martedì 13 maggio 2008

....190, 191, 192, 193, 194.

In Birmania il mare e l’acqua si sono scatenati contro gli abitanti. Non si conosce il numero dei morti ma è, per ora, nell’ordine di decine di migliaia. Ancora di più i dispersi.
La Cina ieri è stata colpita dal terremoto, anche qui i morti sono decine di migliaia ed i dispersi pure.
Pare che madre Natura in una settimana abbia deciso che in Birmania e in Cina ci fosse molta gente da eliminare.
Cosa avranno fatto in Birmania ed in Cina per meritarsi questi disastri che significativamente chiamiamo, quando sono di queste dimensioni, biblici?
Noi non lo sappiamo ma c’è qualcuno che dovrebbe darci una risposta: questa persona è il Papa.
Il Papa, il Vicario di Dio in terra.
Il Papa dovrebbe spiegarci, con l’aiuto dello Spirito Santo, perché l’altra settimana in Birmania e ieri in Cina, la Natura, la cui legge, Legge di Natura la dottrina della Chiesa riconosce e rispetta, ha colpito quei popoli. Ha colpito persona per persona, fissandone e distruggendone la vita nello stesso momento, tutto questo all’improvviso e senza che quasi le persone se ne potessero rendere conto.
La sacralità della vita è stata così non solo disattesa, ma del tutto ignorata dalla Natura che è, come tutto in questo mondo, governata da Dio.
Il Papa che legifera a tutto il mondo la Legge di Dio, ci dirà certamente perché è successo tutto questo.
Invece no. Per ora il Papa in questi giorni ha avuto in mente due cose: la festa della mamma e un numero, il 194. Gli altri numeri di questi giorni: 10.000 morti, 50.000 dispersi, 100/200.000 senza tetto e così via non lo hanno colpito?
La sacralità della vita tanto proclamata non è evidentemente devastata né da nubifragi, né da terremoti.
La sacralità della vita dell’uomo è insidiata parrebbe solo in Italia ed in particolare da una legge: la 194.
Dove non c’è il diritto c’è spesso qualcosa che si può spiegare con la magia.
Così abbiamo il Capo dello Stato della Città del Vaticano che indica, specificandone il numero, quali sono le leggi sbagliate della Repubblica Italiana.
Abbiamo la Repubblica Italiana il cui Presidente ed il cui Capo del Governo nulla dicono su questo.
E’ evidentemente normale che il Capo di uno Stato che non è l’Italia indichi quali sono le leggi buone o cattive in Italia. Se così è che cosa vanno a votare gli italiani, chi vanno ad eleggere se le leggi degli eletti possono in ogni momento essere delegittimate da un capo di Stato estero che per ironia della sorte ha sede nella stessa capitale della Repubblica Italiana?
La risposta è: nulla e nessuno.
Se è così la Repubblica Italiana è un simulacro.
Ciò si può spiegare solo con la magia.
Come è una situazione magica il fatto che la 194, la legge che regolamenta tra l’altro l’aborto, abbia in calce la firma di un cattolico dell’importanza di Andreotti.
Quando nel 1978 in Italia i cattolici conservavano il potere firmando leggi come la 194, mettevano il loro nome e cognome sotto la 194 per introdurre in Italia la possibilità legale dell’aborto.
Quando nel 2008 in Italia i cattolici, cambiato come si dice il vento, il clima, possono conservare od aumentare il potere abolendo la 194, si muovono con questo obiettivo.
E la difesa della vita dove è in tutto ciò?
Non c’è: la cellula, l’embrione, financo il povero e solitario spermatozoo sono mezzi per fare esistere non l’uomo, ma la Chiesa.
E’ questa la semplice e immorale morale della posizione della Chiesa verso la 194.
E’ la Chiesa che ha “il diritto” di esistere fino alla fine dei secoli per poter portare la Verità. L’uomo, la vita si può invocare o silenziare a seconda la bisogna: l’uomo nasce, vive e muore, la Chiesa resta. Il soggetto non è “l’uomo” o “la donna”, ma “l’esercizio della sessualità”.
Il posto che occupano l’uomo e la donna è il posto del loro utilizzo per assicurare lunga vita alla Chiesa.
Infatti il Signor Ratzinger, Benedetto XVI, il Papa – trinità terrena - affacciandosi ai balconi del suo palazzo e dai balconi televisivi, ha proclamato che:
“Se l’esercizio della sessualità diventa una droga che piega il partner ai propri desideri, allora ciò che si deve difendere non è più solo il vero concetto dell’amore ma in primo luogo la dignità della persona. Non permettiamo che il dominio della tecnica abbia a inficiare la qualità dell’amore e la sacralità della vita” (Avvenire 11.5.2008, pag. 8 ).
Attendiamo indicazioni sul dominio della natura.
….190, 192, 193, 194 chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro.


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