Per
cercare di capire cosa sottace l’agire di beppegrillo.it, il suo
successo, la sua facilità di comunicazione, dopo avere proposto un primo
elemento – l’obelisco in piazza San Pietro a Roma vedi post precedente – ora ci
può essere d’aiuto la chiave di violino come chiave di lettura.
Detta semplificando la chiave di violino posta
all’inizio del rigo musicale ci dà il valore di tutti i segni che vengono dopo.
La chiave di violino dell’agire di
beppegrillo.it la si può trovare
profondamente radicata nella nostra cultura in particolar modo nel pensiero di
San Paolo che in numerose sue lettere ha affermato con forza che la legge non è
fatta per il giusto e che il giusto ne è al di sopra. Eccone alcuni esempi:
-“Ma bisogna
tenere presente che la legge non è fatta per il giusto, bensì per i cattivi e i
ribelli, gi empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori […] e per
qualunque altro vizio contrario alla santa dottrina.” (I Timoteo 1,9,10).
-“siamo
stati liberati dalla Legge per servire nella novità dello Spirito e non nella
vecchiezza della Legge.”
(Romani 7, 6,7).
-“O Galati insensati […]
Convincetevi dunque: i veri figli di Abramo son quelli che hanno la fede.[…] Tutti
quelli invece che confidano nelle opere della Legge sono sotto la maledizione[…]Che poi
nessuno possa essere giustificato presso Dio per mezzo della Legge è chiaro,
perché “Il giusto vivrà in virtù della fede”. Or, la Legge non ha per radice la fede;[…] Cristo ci ha liberati dalla maledizione della
Legge .”(Galati 3,1-14).
E
ancora Paolo aveva così ben spiegato nella prima lettera ai Corinti quella
prerogativa dei cristiani illuminati, così
si autodefinivano i primi cristiani:
“I
cristiani non devono portare le loro liti davanti ai tribunali pagani. Se uno di voi ha una lite con un altro, si
prenderà forse l’ardire d’appellarsi al giudizio degl’infedeli, anziché dei
cristiani? Ma non sapete che i redenti giudicheranno il mondo?
Or, se da voi sarà
giudicato il mondo, siete forse così inetti da non saper giudicare cose da
nulla?
Non sapete che noi giudicheremo
persino gli Angeli?”(I
Corinti 6, 1-3).
La prerogativa di essere al
di sopra della legge, verrà poi riconosciuta nella storia specialmente ai re. Monsignor
Giacomo Bossuet, chiamato l’Aquila di Meaux,
Vescovo di Meaux, precettore del
Delfino di Francia e consigliere del Re Sole Luigi XIV, nell’ultimo trentennio del
‘600, denunciava e combatteva: “quei politicanti che senza conoscere il mondo
ed i pubblici affari han la pretesa di sottomettere i troni alle leggi”. (Alessandro Augusto Monti, I Grandi Atleti
del Trono e dell’Altare, Gatti Editore, Brescia, 1929-VII, Biblioteca Storico-Politica,
pag. 50.).
San Francesco di Sales ha poi così
riassunto quei concetti paolini:
“Il
grande Apostolo dice, credo, in questo senso, che la legge non è fatta per il giusto (I Timoteo I,9). Infatti il giusto è giusto perché ha
il santo amore e, avendo l’amore, non ha bisogno di essere pressato dal rigore
della legge, dacché l’amore è il più pressante maestro e sollecitatore nel
persuadere al cuore, da esso posseduto, l’obbedienza ai voleri e alle intenzioni
del Diletto. L’amore è un magistrato che esercita il suo potere senza strepito,
senza gendarmi e senza uscieri.” (San Francesco di Sales, Il Teotimo,
ossia trattato dell’Amor di Dio, pag. 103.).
Quindi
chi ha fede nel capo, chi dice di amare è libero dalla legge.
