martedì 12 marzo 2013

CONTRATTI PIDIELLE E LETTERE CINQUESTELLE


La lettera con la quale Beppe Grillo ha scritto “come più volte anticipato” di rinunciare al rimborso elettorale assomiglia molto al contratto che ha fatto anni fa con gli italiani Silvio Berlusconi: annunciare appunto.
Questo perché le leggi – nonostante tutto almeno e per fortuna fino ad oggi – non si annunciano né sulla scrivania di Porta a Porta né su un portale del web: ma si fanno in Parlamento.
Uno Stato di diritto non si governa con il come siamo buoni noi. Con la beneficenza dell’io rinuncio e allora rinuncia anche tu. Questa si chiama propaganda.
In uno Stato di diritto si seguono le leggi, e se sono leggi che non vanno bene o che si ritiene non vadano bene, si cerca di cambiarle.
Il M5S se crede che il rimborso elettorale non vada, ora che è la prima forza politica
non deve far scrivere letterine edificanti ad un signore che non è stato eletto da nessuno, ma presentare leggi da sottoporre al voto del Parlamento e dopo additare chi non le sottoscrive.
Non sappiamo cosa farcene di saccenti che scodinzolano per  piacere a se stessi.


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