giovedì 22 maggio 2008

(2) - Luglio 1801 – Pio VII e il Concordato con la Repubblica Francese di Napoleone

Pio VII come molti altri papi prima e dopo di lui, concordò con il potente di turno. In quell’anno era Napoleone Bonaparte. Il Concordato sottoscritto da Pio VII e Napoleone riguardava sia cose temporali sia discipline ecclesiastiche e fu vergato come si legge “in considerazione dell’utilità che dal presente Concordato ridonda all’interesse della Chiesa e della religione.”
Al Concordato il Cardinale Legato Caprara, in nome della Santa Sede, premette le seguenti parole:
“Noi vi annunziamo, o Francesi, colla maggior gioja e colla più dolce consolazione, come un effetto della bontà del Signore, il fausto adempimento di ciò che fu l’oggetto delle sollecitudini del nostro Santissimo Padre Pio VII fin dai primi giorni del suo Apostolato, quello dei vostri voti i più sospirati, dei vostri desiderj i più fervidi, io voglio dire del ristabilimento della religione nel beato vostro paese, dopo tanti mali che avete sofferti. […]
L’utilità della Chiesa, il desiderio di conservar l’unità, la salute delle anime, furono i soli suoi motivi in tutto ciò che fece per adattare ogni cosa ai tempi e ai luoghi. Se quindi paragonasi il nuovo ordine stabilito negli affari ecclesiastici col disordine generale che vi esisteva prima, non v’ha alcuno che non debba rallegrarsi di vedere la religione cristiana ristabilita in tanto migliore stato. Sembrava essa quasi annichilita agli occhi di tutto il mondo; ed ora, sostenuta dalle leggi e protetta dall’autorità suprema del Governo, rinasce maravigliosamente. IL PRIMO CONSOLE della vostra Repubblica, A CUI DOVETE PRINCIPALMENTE UN SI GRAN BENEFIZIO, che venne destinato a restituire l’ordine e la tranquillità all’afflitta Gallia, SIMILE AL GRAN COSTANTINO, impresa la protezione della cattolica religione, lascierà di sé e de’ presenti tempi nei monumenti della Chiesa gallicana, un’eterna e gloriosa memoria.” (da Achille Gennarelli, La Politica della Santa Sede e gli atti del Buonaparte, Ed. G. Mariani, Firenze, 1862, pag . XV, XVI).
Oltre a paragonare Napoleone al “Gran Costantino”, la Chiesa nella persona di Pio VII riconobbe la Repubblica Francese. Tutti i vescovi precedenti, sia costituzionali che refrattari, furono sostituiti da altri, nominati dal Primo console, cioè da Napoleone, ed insediati dal papa. I vescovo poi dovevano giurare fedeltà alla Repubblica francese. Forte di questo Concordato Napoleone l’anno dopo, 1802, viene nominato, attraverso un plebiscito, console a vita.


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