Ma
non solo è al di sopra della legge, ma è anche al di sopra del proprio agire
che può cambiare ad arbitrio del Capo della setta, della forza politica o
dell’associazione. Del suo agire della sua coerenza tra se stesso, quello che
dice, scrive e quello che fa, può anche non esserci alcun rapporto.
Ci
sono molti esempi nella storia ed: “È un po’ strano il fatto che molti di
coloro che son considerati eroi dal loro popolo furono, per un certo tempo, al
servizio dei nemici del lor medesimo popolo e combatterono talvolta contro i
loro fratelli che poi li dovevan glorificare.
David
si pose al servizio dei Filistei; Alcibiade fu sodato di Sparta, nemicissima di
Atene; Coriolano a capo dei Volsci, combattè contro Roma; Arminio, l’eroe
germanico, aveva guerreggiato coi romani contro i germani; il Cid Campeador,
che la leggenda considera il campione cristiano contro i Mussulmani, fu qualche
tempo al soldo dei re arabi della Spagna; Giorgio Washington fu per molti anni
soldato agli stipendi di quel governo inglese che più tardi scacciò
dall’America.” (G. Papini, Il sacco
dell’orco, ed. Vallecchi, 1933, pag. 76,77).
Ci
fu poi Mussolini che passò dallo sfidare Dio per dimostrare la sua inesistenza
invitandolo con un orologio in
mano a fulminarlo di lì a poco, all' apporre il suo nome e cognome sotto due documenti che iniziavano così: “In nome della Santissima Trinità.” (Patti
Lateranensi, Trattato politico e il Concordato).
Mussolini come epigono di Costantino
che da imperatore romano pagano, dopo una visione celeste, in un batter
d’occhio divenne il primo Imperatore cristiano e per questo passato alla storia
come Costantino il Grande.
Ma
è sempre Paolo uno dei più classici prototipi in questo senso. Quando ancora si
chiamava con il nome ebreo di Saulo, primo re d’Israele, fu persecutore delle
comunità dei primi cristiani, distrusse case, assistette alla lapidazione di
Santo Stefano: “Spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore,
presentatosi al sommo sacerdote, gli domandò lettere per le sinagoghe di
Damasco, allo scopo di condurre legati in Gerusalemme, quanti avesse trovati di
quella dottrina, uomini e donne. (Atti IX, 1-3).
A
lui persecutore dei seguaci di Cristo, apparve Cristo che gli disse: “Saulo,
Saulo, perché mi perseguiti?”, e tutto cambiò. Passò dalla parte di quelli che
perseguitava. Si mise a viaggiare, scrisse lettere, conobbe notabili romani
(assunse probabilmente il nome romano di Paolo per la sua frequentazione con la
nobile famiglia romana dei Paoli). Lui che non aveva mai visto in vita di persona Gesù,
diventò l’Apostolo per eccellenza.
A
Pietro e ad alcuni altri discepoli della comunità di Gerusalemme ci volle un
poco per digerire la nuova versione di Paolo. Ma Paolo aveva l’arma totale. Per
esempio ecco come inizia la prima lettera a Timoteo di Paolo che scrive in
terza persona:
“Paolo,
Apostolo di Cristo, per ordine di Dio, nostro Salvatore e di Cristo Gesù,
nostra speranza, a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e
pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostri Signore.” (I Timoteo 1,2),
È
questo, volenti o nolenti, il deposito antico e più recente a cui attingono
quelli che hanno un pensiero totalizzante, totalitario e per ciò stesso puro.
Aiutati da questa chiave di violino andiamo
ora ad esaminare, evidentemente con le dovute proporzioni, l’agire di
beppegrillo.it.
L’Enciclopedia
della Televisione, ed. Garzanti, 2003, alle pagine 317, 318, ci dice che Beppe Grillo, notato da
Pippo Baudo durante una esibizione in un cabaret, lo ha fatto esordire in
televisione nel programma Secondo voi
(1977-78), programma legato alla lotteria di Capodanno.
