La lettera con la quale Beppe Grillo ha scritto “come più volte
anticipato” di rinunciare al rimborso elettorale assomiglia molto al contratto
che ha fatto anni fa con gli italiani Silvio Berlusconi: annunciare appunto.
Questo perché le leggi – nonostante tutto almeno e per fortuna fino ad
oggi – non si annunciano né sulla scrivania di Porta a Porta né su un portale
del web: ma si fanno in Parlamento.
Uno Stato di diritto non si governa con il come siamo buoni noi. Con la
beneficenza dell’io rinuncio e allora rinuncia anche tu. Questa si chiama
propaganda.
In uno Stato di diritto si seguono le leggi, e se sono leggi che non
vanno bene o che si ritiene non vadano bene, si cerca di cambiarle.
Il M5S se crede che il rimborso elettorale non vada, ora che è la
prima forza politica
non deve far scrivere letterine edificanti ad un signore che non è
stato eletto da nessuno, ma presentare leggi da sottoporre al voto del
Parlamento e dopo additare chi non le sottoscrive.
Non sappiamo cosa farcene di saccenti che scodinzolano per piacere a se stessi.
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