche i suoi fedeli sono al di sopra,  non del Capo, ma di tutto ciò che è al di fuori della setta, della forza politica, dell’associazione e così via. Un ultimissimo esempio di queste  ore. Dopo la visita al Quirinale per le consultazioni con il Presidente della Repubblica, il giornale “la Repubblica” del 21.3.2013, come po’ tutto i resto della stampa, riferisce che il capogruppo al Senato del M5S, si sarebbe così espresso:
“Napolitano dorme. Anzi di più, è Morfeo, il dio del sogni. Un classico del Movimento 5 Stelle, ripetuto per anni sul blog di Grillo. E replicato anche oggi, dopo l'incontro di Beppe e del presidente della Repubblica per le consultazioni. Non da Grillo però, che si era recentemente ricreduto verso la prima carica dello Stato.  A pronunciare la frase, durante la riunione dei senatori trasmessa in diretta streaming, è stato Vito Crimi, capogruppo al Senato del M5s: «Napolitano è stato attento, non si è addormentato. Beppe è stato capace di tenerlo abbastanza sveglio, ma anche lui è stato abbastanza attivo e abbiamo interloquito parecchio».”
I redenti non si fermano neppure davanti ad un vecchio Presidente della Repubblica alla scadenza del mandato.
Perché tutto questo? Ce lo dice la chiave di violino con questa domanda:
"Ma non sapete che i redenti giudicheranno il mondo?".


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