A
questa prima esperienza sono seguiti i varietà Luna Park (1979), Fantastico (1979), Te la do io l’America (1981) e Te
lo do io il Brasile (1984).
Nel
1983 tiene una rubrica all’interno di Domenica
in condotta da Pippo Baudo, dal titolo Buone
notizie. Nel 1986 partecipa a Fantastico
7 ed a causa di una famosa
battuta contro i socialisti “il comico genovese è stato bandito dalla RAI” (Battuta
che se ha fatto infuriare i socialisti – definiti tutti ladri - non ha certo disturbato né la DC, né
il PCI di allora: nonostante la prosopopea di Craxi l’anello debole tra DC e
PCI, era proprio il PSI).
Così Grillo
lontano dalla TV fa spettacoli in giro per l’Italia.
Viene
riammesso con una partecipazione all’edizione del 1989 al festival di Sanremo:
“Dopo
un lungo esilio televisivo,
nel 1993 «l’unico predicatore capace di riunire l’Italia davanti alla TV» (come
è stato definito) in uno show trasmesso in due puntate su Raiuno ha raccolto
l’attenzione, gli applausi e i consensi di un vastissimo pubblico (fino a 16
milioni di telespettatori nella seconda serata)”.
Nel
1998 il «monello della TV
generalista», «l’esule RAI» è apparso in chiaro su Telepiù. Sempre su Telepiù
ha fatto uno spettacolo nel 2000 e nel 2001.
Dopo
avere passato la maggior parte della sua carriera artistica in televisione
nell’arco tra il 1978 e il 2001. Dopo avere lavorato per anni alla RAI
principalmente se non esclusivamente su RAIUNO, la rete che nella spartizione
di allora tra i partiti era la rete filogovernativa e quindi lottizzata dalla
Democrazia Cristiana (le altre: RAIDUE era lottizzata dal PSI e RAITRE
lottizzata dal PCI) Beppe Grillo fece uno spettacolo, dove certo non apprezzava la nuova realtà informatica che si andava sempre più affermando. Ecco cosa
diceva in una parte di quello spettacolo:
“[…]Non
voglio neanche passare per un vecchio che si… che faccia il pivello e neanche
il vecchio che odia i giovani. Ho voluto capirli, voglio capirli ne ho un sacco
in casa.
È
quattro anni che mi sono comprato il computer, clicco, io non sono della
società del clicco.
Questi
lavorano con l’indice, noi apparteniamo alla società del pollice, con gli
attrezzi noi ci siamo separati dall’orango perché, per il pollice, l’orango non
riesce a prendere un attrezzo noi si, il pollice come antagonista delle altre
dita. Noi possiamo prendere attrezzi, zappe cacciaviti.
I
ragazzi di oggi fanno, così, fanno così….fanno così, e lo sanno fare signora,
noi facciamo ancora così.
Il
mese scorso negli Stati Uniti uno che lavorava al computer, gli si è bloccato,
gli ha sparato cinque colpi.(risate) La cosa straordinaria è che l’hanno
arrestato. Dovevano arrestare il computer, cazzo, non lui.
A
noi non potrebbe mai succedere, nessuno ha mai sparato a un cacciavite.
Però
io ho comprato i computer, li ho comprati tutti Santoro, tutti, li ho comprati
tutti, li ho comprati tutti, ogni sei mesi cambio perché sono lenti, sono
lenti, sono lenti. L’ultimo mi son
collegato con il Giappone e ci ha messo 8 secondi e mezzo. Ma che cazzo
è sta lentezza qua; ma non rompiamoci i coglioni.
Ne
ho comprato uno che con sei secondi sono collegato con Singapore […]
Io
credevo, io credevo che questa..la tecnologia dei bit fosse una tecnologia
leggera. Un computer pesa quindici chili, per farlo occorrono 15 tonnellate di
materiale. Ogni sei mesi lo buttiamo nella spazzatura.
E’ la tecnologia più pesante che esista.
Io ci credevo, negroponte io ci credevo …..credevo anche che fosse il
depositario della memoria il computer…metti tutto in digitale..se no i libri si
si si sbriciolano. Metti tutto sul digitale, la memoria dell’umanità se non la
mettiamo nel digitale scomparirà…cazzo…scomparirà (urlando con le braccia
aperte rivolte al cielo, pausa).
Un
libro del 1590 su Galileo Galileo lo leggi ancora oggi, perché lo leggi cogli
occhi.
Io
ho un floppy del 1985, ve lo faccio vedere, con dentro il discorso di un premio
Nobel, Rubbia, è qua dentro e non
ho più il computer dove infilarlo (pausa) a meno che non me lo infilo qui….ma…
(risate applauso). (Beppe Grillo detestava i computer-aprile 2000-YouTube-4,41 www.youtube.com/watch?v=nsQ4yt7Gnjw
28/set/2007-Caricato da feleoppilif).
Nel
proseguo dello spettacolo distruggerà un computer, estraendone dei pezzi e farà
distruggere un monitor ad uno spettatore chiamato sul palco.
Non
sappiamo se e quando il Dio WEB è apparso
a Beppe Grillo, dicendo “beppe, beppe perché mi perseguiti”, sta di fatto che lui
distruttore di computer, non ha più distrutto alcun computer ma anzi il suo rapporto con essi è diventato
quasi mistico, ed ha cambiato anche nome: ora si chiama beppegrillo.it.
Così
la televisione fino ad allora per lui
fonte di notorietà, soddisfazioni professionali e denaro diventa il male,
ed il WEB il bene.
Così
“mamma RAI” che lo aveva praticamente “partorito” diventa poco meno di una
puttana.
Tutto
questo non lo rende meno credibile, anzi. Da predicatore televisivo (spesso con
i testi di due noti rivoluzionari come Ricci, 25 anni di Striscia la Notizia a
Mediaset e di Michele Serra ) diventa predicatore informatico.
Lui
che poteva essere identificato come il giullare della TV di corte che fa ridere
il principe, è così tornato vergine, duro e puro: come se non fosse mai stato alla RAI, come se non fosse mai
stato in quella TV di Stato lottizzata dai partiti.
Si
legge in “Vitamina Grillo” un libro che accompagna quattro DVD (pag.8):
“Tenere
il medicinale fuori dalla portata di persona sottoposte a trattamento
televisivo continuato di programmi RAI e Mediaset. Il rientro improvviso nella
realtà potrebbe portarli alla demenza definitiva.”
(Quanti telespettatori avrà portato alla demenza definitiva con i suoi anni di televisione a RAIUNO?).
(Quanti telespettatori avrà portato alla demenza definitiva con i suoi anni di televisione a RAIUNO?).
Nella
sua lunga frequentazione degli studi RAI avrà poi certamente visto come ci si
muove per durare nel tempo: ancora oggi i vecchi democristiani sono quasi tutti
lì, sparsi nel centro destra nel centro sinistra e nel centro.
Non
sappiamo neppure se e quando il Dio WEB creatore e signore del mondo della rete gli abbia rivelato le tre virtù
teologali:
la
ripetitività è verità
la
ripetitività è potere
la
ripetitività rende invisibili.
Sta
di fatto che immediatamente capisce che la ripetitività per uno come lui non è
più nella televisione ma nel WEB.
Nel
WEB si possono demolire gli altri ed affermare sé stessi come non mai.
In
tempo reale, giornalmente, costantemente si possono ripetere insulti o lodi, più i primi, senza che nessuno lo possa impedire. Si può costruire un realtà virtuale,
inesistente con la quale cambiare la realtà naturale.
Sì
perché con quell’apparizione, dopo tutte le altre divinità, anche il Dio WEB ha voluto dire a chi lo seguirà che è al di sopra di
tutto: delle regole, della legge, della democrazia, della libertà, di tutto.
Semplicemente
perché WEB il Grande è lui stesso regola, legge, democrazia, libertà per tutti.
Con
una simile percezione di se si può essere sopra a tutto.
Al
di sopra della storia: le date.
Si
legge nel retro del DVD del suo spettacolo “beppegrillo.it” del 28 aprile 2005
a Roma:
“Dieci
anni fa finivo i miei spettacoli sfasciando un computer a mazzate. Ma poi ho
capito alcune cosa sui computer e su internet.”.
Secondo
il filmato su YouTube quello in cui distruggeva il computer trattasi di uno
spettacolo del 2000, quindi sono solo cinque gli anni trascorsi da quando
finiva gli spettacoli sfasciando un computer e non dieci.
Ed
ancora si legge: “Il 26 gennaio ho aperto un blog, www beppegrillo.it senza sapere bene cosa fosse.”
Lo
sprovveduto, ha aperto il blog
senza sapere cosa fosse. Interessante perché qualche riga sotto questa
affermazione si legge che l’editore del DVD è la Casaleggio Associati. Se non
sapeva bene cosa fosse un blog, beppegrillo.it sapeva bene come e chi doveva
essere un creatore di blog.
Con
una simile percezione di se si può essere sopra a tutto.
Ecco
cosa scrive Beppe Severgnini del comportamento della grossa monovolume dentro la
quale viaggiava beppegrillo.it dopo essere stato ricevuto dal Capo dello Stato:
“ «Per sfuggire ai giornalisti, ai cameramen e ai
fotografi che lo inseguivano a bordo di moto e scooter, l'auto di Beppe Grillo,
uscita dal Quirinale, è passata 3-4 volte col rosso, ha preso la corsia
preferenziale di corso Rinascimento e ha effettuato un paio di inversioni a U
dove non era consentito».
Dettaglio della cronaca di
ieri, che sottoponiamo agli elettori del Movimento 5 Stelle. Si fossero comportati così
Berlusconi, Bersani o Monti avreste detto, giustamente: l'arroganza del potere
davanti alle regole. Poiché lo ha fatto Beppe Grillo, nessuna obiezione. O
almeno non ne abbiamo ancora lette, tra le migliaia di commenti sulla giornata.
Anzi: traspare un certo orgoglio davanti alle gesta del capo, campione di
slalom urbano e variazioni democratiche (a quale titolo era al Quirinale? Non
si sa).”
(Corriere
della Sera, 22.3.2013).
Chi
ama, chi crede, chi ha avuto un contatto con il divino WEB è libero ed al di
sopra di tutto e di tutti. E di
riflesso anche i suoi fedeli sono al di sopra, non del Capo, ma di tutto ciò che è al di fuori della setta,
della forza politica, dell’associazione e così via. Un ultimissimo esempio di
queste ore. Dopo la visita al
Quirinale per le consultazioni con il Presidente della Repubblica, il giornale
“la Repubblica” del 21.3.2013, come po’ tutto i resto della stampa, riferisce
che il capogruppo al Senato del M5S, si sarebbe così espresso:
“Napolitano
dorme. Anzi di più, è Morfeo, il dio del sogni. Un classico del Movimento 5
Stelle, ripetuto per anni sul blog di Grillo. E replicato anche oggi, dopo
l'incontro di Beppe e del presidente della Repubblica per le consultazioni. Non
da Grillo però, che si era recentemente ricreduto verso la prima carica dello Stato. A pronunciare la frase, durante la
riunione dei senatori trasmessa in diretta streaming, è stato Vito Crimi,
capogruppo al Senato del M5s: «Napolitano è stato attento, non si è
addormentato. Beppe è stato capace di tenerlo abbastanza sveglio, ma anche lui
è stato abbastanza attivo e abbiamo interloquito parecchio».”
I redenti non si fermano neppure davanti ad un vecchio Presidente della Repubblica alla scadenza del mandato.
Perché tutto questo? Ce lo dice la chiave di violino con questa domanda:
"Ma non sapete che i redenti giudicheranno il mondo?".
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